È una cazzata.
Sto decisamente facendo una cazzata.
Sento le mani abili di Tess lavorare fra i miei capelli e subito dopo mi dice di tirar la testa in su.
Davanti ho lo specchio e mi sento stupida: La parrucca bionda è lunga, lunga un po' più dei miei soliti capelli scuri che non ho mai apprezzato fino ad ora, mentre mi guardo in degli occhi verdi che ovviamente non sono i miei.
Mi sento stupida e vorrei buttare via queste lenti insensate e questi capelli biondi, morbidi, lisci... troppo perfetti per essere miei.
In un momento di panico cerco di nuovo i miei occhi castani e non li trovo. Ovviamente.
È una cazzata.
«Respira Emma...».
«Perché mi state assecondando?».
«Perché Nate non l'ha fatto e per poco non lo picchiavi. Ha ancora il broncio, perso da qualche parte in hotel»..
È solo che ho pensato che non posso presentarmi lì come una disperata, Harry riderebbe di me. Non so neanche se riuscirò a presentarmi davanti a chi di dovere o se ci sarà troppa gente anche solo per questo, ma se c'è la minima possibilità che lui mi veda, non posso certo presentarmi nelle vesti di Emma.
«Non ce la posso fare».
Luke ridacchia e vorrei picchiare anche lui, cosa c'è di divertente?
Guardo Tess e Loren in cerca di conforto.
Sto davvero pregando per essere assunta come fotografa del mio ex migliore amico travestita da un'altra persona? E se chiederanno documenti? Insomma, avrò sicuramente bisogno di stupidi documenti.
Ho già detto che davvero non ce la posso fare?
«Torniamo a casa, vi prego».
Loren è esasperata più o meno come al solito lo è Nate, il che non è positivo.
«C'è il taxi giù».
Ecco lui, incazzato come poche volte l'ho visto: Mascella rigira, braccia incrociate mentre è poggiato allo stipite della porta con la spalla.
E mi pento d'aver addirittura insistito affinché mi lascino andare da sola, perché diamine l'ho fatto?
Una volta io ero quella ragionevole, quella che queste cazzate le evitava come la peste.
Cos'è successo poi? Quando sono diventata così stupida e anche indipendente da decidere che posso fare una cosa del genere da sola?
Probabilmente inciamperò e non ci sarà Nate a prendermi.
Torno a guardarlo, dopo aver salutato al volo gli altri.
«Mi accompagni giù?».
Annuisce con indifferenza e sospira di continuo mentre raggiungiamo l'ascensore in fretta.
«Nate, non avercela con me...». Brontolo, cercando di addolcirlo con la mia espressione più dolce e fallendo miseramente.
«Come posso non essere infastidito se ti infili in una cazzata simile per entrare in un contesto che lo riguarda? Probabilmente è solo questo, lo sai, avere un contesto in comune con lui per qualche minuto.».
Ovviamente non pensa che io possa essere assunta.
«Non sto sottovalutando le tue doti.».
Stringo al petto la cartella con le mie foto più belle, che abbiamo scelto e stampato stamattina, e mi sento stupida. Si può piangere con le lenti colorate o rischio di ritrovarmi con un occhio verde ed uno marrone?
Le sue braccia mi cingono la vita mentre mi sfiora i capelli con una smorfia.
«Sei decisamente più bella mora. Vai, prima che l'autista ti lasci qui. O che io ti trascini dentro.
A dopo, Hannah Montana.».
Sorrido al riferimento più che giusto e salgo nell'auto, imprecando quando l'autista sgomma e io finisco col corpo in avanti.C'è gente. Forse meno di quanto mi aspettassi, ma ovviamente c'è gente, un bel po' di gente.
Stringo le foto al petto mentre cerco un angolo in cui rifugiarmi.
Il posto in cui aspettiamo è all'aperto e la giornata decisamente calda.
Mi guardo intorno di continuo sperando di distrarmi, ma credo sia impossibile.
Ci sono tantissime ragazze che delle guardie stanno allontanando: Magliette con il volto della band stampata su e le lacrime sul viso. Palesemente fans. Come si può biasimarle?
«Ho sentito dire che dentro ci sono tre persone. Tre. A giudicare il nostro lavoro come se dovessimo andare a fare un servizio fotografico al nipote della regina».
Un ragazzo moro, dall'aspetto piuttosto elegante, sbuffa.
È al telefono e non sembra assolutamente nervoso.
«Se solo non fosse per la paga...».
Continua poi, sottolineando un aspetto che non ho assolutamente preso in considerazione.
Intanto degli uomini continuano a cercare di tenere la situazione il più professionale possibile, allontanando chi tenta di intrufolarsi senza neanche la cartella delle foto e chi non prova per niente a camuffarsi per chi non è. Non come sto facendo io.
Sospiro profondamente e finisco la mia bottiglia d'acqua, per poi sedermi e sfogliare distrattamente le foto che ho scelto con i ragazzi.
Il sorriso che non trattengo è uno di quelli dovuti solo alla propria passione: Quei sorrisi spontanei, appena accennati, eppure sentiti più che mai.
I miei modelli sono per lo più i miei amici: Luke e Loren che sbuffano il fumo di una sigaretta sorridendosi complici sotto le stelle, Tess in una delle sue performance mentre salta e sorride, Nate alla guida.
Secondo me l'arte sta nelle piccolezze e la vera missione è coglierla.
Io vedo arte ovunque, e lo testimoniano queste foto che per quanto mi facciano sentire piccola in un momento in cui sono circondata da persone davvero talentuose, nello stesso tempo mi fanno sentire fiera di me.
Perché l'uomo che ancora è al telefono probabilmente fotografa per lavoro i migliori edifici, i più particolari modelli in posa per lui... senza notare come brillano gli occhi alle ragazze in fondo alla strada nonostante il loro sogno non sarà realizzato oggi, senza notare come i raggi del sole facciano brillare il sorriso di un ragazzo che incoraggia l'amica, senza notare i giochi meravigliosi che fanno le ombre.
Chissà se ha mai intrappolato momenti che non torneranno più, se ha mai intrappolato persone che non conosce nel suo obiettivo, se ha almeno qualche foto scattata all'improvviso per essersi trovato nel posto giusto in un momento complice in cui magari la luce non era delle migliori ma prendere la macchina fotografica per rubare quell'istante era obbligatorio.
A me non importa se non ho le migliori foto, io so che le mie sono in grado di trasmettere qualcosa.
Harry me lo diceva sempre.
Richiudo la cartella e sospiro profondamente, ormai le persone stanno iniziando a diminuire e io sento la testa esplodere, lo stomaco sottosopra e i capogiri dettati dall'ansia.
Passano altri minuti con una lentezza esilarante ed io passeggio in questa zona come se non stessi facendo una grande stronzata, ma fossi qui per caso.
Cerco dell'ombra, ma è piuttosto difficile trovarla.
Alzo lo sguardo da terra e due occhi con un colore così chiaro da sembrare trasparente, attirano la mia attenzione, da dietro il vetro di una porta con su scritto in almeno cinque lingue "Vietato l'accesso".
Gli occhi del ragazzo si spalancano quando incrociano i miei, come se avessi appena scoperto un ladro con le mani nel sacco, e lentamente scivola giù lasciandomi vedere prima solo i capelli chiari e poi il nulla, quando una tenda scura oscura il tutto.
La scena mi lascia perplessa e cerco di ricordare chi può avere quegli occhi, perché son certa di avergli già visti da qualche parte.
Il mio cuore perde almeno cento battiti quando realizzo che quello era Niall Horan e che lì dentro c'è sicuramente anche Harry.
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Gotta be you || Harry Styles
FanfictionHarry ed Emma sono la non classica coppia di amici che fa pensare al 50% delle persone "ma allora l'amicizia fra uomo e donna esiste" ed al restante 50% qualcosa simile a "ma siete ciechi? Se questa è solo amicizia, gli asini volano". Ma se son solo...