Quando la protagonista sei tu

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Ho letto nella mia vita un numero indescrivibile di libri che parlavano di storie d'amore ed era assurdo coglierne ogni sfaccettatura, vedere come una storia può essere completamente diversa da un'altra.
Ho ascoltato canzoni d'amore ed era ancora più assurdo, perché le canzoni mi sanno così tanto di realtà, di mettersi a nudo.
Ho fotografato l'amore, l'ho fotografato dopo aver osservato un uomo sfiorare la pancia della sua donna senza neanche accorgersene mentre parlava al telefono; l'ho fotografato dopo aver guardato a lungo due ragazzi sorridersi di nascosto per non farsi notare dagli altri – ma a me non sfugge nulla, perché osservando gli altri puoi non dedicarti a te stessa – ; l'ho fotografato negli occhi chiusi di una ragazza che baciava una lettera prima di imbucarla.
Ma non è questo il punto: L'amore si legge, si ascolta, si cattura, si dipinge... ma quando poi ti ci ritrovi dentro non c'è nessun corsivo, nessun titolo, nessun ritornello, nessuna luce addosso o "Click" che ti faccia capire che ci sei proprio dentro.
Ed è strano, perché quando la protagonista non sei tu è bello.
Ti fa sorridere come i protagonisti spesso non si accorgano di nulla mentre in realtà è tutto così palese.
Ma ora non mi fa sorridere pensare che avevo Harry accanto, lo guardavo, gli sorridevo, lo abbracciavo, lasciavo che lui si prendesse cura di me, uscivo con lui, ballavo con lui, piangevo con lui e facevo con lui miliardi di cose che se avessi letto in un libro avrei sicuramente blaterato un "questa però è un po' scema, come fa a non capire"... e in tutto questo invece la scema ero proprio io.
Non è da scema accorgersi di un sentimento quando non hai più modo di dichiararlo? O concedere al tuo cuore di battere più veloce, concederlo solo mentre ormai guarda un video. Perché non gli ho concesso di battere talmente forte da costringere Harry a capire?
Ma cosa sarebbe cambiato? Questa è l'unica domanda che mi rasserena. Perché so che se anche me ne fossi accorta non avrei potuto fare nulla, se non andare in panico e rovinare tutto.
E poi mi chiedo cosa ne pensa lui.
Sono cresciuta con accanto sempre il suo punto di vista.
Prima di fare una scelta di qualsiasi tipo avevo bisogno del suo punto di vista, non per poi necessariamente seguirlo, ma per me era fondamentale sapere cosa lui pensasse di ogni situazione.
E adesso mi fa talmente male, non sapere che cosa lui pensi di tutto questo o che cosa lui abbia pensato, se ad oggi sono solo un ricordo.
Questo pensiero mi fa ancora più male, mi fa contorcere dal dolore pensare a noi due come un ricordo un po' sbiadito.
Mi chiedo se almeno ogni tanto gli capita di pensarmi.
Se gli capita mai di essere davanti al bancone dei gelati e non saper scegliere mentre i suoi occhi cercano automaticamente quello al cocco ed il suo cuore si blocca come si blocca a me quando trovo quello all'amarena.
Mi chiedo se quando prende la pizza e si ritrova a togliere le olive, perché non ricorda mai di ordinarla senza, pensa che non ci sono più io a rubargliele.
Mi chiedo se quando in radio ascolta i maroon 5, pensa alle notti passate con le cuffiette e la loro playlist a tutto volume.
Oppure mi chiedo se gli capita di accendere la tv ed inceppare in un noioso film d'amore che lo avrei costretto a vedere, addormentandomi a metà e obbligandolo a vederlo tutto per poi raccontarmelo il giorno dopo. Non gliel'ho mai detto che l'amore sulle sue labbra aveva un altro sapore, che era più bello sentirgli raccontare una storia piuttosto che vederla con i miei stessi occhi.
E ora è troppo tardi.
E mi fa male sapere che nonostante lui abbia mille occasioni per pensarci, non lo faccia male.

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora