Non è mai troppo tardi per questo

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I'm in love with the shape of you
We push and pull like a magnet do
Although my heart is falling too
I'm in love with your body
And last night you were in my room
And now my bedsheets smell like you
Every day discovering something brand new
I'm in love with your body
«Tess se non la smetti di ballare sbando! Ma chi ti ha fatto sedere qua davanti???».
Io adoro quando Nate e Tess litigano, sul serio.
Che poi in realtà lui discute da solo, perché lei in questo momento è troppo impegnata a duettare con Ed Sheeran.
Sorrido quando Nate cerca il mio sguardo nello specchietto, esasperato.
La mano di Tess scivola di nuovo sulla radio ed il volume viene alzato notevolmente.
E ormai le voci non si distinguono più, perché cantiamo tutti come pazzi mentre l'auto ci porta in aeroporto.
Tutti tranne Nate, ovviamente. Ma a me non sfugge il modo in cui si morde il labbro inferiore per trattenere un sorriso e neanche come scuote piano la testa.
Vedevo questo viaggio così lontano e invece eccomi qui, a qualche chilometro dall'aereo che porterà me e questi pazzi a Londra per tre settimane, il sogno di una vita.
«Ma secondo voi nel nostro gruppo manca un membro?».
La voce dolce di Luke sbuca fra le note di un'altra canzone meno interessante, mentre Tess con una smorfia abbassa il volume.
«Che vuol dire che manca un membro?». Nate aggrotta le sopracciglia, pensieroso.
«Abbiamo quello affascinante...». E ovviamente sta parlando di sé stesso.
«Quello dolce e carino. La rovina sorprese...».
«Non hai davvero una descrizione migliore per me?». Tess lo guarda decisamente imbronciata e lui le sorride.
«Con te non è il non avere aggettivi, è che ce ne sono così tanti fra cui scegliere che viene difficile farlo. Quindi ho preso il meno offensivo»..
Lei alza gli occhi al cielo, voltandosi dall'altra parte.
«Sto scherzando Tess, il gruppo non sarebbe lo stesso senza di te, lo sai».
Lo dice così velocemente e con la stessa velocità continua a parlare, come se non avesse pronunciato nessuna parola. Ma non per lei, e le sue guance arrossate non lo nascondono.
Questi due non me la raccontano giusta.
«Poi abbiamo la depressa imbranata». E mi fa l'occhiolino, mentre io lo guardo male.
«E la psicopatica».
«Nate, non pensi di essere stato davvero troppo gentile con queste descrizioni?».
Luke lo prende in giro mentre praticamente lacrima per le risate.
«Dici, orsacchiotto?».
Il biondo alza gli occhi al cielo, poi riprende il suo discorso.
«Comunque dicevo solo che ora in aereo uno di noi deve stare solo, ma se fossimo sei non entreremmo in auto, questo è un bel problema».
E sì, questo è proprio un bel problema. Come faremo a vivere?
Il tipo affascinante alla guida borbotta un "Che pensieri interessanti..." mentre cerca parcheggio, e io subito riconosco i suoi genitori che chiacchierano con quelli di Tess.
Rido al pensiero che siano qui solo perché ci servivano le auto per trasportare i bagagli.
Se quella della famiglia di Nate non fosse così grande non sarebbero neanche bastate.
Ma come biasimare tre ragazze che devono vestirsi per ben ventuno giorni tenendo conto di ogni evenienza possibile?
Quando scendiamo dall'auto sembriamo dei bambini di otto anni che stanno per compiere la loro prima gita, con tanta euforia e gli occhi che brillano.

È un altro mondo. È davvero un altro mondo.
Un mondo decisamente bellissimo.
Le ore in aereo sono passate velocemente, nonostante io abbia insistito per sedermi da sola: Grazie a Dio affianco a me c'era un uomo piuttosto silenzioso, quindi ho trascorso il viaggio con gli occhi appiccicati al finestrino e le cuffie nelle orecchie.
Siamo atterrati da qualche minuto e ancora non abbiamo fatto un passo, troppo sopraffatti da questa città.. e ok, anche da questa quantità sproporzionata di gente.
Loren sta chiamando l'hotel perché qualcuno venga a recuperare noi e le valige.
Inevitabilmente penso ad Harry che è in questa città esattamente come me.. chissà se avvisarlo cambierebbe qualcosa.
«Emma?».
Mi volto nel momento esatto in cui il telefono di Nate scatta.
E ovviamente uno scatto non basta, perché poi Tess gli salta sulle spalle – è un koala questa ragazza – , e non la smettiamo di metterci in posa finché non arriva qualcuno a prenderci.
Mi sento così già felice ed innamorata di questa città e non riesco a smettere di pensarlo quando entriamo in auto e rimaniamo con i volti appiccicati al finestrino.
L'hotel "The caesar" attira la nostra attenzione appena gli passiamo davanti, mentre l'autista cerca parcheggio.
Definirlo hotel è seriamente un'offesa, perché diciamo che per questo viaggio ci siamo un po' viziati... Tess conferma le mie parole lanciando un urlo stridulo, mentre Loren sorride scendendo dall'auto.
Qualcuno si occupa delle nostre valige mentre ci dirigiamo all'interno.
Ok, direi che fare gli straordinari è servito, dai.
Anche se in realtà spero di stare qui dentro il meno possibile.
L'ascensore è già in nostro possesso e nonostante qualcuno stesse cercando di intrufolarsi con noi, Nate è stato più veloce.
«Avete visto che pancia aveva? Ci avrebbe schiacciati».
Lo guardo male ma rido, rido e mi sento libera, mi sento vuota di quel vuoto positivo, rido e mi sento serena come non ero da tanto tempo. L'aria di questo posto deve avere qualche strano beneficio.
«Sono le 20, doccia al volo e andiamo a cena fuori?».
«Hai idea di cosa voglia dire "doccia al volo", per tre ragazze?». Luke ridacchia.
Tess sorride con innocenza, stringendosi nelle spalle.
«Faremo il possibile».
Poi afferra con una mano me e con l'altra una silenziosa ma felice Loren e raggiungiamo la nostra stanza.
Immediatamente ci dedichiamo alla scrupolosa supervisione di ogni metro della camera, dai dettagli in pietra antica sul muro che danno un'aria rustica ma piuttosto elegante al bagno personale in cui Tess corre a aprire le confezioni di shampoo – è fissata – per poi tornare davanti al letto: Tre letti singoli sono avvicinati e ne creano dunque uno enorme.
Che attira fin troppo la nostra attenzione. E quindi, non so neanche come, ci ritroviamo a saltellare sul letto.
Oh, andiamo, chi è che non testa in questo modo il materasso in un hotel?! Persino Loren sta ridendo con noi.
Evidentemente però Luke e Nate non la pensano così, a giudicare dal fatto che sono già vestiti di tutto punto e con un'espressione sorpresa, alla nostra porta.
«Che cazzo fate?».
«Non hai chiuso a chiave?!».
La voce di Nate si sovrappone a quella di Loren, mentre Tess crolla a sedere con un tonfo e un urlo.
«Lo sapevo. Cosa ti avevo detto?».
Il sorriso di Luke è divertito, mentre tira una gomitata al ragazzo esasperato al suo fianco.
Non dice niente, mentre la mora si alza dal letto a testa alta e sguardo convinto – come se non avesse appena finito di saltare su un letto – per dirigersi alla sua valigia, afferra qualcosa al volo e si appropria del bagno.
Chissà perché, penso ceneremo molto tardi.
Luke chiacchiera con Loren, mentre Nate mi segue sul balcone.
Il silenzio regna sovrano per un po' e mi piace non sentirmi obbligata a colmarlo.
Con lui è sempre così.
Non esistono parole o frasi di circostanza, con lui esistono i dialoghi brevi ma essenziali.
«Come stai?». Dice solo dopo un po', realmente interessato.
«Sto bene. È veramente tutto troppo bello per essere triste...». Mi lascio andare ad un sospiro, riprendendo poi la frase «Sapere che è nella mia stessa città è strano»..
Annuisce, pensieroso.
«Vorresti incontrarlo? È così strana come situazione... la città è davvero troppo grande.. ma magari è destino, che ne pensi?».
Sorrido, è davvero strano sentirlo parlare di destino.
«Se penso ad un suo abbraccio mi vien voglia di girare con un megafono tutte le piazze, o suonare ad ogni singola casa di questa città pur sapendo che non ce la farei mai»..
Fa una smorfia che identifico come dispiacere e l'argomento si chiude. Non nella mia mente.


I capelli rosso fuoco di Loren le ballano intorno mentre lei muove i fianchi al ritmo della musica che inonda il pub.
Non ci piacciono poi tanto questi locali e non siamo del team #Bereperdivertirsi.
Non che ci sia nulla di male, ma preferiamo fare cazzate e ricordarle tutte il giorno dopo.
Questo non vuol dire necessariamente non toccare alcool, ma farlo con "responsabilità", se così si può dire.
In ogni caso, questo pub invece ci sta piacendo molto, e trovare un bel posto la prima sera, non è affatto male.
Torno a guardare Loren che, circondata, si lascia andare.
Inconsciamente cerco con lo sguardo anche Luke, trovandolo proprio dove immaginavo: A qualche metro da Loren, con gli occhi chiari oscurati dalla folle gelosia che lo sta divorando.
Non so se ho più voglia di sorridere per la tenerezza della scena, o piuttosto di andare da lui e obbligarlo a raggiungerla.
Dopo quella volta del nostro primo incontro in cui ci ha provato con me, quando ha conosciuto Loren ha letteralmente perso la testa.
Ma senza mai provarci spudoratamente, il che è ancora più grave, perché denota quanto non sia semplice attrazione ma qualcosa che si è trasformato in qualcosa di ben più profondo.
E questo è un fatto di pubblico dominio, nel senso che lo sa lui –il che non è una cosa da sottovalutare – , lo sappiamo noi del gruppo, lo sa mezzo paese, lo sa pure Mark.
Lo sappiamo tutti, tranne Loren.
Non so se questo possa essere un bene o meno.
Credo che lei nasconda tanta voglia e bisogno di essere amata e di amare a sua volta, ma al tempo stesso credo Luke sia troppo dolce.
«Non si dichiarerà mai»..
Tess mi siede accanto, sfiorando con le mani la corta gonna nera che le fascia le cosce.
«E mi dispiace tanto, perché non dichiararsi fa forse più male di un rifiuto. Soprattutto se si fa parte dello stesso gruppo»..
Cerco i suoi occhi, inarcando le sopracciglia. Ma lei devia il mio sguardo.
«O almeno immagino sia così». Aggiunge poi, sorridendo.
Stasera mi sembra tutto così romantico, con implicite dichiarazioni che non capisco se siano dovute all'atmosfera o l'aria stessa di Londra, perché dopotutto noi siamo sempre noi.
«Uh, che fatica stare al ritmo con queste canzoni!».
Loren si lascia andare sul divanetto accanto a noi, raggiunta poco dopo da Luke.
Nate, intanto, blatera qualcosa di sicuramente noioso ad una biondina che lo guarda ammaliata. Il tutto dura poco, perché poi ci raggiunge anche lui con una smorfia sul viso.
«Mi sono quasi sentito stuprato ragazzi. Mi stava divorando con lo sguardo!».
Scoppio a ridere, in effetti la tipa era piuttosto esplicita.
Mi chiedo perché sto notando solo stasera lo sguardo di Tess in questa situazione che non è poi così rara. E mi chiedo anche se lo stia notando anche Nate.
Butto giù il liquido dolce che riempiva il mio bicchiere da quando siamo arrivati un paio di ore fa, mentre una domanda riempie la mia mente: Non era Parigi la città dell'amore?
Subito dopo un'altra: Se Londra è così sdolcinata, può far sì che Harry capisca che non si vive senza di me? Non è mai troppo tardi per capire questo.

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora