Mi ricordi qualcuno

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Ovviamente, nonostante Harry si stesse avvicinando e nonostante io abbia pregato in tredici lingue diverse perché lo facesse, Niall si è catapultato davanti a me.
Inciampando pure, fra le foto.
Ho sorriso quando è arrossito e mi sono sentita in colpa per la delusione nel dover lavorare prima con lui, ma io son qui per Harry, quindi direi che è lecito.
Lui mi ha messo davanti un album pieno di foto della sua infanzia ed una pennetta Usb per il pc, oltre le mille polaroid sparse.
In tutte queste foto non ha più di12 anni, e così come lui anche gli altri hanno davvero troppe foto fra cui scegliere.
Mi chiedo se non sia poco una giornata a testa.
Il lavoro è semplice e confermo che è ciò che amo fare, ma il tempo a disposizione mi sembra davvero poco e potrei andare nel panico.
Sono sempre stata una persona dannatamente ansiosa.
Niall inizia a parlarmi delle foto, di quelle che secondo lui devono esserci per forza e di quelle che invece reputa eliminabili.
Io mi guardo intorno e trovo degli occhi verdi fissi su di me.
È questione di un attimo: La realizzazione che quello sia davvero Harry e che io stia sbagliando tutto.
«Mi scusi un attimo? Dovrei andare in bagno». Niall si interrompe e annuisce, indicandomi dove andare, quindi raggiungo velocemente la piccola stanza e afferro il telefono con urgenza; al primo squillo sento la sua voce.
«Tess?». e poi quella degli altri intorno.
«Nate». Il suo nome esce in un sussurro, ma so che mi ha sentita.
«Che succede?». Poi sento dei fruscii vari, probabilmente sta infilando la giacca, «Sto venendo».
Ecco perché lo adoro. È impossibile non volere un bene folle a Nate.
Nella mia testa non l'ho mai dipinto come un salvatore così come non ho mai dipinto Harry come il cattivo della situazione.
Ma è innegabile che Nate abbia avuto e abbia un ruolo fondamentale nella mia vita.
C'è, lui semplicemente c'è.
«Nate, no. Ma credo di star facendo una stronzata».
E lui lo sa bene, lo sa e me lo ha pure detto fino a stamattina.
Eppure, so per certo che non mi dirà "te lo avevo detto".
Invece sospira e sotto le proteste degli altri lo sento allontanarsi, le loro voci si attenuano.
«Emma...».
Mi appoggio al muro e mi sento ridicola.
Mi aspetto che lui confermi ciò, invece la sua voce si fa sicura mentre cerca di tranquillizzarmi e ci riesce, riesce anche a strapparmi un sorriso, ed io mi sento ancora in colpa perché tutto questo mi fa solo pensare ancora di più a quello che avevo con Harry.
So che i paragoni sono infami, so che non dovrebbero esistere, ma vivo la mia vita paragonando tutto ciò che mi circonda a ciò che avevo prima.
Con lui.
E mi sento stupida ancora e ancora, eppure solo dopo aver vissuto qualcosa di così intenso si può comprendere.
Chiudo la chiamata e torno di là, dopo essermi data una sistemata.
Devo decisamente impegnarmi, è un lavoro importante in cui non posso concedermi attimi di ansia.

Sono le 13 ed io mi sono calmata, perché con Niall abbiamo davvero fatto un lavoraccio e siamo già alla sua seconda fase di vita, dai 12 in poi.
«Siamo stati bravi!». Gli sorrido e lui ricambia subito, annuendo.
«Sei davvero professionale, è un piacere lavorare con te».
Non credo di esserlo, ma adoro che lui invece me lo dica.
«Si vede che ami quel che fai». E questo non potrebbe essere più vero.
«Sì, è sempre stato il mio sogno fare questo...».
«Come procede?».
Zayn si avvicina incuriosito, mentre lo stomaco di Niall brontola e io scoppio a ridere.
«Ho fame!».
«Ma dai?».
Sorride anche il moro accanto a noi, che non ho ancora ben inquadrato.
«Facciamo pausa?». Una voce dal fondo della stanza mette d'accordo tutti, quindi presto ci dirigiamo nuovamente in cucina.
«Ma non abbiamo del cibo, oh Santo Dio».. Il biondo sta per svenire, davvero.
Qualcuno ride, mentre lui cerca ovunque qualcosa di digeribile.
«Come ha potuto Paul farci questo!!!!!».
Effettivamente in cucina non c'è nulla, ma la sua esasperazione fa pensare a qualcosa di molto più grave.
«Vado a comprare qualcosa..». Tenta di dire Harry, ma lui si volta e i suoi occhi trasparenti diventano glaciali, «Non sai fare spesa!!!».
La sua voce è aumentata di almeno due ottave, mentre si passa la mano fra i capelli.
«Nessuno di noi sa fare spe...».
Il suo sguardo mi trova e si illumina.
«Grazie a Dio. Vai con Harry, ti prego».
Oddio Niall, quando la smetterai di farti odiare e amare in contemporanea.
Harry mi guarda mentre infila un cappello e degli occhiali da sole scuri.
«Andiamo dai, sta per sentirsi male. Anche se io non sono davvero così male a comprare cibo!».
Il flashback è involontario.
Harry spinge il carrello con me dentro, mentre la gente ci guarda male.
I miei sono fuori città fino a domattina, sarei dovuta andare con loro da nonna ma alla fine mi sono finta malata. Non avevo proprio voglia, stavolta.
Mi arriva addosso un pacchetto di caramelle che guardo stranita.
Ovviamente ne ho approfittato per chiedergli di stare da me, ma poi ci siamo resi conto che mamma mi aveva solo lasciato un brodino insipido ed eccoci qua.
Finiscono dentro il carrello anche dei pancarré e poco dopo la Nutella.
«Harryyyy!».
Lo guardo imbronciata e lui ferma immediatamente ogni movimento, per voltarsi a guardarmi a sua volta. Ogni volta che lo chiamo il risultato è questo, blocca ogni cosa e cerca il mio sguardo con fretta.
«Cosa, Emms?».
Sorrido davanti ad i suoi occhioni spalancati.
«Viva la Nutella, ma che pranzo è?».
Scoppio a ridere davanti al suo volto indignato.
«Aiutami ad uscire da qui».
Mi afferra per la vita, poggiandomi poi sul pavimento del negozio.
Poi iniziamo a fare spesa decente: O meglio, io prendo cibo con cui si può davvero pranzare e lui lo toglie per mettere nel carrello schifezze. Alla fine passa troppo tempo e ci fermiamo a pranzare in un bar.
«Sarah?».
Scuoto la testa, tornando in me.
«Sì, scusa». afferro la borsa e lo seguo fuori.
Nonostante sia una bella giornata ha aggiunto anche una sciarpa, cercando di passare inosservato. Ma questo non accadeva neanche quando non era famoso.
«Tutto bene? Se non ti va vado solo, non faccio davvero pena come dicono..». si passa una mano fra i capelli, nervoso.
«No, scusa, sono solo un po' pensierosa»..
«Oh, ehm, ok».
Che ti succede, Harry?
Entriamo in auto e lui mette in moto, ma resta in silenzio e fermo per un tempo che a me sembra infinito. Si volta, mi guarda.
«Mi ricordi tanto una persona...».
Lascio andare un sospiro, prima di rispondere.
«Chi?».
«La mia migliore amica.».
È possibile che il mio cuore si sia fermato?
«Oh, figo».
SUL SERIO? EMMA NON AVEVI NIENTE ALTRO DA DIRE?
Sorride, scuotendo la testa. Lascia andare il labbro inferiore che stringeva fra i denti, «Insomma».
«Avete discusso?».
«Mi odia».
E chiude l'argomento, cominciando a guidare.
Non l'ho mai fatto. Non ti ho mai odiato, Harry.

Non tutto cambia.
Una volta entrati nel negozio, Harry ha afferrato un pacco di bignè chiedendomi se fossi in grado di fare la crema.
Ho riso e lui mi ha guardata male quando ho tolto i bignè dal carrello.
Poi lo sguardo è diventato corrucciato mentre cercavo della pasta.
«E della pizza che mi dici? Se la sai fare, è un pasto completo e nutriente».
Mi ha guardata come se stesse dicendo qualcosa di importante e io ho sorriso, prima di rispondere.
«Magari quando ci sarà meno lavoro da fare... avete così tante foto che se mi stavo calmando prima della pausa, ora potrei andare in crisi ancora». ridacchio.
«Sei andata in crisi? Perché?».
Spinge il carrello, guardandomi in viso.
«È che in realtà non ho avuto incarichi così importanti e quando ho visto tutte quelle foto mi sono spaventata un po'».
Si ferma, in un reparto a caso.
«Sei così simile ad Emms... mi fa impazzire questa cosa, davvero. Mi fa male».
Sento gli occhi inumidirsi e i suoi si addolciscono.
«Non è colpa tua... è tutto ok. Comunque non devi preoccuparti, abbiamo a disposizione il tempo giusto, sarà finito tutto presto e ce la faremo». Poi ha schioccato la lingua contro il palato e in un tentativo d'alleggerire l'atmosfera, ha proseguito.
«Comunque mi hai promesso che mi farai la pizza».
Annuisco distrattamente mentre infilo nel carrello un pacco di pasta che lui toglie, con una smorfia.
«Andiamo a comprarla oggi, va».
«Ma Harry, non puoi mangiare sempre pizza!». Scoppio a ridere e i suoi occhi si fissano nei miei, facendomi smettere. Poi sorride e si stringe nelle spalle, mentre riporta il carrello accanto agli altri ed esce dal negozio.

Alla fine abbiamo preso la pizza.
Nel mio paesino a quest'ora mi sarei dovuta accontentare delle pizzelle minuscole al pomodoro, qui invece c'era una scelta enorme di vera e propria pizza!
Ne abbiamo preso alcune miste, ed in questo momento il profumo che inonda la macchina è paradisiaco.
In modo impacciato mi volto verso di lui, al volante.. e mi perdo a fissarlo. Così presa dalla situazione non mi sono soffermata a fissarlo nei dettagli, e ora che lo faccio non so se pentirmi proprio perché lo sto facendo o odiarmi perché non l'ho fatto prima. È cambiato tantissimo, ormai è un uomo, ed è di una bellezza disarmante.
I capelli sono lunghi e ribelli, più di allora.
Il suo viso di profilo è davvero uno spettacolo, ma questo non gliel'ho mai nascosto. Lui arrossiva e cambiava discorso.
Il corpo è palesemente tonico e muscoloso e vorrei allungare una mano per toccarlo, seguire il contorno dei suoi tatuaggi e chiedergli di spegnere l'auto e passare ore a raccontarmi il loro significato.
Lo sguardo è sempre uguale e mi manca la dolcezza che appariva nei suoi occhi solo quando guardava me.
È bello, bello in un modo assurdo.
Le sue labbra si curvano all'insù mentre le sopracciglia si aggrottano.
«Grazie». Mi lancia uno sguardo più o meno imbarazzato.
OH CRISTO SANTO, EMMA DAVVERO A VENTI ANNI NON SAI DISTINGUERE UN PENSIERO DA UNA FRASE AD ALTA VOCE???
Arrossisco e lui ridacchia.
«Sarah?».
«Mh?».
«Ti prego, prendimi una patatina, non resisto più». Piagnucola mentre io alzo gli occhi al cielo, è sempre uguale, sempre unico in tutto quel che fa.

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora