Come due anni fa

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Sono fra mille persone.
Sono tornata dal lavoro, il tempo di rendermi decente e ho trascinato tutti fuori.
Siamo nel pub di qualche giorno fa.
Mi sono resa conto che è davvero da stronza essere qui con loro e non godermeli, perché non è giusto mettere da parte qualcuno che ci sarà sempre per me, con qualcuno che forse non lo merita così tanto in questo momento. Però me ne sono un po' pentita e continuo a pentirmene mentre mi prendo qualche secondo per guardarli: Luke tiene sotto controllo Loren e tutti i ragazzi che le ballano incontro, ma lei non vede nessuno perché ha gli occhi chiusi.
Poi li apre all'improvviso e cerca proprio il biondo, seduto ad un tavolino affianco. Il suo sguardo deve riportarla qui fra tutti noi, perché poi si guarda intorno ed alza gli occhi al cielo quando vede i ragazzi attorno: Torna quindi a guardare Luke, gli sorride, gli si avvicina, si siede fra le sue gambe e lo bacia.
Lo sorprende e ride sulle sue labbra, consapevole.
Mi sento di troppo, devio lo sguardo verso Nate e Tess.
Sono seduti al bancone.
Lei beve e lui guarda in basso, passandosi una mano fra i capelli.
Mi sento un po' di troppo, mentre guardo evolversi amori che a casa avevano paura di venir fuori.
In ogni caso, una stanchezza improvvisa più mentale che fisica si impossessa di me.
Approfitto di Luke appena resta solo, per avvisarlo che sarei rientrata in hotel ed esco fuori, per chiamare taxi che mi ci porta.

Mi basta mettere piede per terra per sentire la solita sensazione che si impossessa del mio stomaco quando so che c'è Harry nei paraggi.
Sembra stupido, sembra finto, ma io lo sento con ogni parte del mio corpo prima che i miei occhi lo vedano.
Ma perché dovrebbe essere fuori dal mio hotel?
Quando alzo lo sguardo e me lo trovo di fronte capisco che può rispondermi lui.
Sarebbe proprio la prima cosa che gli chiederei.
Se lui non avesse i capelli legati in modo impeccabile, una maglietta tanto aderente che dà l'impressione già a guardarlo di star toccare quel corpo perfetto, i jeans aderenti a fasciare le sue gambe ed una giacca nera.
Adesso la prima cosa che vorrei chiedergli è di chiamare un'ambulanza.
È accanto alla sua macchina e si guarda intorno anche lui, mi cerca.
Stordita, mi nascondo dietro un albero.
Come cazzo faccio ora? Sono leggermente mora!
Lo fisso da lontano ed approfitto dei secondi in cui si gira verso il telefono per correre come una pazza dentro l'hotel.
Mi becco anche un "tutto bene signorina?" di qualcuno.
È notte fonda ed io cerco di non fare ancora rumore, raggiungendo la mia stanza.
Metto subito questa cazzo di parrucca sperando di non perderla all'improvviso, le lenti che sto odiando e gli scrivo.
"Buonanotte." Ma sì, facciamo finta di niente.
"Ma sei proprio una notturna, eh?"
Sorrido, me lo diceva sempre.
A volte quando dormiva da me, si svegliava per bere o andare in bagno e mi trovava a giocare con i suoi capelli o qualcosa del genere. Poi mi diceva che potevo svegliare anche lui se qualcosa mi preoccupava e "Ora ti tengo io compagnia", ma puntualmente si addormentava sulle mie gambe.
Guardo l'orario, sono le 2.
I ragazzi non torneranno prima di altre due ore.
"Sono qui sotto."
Mi sto chiedendo ancora cosa rispondergli per non sembrare una disperata, quando aggiunge:
"E ora sono dietro la tua porta".
"Ehi, non ridere di me".
La mia risata si intensifica mentre scrivo "Apri, scemo".
E poi mi muore in gola quando me lo ritrovo davanti.
È di una bellezza che mi toglie il respiro.
«Non dovresti lasciare la porta aperta...».
Il suo sguardo vaga sul mio corpo, sul vestito nero che me lo fascia, sulle scarpe alte che sto sfilando.
Cadono per terra, facendo un rumore sordo nel silenzio che improvvisamente ha riempito la stanza.
In effetti sono poco vestita, su un letto, con un ragazzo accanto alla porta.
Con Harry accanto alla porta.
«Cosa ci fai qui?».
«Perché indossi quel vestito?».
Le domande lasciano nello stesso momento le nostre labbra, accavallandosi ma risultando comunque abbastanza chiare.
«Sei bello da morirci, stasera».
Ok, questo non avrebbe decisamente dovuto lasciare le mie labbra.
Ride, quando arrossisco.
Il modo sinuoso in cui mi si avvicina mi fa sentire caldo ovunque.
Le sue ginocchia sul letto fanno muovere il materasso, il mio corpo.
Mi scavalca e mi si stende accanto, il mio respiro è così irregolare che penso morirei se lui mi sfiorasse.
Il suo petto si muove in modo discontinuo e mi sembra di sentire il suo cuore battere.
Apre la bocca per dire qualcosa che poi gli resta sulle labbra quando le richiude.
Dopo un po', chiede «Dove sono gli altri?».
«In un pub».
«Sei andata così in un pub?».Mi guarda imbronciato.
Non so come precedentemente riuscissi a non avere voglia di baciare ogni suo broncio.
I miei occhi si fermano per non so quanti secondi sulle sue labbra, il tempo necessario per vedere come si forma un sorriso sghembo e sexy. Un sorriso che dura poco, lasciando un'espressione incerta sul viso mentre mi metto a sedere.
Studia il mio viso come se stesse cercando di capire qualcosa ed io mi sento nuda.
L'idea che lui sappia chi sono mi attraversa la mente ogni giorno ormai, ma la spingo via e faccio finta di niente.
Mi schiarisco la gola e lo guardo dall'alto.
«Si, sono stata in un pub..».
«C'era molta gente?».
Scoppio a ridere, mi ha chiesto davvero se c'era molta gente in un pub di Londra?
Alza gli occhi al cielo, sentendosi chiaramente stupido.
«E tu? Da quanto eri giù?».
«Sono stato con una ragazza qui vicino e mi sono fermato un attimo qui».
Ahia, questa fa male.
Provo a fare finta di niente, nonostante la gelosia mi si sia attanagliata nello stomaco e il prurito si sia impossessato delle mie mani.
«Sarà stata una serata noiosa se sei ancora così... ordinato.».
Oddio, l'ho detto.
La sua risata riempie la stanza, «Perché, Sarah?».
Mi avvicino un po'.
Le mie mani toccano le sue braccia nude e risalgono sulle spalle, in un attimo di coraggio. Posso pur sempre dare la colpa all'alcool che in realtà non ho bevuto, ma lui non lo sa.
«Perché...».
Salgo ancora fino a sfiorare le sue labbra incerta, con le dita.
I suoi occhi si chiudono e io sorrido.
«Se fossi stata in lei...».
Le mie mani giocano fra i suoi capelli, le mie gambe sfiorano le sue.
Ciocche lunghe di capelli ricadono sulle sue spalle, fra le mie dita.
«Non ti avrei di certo fatto uscire di casa come se avessimo passato il tempo a guardare la tv.».
Apre gli occhi e sbatte le palpebre per un paio di secondi, fissandomi intensamente.
Le sue labbra sono un chiaro invito per me, ma un invito che non posso accettare.
Sono Emma, lui non lo sa e se lo sapesse non vorrebbe baciarmi.
Torno al mio posto e lui riprende a respirare.
Ridacchio soddisfatta.
«Guarda che sei proprio stronza, però!».
Ride mentre lo dice e si passa una mano fra i capelli sciolti.
«Ero qui da un po', conciato così per conquistare una stronza.».
Il mio cuore saltella nel corpo liberamente, come se non fosse bloccato dalla gabbia toracica.
«Mi piaci molto.». Aggiunge, i suoi occhi che lenti mi scivolano sul viso.
Cerco di incrociarli e me ne pento, perché sono puri, sono intensi, sono belli da togliermi ancora di più il respiro.
«Ma tu devi tornare a casa... e la lontananza mi ha già ucciso una volta.». Deglutisce e mi sembra di sentirgli dire "Non posso allontanarmi da te un'altra volta. Fermiamoci. Che stiamo facendo?".
Ma io non ne posso più delle domande, dei freni, delle paure.
«Ehi, chi te lo dice che ricambierei l'interesse, se anche non dovessi andarmene?». Provo ad alleggerire la situazione.
Lo prendo in giro e lui lo sa che scherzo, ma mi manda a fanculo lo stesso mentre gli faccio una linguaccia.
«Mi cambio un attimo».
Annuisce mentre mi alzo.
È un dejavu tornare e trovarlo lì steso ad aspettarmi ed è un dejavù accoccolarmici addosso.
Mi parla piano, e con la stessa calma sfiora le mie braccia scoperte.
È come se avesse paura di disturbare, di svegliare qualcuno.
E a me piace, mi piace perché mi sento contenta, mi piace perché se chiudo gli occhi e non vedo le ciocche bionde che mi circondano e non vedo l'hotel, non vedo il suo viso maturo, mi sento come mi sentivo due anni fa. 

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora