Ieri, ho avuto modo di spiegare l'accaduto solo a Loren e Luke.
Tess mi ha vietato ogni forma di dialogo, ma in ogni caso non le avrei potuto dire che Nate ha finalmente capito che cosa vuole. In un modo piuttosto discutibile, se posso dirlo.
Probabilmente questo avrebbe risolto tutto, ma non sta a me farlo e lui è poco affidabile e deciso al momento.
È stata la domenica più lunga di sempre, lenta e terribilmente silenziosa senza le sue battute e senza i loro battibecchi.
Anche il rientro a lavoro questa mattina non è stato dei migliori.
Niall mi ha accolta con i suoi soliti modi di fare e un abbraccio che avevo proprio bisogno di ricevere, infatti mi sono stretta a lui più del solito.
Zayn, dopo aver lavorato insieme, si è aperto abbastanza con me e mi ha sorriso, mentre Liam è sempre il solito distaccato e con la testa altrove.
Louis mi ha guardata con circospezione, non capendo la situazione quanto in realtà non la capisco io.
Harry non mi ha calcolata per nulla.
E quando il suo migliore amico gli ha chiesto se volesse lavorare prima lui con me, lui ha detto di no.
Tutte le loro reazioni sono sbagliate, io quel bacio non lo volevo.
Avrei fatto di tutto per sentire altre labbra sulle mie.
Harry mi manca ancora nonostante io ce l'abbia a due metri.
Mi manca come se non lo vedessi da due anni.
Mi manca quasi quanto mi è mancato tutto questo tempo e davvero l'idea che lui sia così premuroso con una ragazza che non conosce, mi manda in crisi.
Prima lo era solo con me, non dava attenzioni a nessun'altro.
«Sarah?».
«Mh?».
Louis mi siede accanto mostrandomi una polaroid.
«Come ti sembra?».
Il punto della situazione è che ora Nate ha capito quello che doveva capire in modo anche un po' egoista, ma questo non basta. Ed io proprio perché penso che lei meriti dimostrazioni aspetto che sia lui a dargliele, sorbendomi l'ingiusta indifferenza di cui mi riempiono le persone a cui tengo di più.
«Sarah,». la sua voce mi distrae da questo turbinio di pensieri «Louis sta cercando di parlarti da dieci minuti.».
Guardo mortificata il ragazzo davanti a me e gli chiedo scusa. Avevo già pensato a come sarebbe stato lavorare con lui e sicuramente altri scenari mi erano apparsi in mente.
«Ehi, manco un weekend e me la riducete così?».
Niall mi si butta addosso e mi chiede che cos'ho ed io vorrei solo piangere.
Chiedo ancora scusa alzandomi, mentre dico che stamattina non mi sento proprio bene e che forse è il caso di continuare domani.
Sono tutti preoccupati tranne chi vorrei che lo fosse, dalle sue labbra infatti esce solo un mezzo sbuffo mentre mi dice che mi riaccompagna a casa. Nego categoricamente e dopo essermi scusata per l'ennesima volta nell'arco di pochi minuti, esco dall'edificio.Contrariamente a tutti i film o libri e contrariamente alla volontà di Niall che chiedeva a HArry di seguirmi mentre chiudevo la porta, lui non lo ha fatto.
Se penso a lui come il mio Harry, questa reazione di gelosia potrebbe lusingarmi come ha fatto più volte in passato.
Sono uscita con Marco. Ha 2 anni più di me, quindi ne ha 16. Mi sono pentita di aver detto di sì nell'attimo in cui è arrivato sotto casa con gli occhiali da sole ed i jeans strappati. Anche Harry ha sedici anni ma non veste in modo così... tamarro? Non lo so come definire questo stile, ma a me non piace proprio.
Me ne sto pentendo ancora di più ora, mentre mi squadra in modo strano solo perché sto mangiando il gelato. Mi chiedo se tra qualche anno non sarà un pervertito.
Mi si avvicina sulla panchina. Io non voglio dargli un bacio, non voglio dare il mio primo bacio a un tipo così.
All'improvviso sento la necessità di voltarmi e quando lo faccio trovo Harry davanti a me.
«Emms.».
Urlo il suo nome balzando in piedi e lui sorride.
«Se non ti spiace, Marco, provaci con qualche cogliona uguale a te.».
Non gli dà molto tempo per rispondere, perché mi prende per mano e mi porta via con sé.
Ero più piccola e a farlo impazzire era l'idea di uno stupido bacio a stampo, gli anni successivi chiaramente la sua gelosia non è diminuita e a me non me ne fregava nulla perché incontravo solo casi umani da cui non mi dispiaceva essere salvata.
In ogni caso, se fossimo stati semplicemente Emms ed Harry tutto questo sarebbe normale. Anzi, probabilmente avrebbe tirato un pugno a Nate.
Ma io sono semplicemente Sarah e non capisco perché cazzo portarmi il broncio per una cosa che a lui davvero non dovrebbe interessare.
La vocina nella mia testa suggerisce che magari ha perso la testa per questa bionda che sono diventata, credendo fossi single e ci è rimasto male e io mi ripeto che Harry non è così, Harry non perde la testa così facilmente. Ma in realtà come posso sapere com'è diventato ora?
Non ho voglia di tornare a casa ora, dovrei dare spiegazioni che preferisco evitare. Così come preferisco evitare di vedere chiunque. Quindi, cammino in questa giornata piuttosto fredda, pensando cose che non mi fanno bene.
Mi chiedo infatti se aver capito prima che il mio non era solo affetto, avrebbe cambiato qualcosa. A distrarmi un attimo dai miei pensieri è la città che mi circonda.
Londra è bellissima e decido di tirare fuori dalla borsa la mia macchina fotografica.
L'obiettivo cattura figure varie, figure in movimento, frammenti di natura e frammenti di meraviglia.
I minuti passano veloci come ogni volta che scatto e dopo un lungo lasso di tempo decido di sedermi su una panchina in marmo in un parco, circondata da bimbi che si rincorrono.
Mi torna in mente il giorno della promessa.
A disturbare la mia quiete, un clacson insistente.
Sfilo la giacca e chiudo gli occhi, sentendo il vento spostarmi i capelli.
Il clacson continua ed io sbuffo.
Mi fa male la testa, Loren non è bravissima ad acconciare i capelli...
«Cazzo!».
La sua voce mi arriva dritta nell'orecchio.
«Vieni in macchina prima che mi veda qualcuno...».
Apro gli occhi e mi trovo davanti proprio lui.
«Cosa ci fai...».
La frase mi muore in bocca quando le sue dita si intrecciano fra le mie.
Mi trascina con sé e quasi non faccio in tempo ad entrare in auto, che mi ritrovo fra le sue braccia.
Una sensazione di calore mi riempie, mentre mi stringe.
Le sue dita sfiorano la mia schiena, le mie braccia reagiscono e gli circondano il corpo come avrei voluto fare da giorni interi, da mesi interi.
«Mi dispiace... mi dispiace tanto per come ho reagito. Non posso neanche spiegarti perché, è così contorto. Scusa».
Cerco di non far fuoriuscire le lacrime che vorrebbero scivolare sul mio viso, mi rimprovero mentalmente e le lascio scivolare invece lungo il cuore. Lo stringo ancora più forte e mi sento a casa mia.
Quando mi lascia andare, mi resta piuttosto vicino.
Siamo nei sedili posteriori per questione di comodità e vicinanza, suppongo.
Anche perché l'auto è spenta e penso non abbia intenzione di riaccenderla.
Le sue dita sfiorano le mie in modo casuale, poggiate sul sedile tra di noi.
Per un attimo il pensiero che lui abbia capito tutto mi sfiora la mente, quando vedo il modo in cui mi guarda e lo riconosco.
Ma al momento pensare che sia cambiato e che sia in grado di guardare chiunque in questo modo, è più comodo.
«Dunque, Nate?».
Finge nonchalance ma ovviamente la domanda non è per niente incurante.
Decido di approfittarne anche per sfogarmi e gli racconto tutto, dal rapporto che ho sempre avuto con lui a come la situazione in questi giorni sia cambiata, a quel che prova Tess. A quello che lui mi ha detto dopo il bacio.
Si innervosisce un po', la mano accanto alla mia è chiusa in un pugno ora.
«Scusa eh, ma è stato proprio un bastardo egoista.».
So che un po' è vero, ma non me la sento di accusarlo, quindi mi stringo nelle spalle restando in silenzio.
Poi, sempre così vicini da respirare il suo odore, abbiamo parlato ancora.
Di lui, della sua vita. Mi ha parlato di me, di noi.
E poi mi ha accennato ad un solo innamoramento nella sua vita e nonostante il mio cuore urlasse per avere informazioni, ho ascoltato la mente, perché era più facile.
Mi ha parlato poi dei ragazzo, del loro rapporto.
Di come Niall gli abbia tenuto il broncio dicendo che allora sarebbe venuto lui a cercarmi, ma in realtà nelle grandi città non guida. È così tenero.
Poi, mentre guardava le foto che ho scattato poco fa, ho provato a togliergli dalle mani la macchina fotografica per fargli delle foto ma, nonostante la sua vita sia cambiata totalmente, prova ancora imbarazzo nel farsi fotografare. Infatti ha sorriso scuotendo la testa.
«Ma dovrò farti un servizio fra qualche giorno!». Ho riso anche io, mentre lui si stringeva nelle spalle. Ha poi aggiunto che deve e dovrei separare l'Harry Styles cantante dall'Harry Styles persona.
Un pomeriggio in un'auto fredda, diventa uno dei più belli degli ultimi tempi.
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Gotta be you || Harry Styles
FanfictionHarry ed Emma sono la non classica coppia di amici che fa pensare al 50% delle persone "ma allora l'amicizia fra uomo e donna esiste" ed al restante 50% qualcosa simile a "ma siete ciechi? Se questa è solo amicizia, gli asini volano". Ma se son solo...