Tutorial delle reazioni sbagliate

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Un po' come quando nei film mostrano il risveglio di coppia perfetto, in questo momento Harry mi sta dormendo addosso.
Il brusio fuori da questa casa è delicato, niente di invasivo, mi permette di sentire il suo respiro.
I ricci lunghi mi solleticano i polsi mentre le mani non vogliono saperne di smetterla di accarezzarlo.
La sua testa è poggiata sulla mia pancia, si solleva piano ad ogni mio respiro.
Riesco a intravedere l'espressione sul suo viso, non è né dolce né corrucciata, è semplicemente neutra. Non traspare niente.
Mi perdo a guardarlo, a soffermarmi sulle sue mani strette sui miei fianchi, alle sue gambe fra le mie, mentre sento chiaramente il peso dei pensieri che comincia a rimbalzarmi in testa.
E sembra così forte, sembrano urlare così tanto che quando poco dopo Harry mi si muove fra le braccia stiracchiandosi, do la colpa a loro.
Si sposta, gattonando al mio fianco e stampandomi un dolcissimo e breve bacio sulle labbra.
«Buongiorno. Hai lo sguardo di chi è sveglio da poco ma ha già pensato quanto una persona comune pensa tutto il giorno»..
Ridacchio, effettivamente è una cosa che mi ha sempre detto.
"Mi fai sentire scemo dandomi la consapevolezza che hai riflettuto in mezz'ora più di quanto io farò tutto oggi e forse anche domani".
Scuoto la testa fiondandomi fra le sue braccia.
Ho la necessità di fare con lui qualcosa che avremmo fatto anni fa.
Ho voglia di andare al cinema a vedere un film drammatico dopo averlo pregato di non vedere un horror per poi addormentarmi dopo mezz'ora e sentirmi sgridare al mio risveglio nella sua auto.
Ho voglia di andare al McDonald's e mangiare come non ci fosse un domani e non contenti prendere roba da portare via.
Ho voglia di andare ai mercati, di girare mille bancarelle, di sentire il profumo di tranquillità.
Ho voglia di mangiare una pizza sul divano, ordinarne due e lasciare che lui finisca la mia e poi richiamare la pizzeria per farcene portare almeno un'altra. Ho voglia di tante, troppe cose diverse che la mia situazione non permette di fare.
«Mmmh...».
Harry mi sbuffa una lamentela sul viso.
«Questi giorni sono molto pieni col fatto del videoclip?».
Scuote la testa.
«No, direi di no. Abbiamo già sistemato il più da mesi, in due o tre mattine se tutto va bene è pronto».
«Quindi abbiamo un po' di tempo per noi?».
I suoi occhi verdi si sgranano, illuminandosi.
«Perché, la principessa vuole del tempo per noi?».
Marca sull'ultima parola, facendo un verso sdolcinato e ironico.
«Stronzo».
«Ti amo anche io».
Ora, le reazioni potrebbero essere molteplici.
Potrei svenire, potrei scoppiare a ridere, potrei baciarlo, potrei continuare ad essere ironica e tranquilla visto che mi sta prendendo in giro, potrei dirgli che c'è poco da scherzare che io lo amo sul serio.
Potrei fare un'infinità di cose.
Potevo fare.
Perché ne ho appena fatta una che credo nessuno avrebbe messo nella lista delle "reazioni giuste":
Mi sono alzata ridendo e sono scappata in bagno, inciampando pure.
Tutorial delle reazioni sbagliate by me gratis tutti i martedì mattina.
Dopo qualche minuto in cui mi chiedo cosa può pensare lui di questa reazione ridicola, bussa alla porta.
«Sarah? Andiamo, scherzavo, te la sei presa?».
Nate direbbe "che testa di cazzo". E io confermo.
Quando torno in salotto, comunque, lo trovo con la testa rivolta verso il basso che pasticcia sul foglio, mentre io decido di occuparmi dei suoi capelli.
Ieri sera mi ha detto che deve tagliarli prima di fare il videoclip e scherzando gli ho accennato il fatto che da anni ormai mi sono infilata in tutti i tipi di lavori manuali.
Mi sembrava avesse messo su un broncio, per chissà quale motivo, poi mi ha chiesto di mostrargli cosa so fare.
E quindi stamattina sono davvero qui ad accorciare i capelli di Harry Styles.
L'ultima volta che glieli ho tagliati non ero così portata con la manualità, infatti è uscito di casa col cappello per un mese. Esagerato. Forse.
Adesso però, mentre mi metto a lavoro, mi soddisfa il risultato che sto ottenendo nonostante lui sia davvero incapace di stare fermo.
Non ho capito cosa sta scrivendo, ha blaterato qualcosa sul "non buttare il tempo che ci rimane" e ha continuato a scrivere. E cancellare. Riscrivere.
Piega la testa all'indietro, facendo scontrare i suoi occhioni dal basso con i miei.
«Harry, sei matto, ho delle forbici in mano...».
Si stringe nelle spalle e sporge in fuori le labbra nella classica posizione in cui le mette quando vuole un bacio. Sorrido mentre mi piego per sfiorarle con le mie, poi lui mi guarda qualche secondo, ricambia il sorriso e torna a scrivere.
È la dolcezza.
E io lo amo.
Finisco di acconciare i capelli quasi mentre lui urla un "ho finito" facendomi sobbalzare e sventolando per aria il foglio pieno di scarabocchi blu.
«Anche io!».
Alza lo sguardo verso lo specchio e si passa le mani fra i capelli corti, con sguardo soddisfatto, per poi ringraziarmi con un altro bacio e passarmi il foglio.
Un "cose da fare" è scritto in grande al centro della pagina.
Poi ci sono dei trattini ordinati ed accanto diverse frasi.
Cinque, per la precisione. Come i giorni che mi mancano per tornare a casa.
Inizio a leggere e quasi piango quando mi rendo conto che ha scritto tutto quello che io avevo in testa questa mattina.
"Un giro per i mercatini di Londra".
"Andare assolutamente al cinema, trasmettono It"
"Il McDonald's non può mancare in nessuna lista bella"
"Dormire sotto le stelle, lo abbiamo già fatto sulla tua terrazza ma è stato davvero poco romantico".
"Sorpresa".
Mi spavento per la sua incolumità quando mi butto su di lui così forte che per poco non cadiamo entrambi dalla sedia, ma lui ha sempre avuto i riflessi pronti. Per me.
Ride contro il mio collo mentre io lo riempio di baci, piena di euforia e voglia di vivere questi cinque giorni come se fossero gli ultimi della mia vita. Che poi, è così che mi sento.

E quindi niente, adesso lo sto guardando mentre cerca di camuffarsi.
Se vuoi ti presto la parrucca?
Sei pessima, Emma. Smettila.
La bandana sulla testa, grandi occhiali da sole ed una sciarpa a coprire le labbra perfette.
«Così riesci a confenerti se non vedi le mie laffra».
Mormora con le labbra coperte dal tessuto leggero.
Come se una sciarpa potesse fermare la mia voglia di baciarlo.
L'abbassa, sfila momentaneamente gli occhiali e mi rivolge uno sguardo indecifrabile.
«Voglio sul serio vivere al meglio ogni istante, ok? Troveremo il modo di organizzare lavoro e il resto. Oggi possiamo andare al mercatino e fare un sacco di spese folli e prendere cose che al 90% poi ti pentirai di aver preso, come una qualsiasi ragazza euforica che fa shopping. E poi ti dirò che non fa niente perché tanto nei mercatini di Londra costa tutto così poco.
E domani sera voglio sentirti lamentare tutto il tempo in auto perché non hai voglia di vedere It, perché il trailer fa ansia come mi hai già detto giorni fa, perché non sai che senso abbiano i film horror che ti lasciano solo ansia addosso e sarebbe meglio uno stupido film d'amore. E poi voglio che comunque ti siedi accanto a me in quella stanza e fai finta di non avere paura ma in realtà tremi e ti lasci stringere.
Poi ho voglia di andare al Mc e stavolta vederti diversa dalle altre, mentre mangi porcherie senza pensare agli etti che un panino in più potrà metterti sui fianchi.
E la sera dopo voglio stendermi su un prato qualsiasi e sentirti sospirare perché stai già pensando che è la tua penultima giornata qui. E lo starò facendo anche io ma ti prenderò in giro facendo finta di niente e ti dirò di scattare mille foto perché il panorama è bello ma in realtà vorrò tu lo faccia solo per ricordarti ogni istante quando sarai a casa.
Voglio solo che il pensiero che tutto stia per finire svanisca per questi giorni»..
Lo sguardo più o meno indecifrabile gli è rimasto sul volto per tutto il tempo, mentre le labbra venivano torturate dai denti bianchi per tutto il tempo e le mani non la smettevano di giocare fra di loro.
Avrei un bisogno folle di rispondergli che lo amo da morire.
Avrei un bisogno folle di sputare tutte le parole che mi tengo dentro da due anni, da prima ancora di capire che questo sentimento ha un nome.
Avrei un bisogno folle di agire, di fare qualcosa, di muovermi.
Ma ancora una volta il silenzio vince ed è Harry a doversi avvicinare, perché tanto lo sa che è quello che voglio anche io.
Mi stringe come si stringe chi sta per cedere e spaccarsi in mille pezzi, mi stringe come si stringe chi è già frantumato e si vuole solo evitare che questi pezzi si sentano liberi di spargersi per casa lasciando il cuore scoperto.
Mi stringe ed io risento le sue parole attraversarmi prepotentemente.

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora