Il tuo nome inciso ovunque

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Il primo ad entrare in stanza è un sorridente Niall.
Riconosco gli occhi e i capelli chiarissimi che avevo intravisto qualche ora fa e ricambierei il sorriso se non mi sentissi morire.
Al seguito, Liam che inciampa sullo scalino perché troppo preso dal telefono.
Subito provo empatia per questo ragazzo, come per tutte le persone che inciampano di continuo.
Comunque, ecco Zayn.
Una bellezza fuori dal comune e un'espressione seria. Rotea gli occhi quando Liam gli finisce addosso.
Sospiro profondamente e cerco di sorridere, ma penso che sul mio viso non sia comparso chissà quale sorriso ammaliante, anzi.
Ed eccolo.
Ecco la persona la cui assenza mi ha portato all'esasperazione per due anni ed ecco la persona la cui per altri tredici però ha salvato la mia vita.
Ecco la persona che mi ha stretta a sé un'infinita di volte, ecco la persona con cui ho condiviso quasi tutta la mia vita, ecco la persona che ho amato inconsapevolmente, ecco la persona che sapeva sempre cosa fare e quando, ecco la persona migliore che io abbia mai conosciuto.
Ricaccio indietro le lacrime e ignoro il nodo alla gola, deglutisco, ma non se ne va.
Harry, la mia metà, parla con un'apparente tranquillità a Louis che gli sta affianco.
Il castano scuote la testa con un sorriso e lo spintona un po', poi si volta a guardarmi e di conseguenza lo fa anche Harry. E smette di sorridere.
Restiamo qualche secondo a fissarci, finché controvoglia guardo anche gli altri per non sembrare una pazza in fissa con Harry.
Ho decisamente bisogno di stringerlo.
Fa così tanto male averlo qui e fingere che sia un estraneo.
«Ehy!». Niall mi sorride e cerco un po' di supporto nei suoi occhi dolci.
Così, mormoro un saluto di risposta e lui mi si avvicina per salutarmi.
Mi ritrovo senza neanche sapere come fra le sue braccia.
La sua dolcezza mi ricorda quella di Luke.
Sorrido al ragazzo quando mi lascia andare, voltandomi poi a guardare il resto del gruppo.
Liam mi saluta alzando il capo per poi tornare a digitare con velocità sul suo cellulare.
Zayn accenna un sorriso restando sulle sue con l'aria un po' pensierosa.
Louis mi fa l'occhiolino alzando la mano in un saluto un po' infantile, che ricambio velocemente.
Ed Harry non fa altro che fissarmi in silenzio.
Sussurro un saluto che penso di aver sentito solo io.
O forse no, perché lui sussulta lievemente e si passa una mano fra i capelli.
«Ciao, sono Harry».
Dice poi.
Ciao, sono Harry.
Vorrei ridere e prendere qualsiasi cosa qui intorno per lanciargliela addosso. Razza di stronzo, lo so chi sei.
Il tuo nome ce l'ho inciso ovunque dentro, in ogni organo.
A partire dal cervello che la tua assenza ha fottuto, ai polmoni che non collaborano, al cuore che non sento più mio per quanto è invece tuo.
Louis ridacchia e interrompe i miei pensieri.
«Penso lei lo sapesse. Tu sei?».
Come cazzo mi chiamo?
«Lei è la signorina Sarah Taylor».
Harry si morde le labbra pensieroso, ma poi lascia perdere annuendo.
Voglio andare a casa, davvero.
Mi sento soffocare qui, non è questo il mio posto, non è giusto che sia così.
«Allora Sarah, se lei è disponibile c'è un bel po' di lavoro da fare, iniziando dalla prossima settimana».
«Sì, sì certo!».
«Purtroppo i ragazzi hanno prima delle cose da risolvere, incontri da fare,». Niall sbuffa e lui alza gli occhi al cielo «Quindi riesce ad arrivare qui, mh... mercoledì prossimo?».
«Cosa ti viene in mente Paul? Andrai a prenderla a casa, ovviamente».
Niall. Cazzo.
Lui annuisce.
«Va bene. Se mi segna il suo indirizzo allora poi prendiamo appuntamento».
Posso dirgli che sono in hotel? È davvero imbarazzante.
«La state agitando. Sarah, lasciaci il numero, ci sentiamo poi per organizzarci».

È Harry a parlare, che inconsapevolmente mi salva come ha sempre fatto.
Almeno il numero l'ho cambiato in questi mesi. Non che se lo ricordi, ma almeno questo!

Lascio quindi il numero a Paul e dopo un veloce saluto a tutti esco velocemente dall'atrio.
Spero che diano la colpa del mio comportamento al fatto che comunque ero davanti ai One Direction.

«Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio!».
Continua a ripetere Tess mentre salta sul letto, accanto alla mia testa che sento esplodere.
«Vuoi lasciarla respirare o a domani non ci arriva?».
«È stata assunta. Harry l'ha assunta!».
Replica lei ad un tono di voce particolarmente alto, come se non capisse perché diavolo non stiamo saltando tutti con lei.
È particolarmente fissata con i salti, comunque.
«Ti prego strappami via questa parrucca, Tess».
Interrompe il suo teatrino che in qualsiasi momento avrei trovato divertente e che avrei sicuramente condiviso se stessimo guardando una serie tv invece che vivendo la mia vita, per poi sedersi accanto a me.
«Non sei felice?».
Mi sfiora il viso piano, con una smorfia preoccupata.
Questa ragazza è così lunatica, ma la adoro per questo.
Non sono felice? Quello era Harry. Il mio Harry.
E per rivederlo ho dovuto mettere una parrucca, delle lenti, inventare un nome, farmi file chilometriche per mostrare delle stupide foto e passare per scema per una reazione che non dovrei aver avuto, tutto questo non sarebbe dovuto succedere.
È Harry. Era il mio Harry.
Sono felice?
Sono perplessa, pensierosa, piena di domande e di paure e di "Ma che cazzo hai fatto?" che mi ruotano in testa e che posso leggere scritti anche nello sguardo di Nate.
Lo sono, certo che un po' lo sono.
Eppure al tempo stesso mi sembra tutto sbagliato, tutto fuori dal normale, tutto degno di una bella serie tv che però di vero non ha niente.
Invece questa è proprio la mia vita.
E tutto questo mi sembra così inutile, così sbagliato.
Il mio silenzio fa sospirare Tess, le cui mani armeggiano fra i miei capelli e poco dopo ciocche scure mi cadono sulle spalle.
La cosa che mi fa sorridere e riflettere è che sono così stressata che per un attimo ho pensato "dovrei chiamare Harry" ma Harry non c'è più ed io sono stressata e agitata e fuori di me, proprio per questo. 

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora