A lavoro con Mr Sono Figo

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Il martedì, inizia la seconda parte del lavoro.
Contrariamente al mio primo giorno di lavoro, Niall non si fionda addosso per essere il primo a lavorare con me. E non lo fa nessun'altro, nonostante io li stia guardando da un po'.
«Quindi?».
Harry è seduto in un angolo e mi fa ridere la sua strafottenza. Sa benissimo che i ragazzi stanno aspettando che sia lui a fare la prima mossa.
Poi entra in stanza Zayn. Bello da morire.
«Buongiorno, stronzetta provocatrice!».
Mi sorride con una mezza linguaccia sexy sul viso.
«Buongiorno anche a te, mr "sono figo e lo so, quindi alla faccia vostra il mio primo selfie viene comunque benissimo" o forse dovrei dire mr "mi piace fare foto a sgamo agli altri"?».
Il moro scoppia a ridere, e anche Liam ridacchia.
Poi mi si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia.
In tutto questa confidenza improvvisa, ho leggermente dimenticato Harry che sedeva con spavalderia.
Ho quasi paura di alzare lo sguardo verso il suo, quindi decido di non farlo.

«Suppongo tu debba scegliere fra tutti, visto che tutti si saranno offerti di lavorare con te oggi.».
Alzo di nuovo lo sguardo e mi stupisco di come sia cambiato il rapporto con Zayn.
È strano, perché con Niall ho fatto amicizia subito e più o meno anche con Louis. Liam è sempre distaccato ma educato. E con Zayn dopo la mattinata insieme, tutto ad un tratto ha iniziato ad aprirsi sempre di più.
«In realtà non l'ha ancora fatto nessuno».
Si gira a guardare gli altri incredulo, e coraggiosa lo faccio anche io.
Harry è incazzato da morire. Questo ragazzo è troppo lunatico.
«Harry?».
Ok, Zayn è più coraggioso di me.
«Col cazzo, buon lavoro».
Si alza e sparisce di là.
Sbuffo e in contemporanea lo fa anche il ragazzo accanto a me e poi esce, con me appresso.
Scoppia poi a ridere per il mio sguardo allarmato, mentre entra in auto.
Alla guida c'è Paul che non vedevo da più o meno quando ho iniziato a lavorare.
Mi spiegano che non è il massimo della sicurezza camminare per Londra senza nessuno che sorvegli.
Il ragazzo non accenna al fatto che Harry lo faccia quasi quotidianamente, quindi sto zitta anche io, consapevole del fatto che non potrebbe. Zayn è seduto accanto a me e credo sia una cosa carina che non abbia scelto il sedile anteriore.
Parliamo di cavolate, di com'è andato il viaggio, del mio compleanno. Vorrei fare una cosa carina con tutti quanti. Ma l'ultima volta è finita male, e non eravamo neanche tutti.

Comunque, lui mi legge nel pensiero, perché dice «Non sarebbe figo organizzare una festa tutti insieme? Si potrebbe affittare un locale... ne parlo con gli altri quando rientro, se per te non è un problema. Forse ti stiamo rovinando le vacanze».
Stavolta sono io a ridere.
«Zayn, pensi sul serio che a qualsiasi ragazza sulla faccia della terra dispiacerebbe festeggiare il compleanno con voi?».
Accenna di nuovo un sorriso, quello in cui gli si intravede la lingua per cui escono tutte pazze e non è arduo capire il perché.
Iniziamo a fare qualche tentativo nel centro di Londra ma è davvero difficile lavorare, troppa gente che darebbe di tutto anche solo per sfiorarlo.
Quando torniamo in auto è più triste. Paul ci lascia un attimo soli per prenderci il pranzo visto che non ci abbiamo pensato e nell'attesa lui parla.
«È complicato da gestire. Io vorrei poter abbracciare tutte e so che loro capiscono la situazione, ma è comunque straziante sapere che morirebbero per vederci e noi non possiamo neanche sorridere senza che nasca gelosia per chi non era nel nostro campo visivo. Sono così tante. E sono meravigliose, davvero».
Annuisco e mi sento fortunata, mentre la porta anteriore si apre e Paul ci porge due sacchetti che emanano un odore pazzesco.
Continuo a guardarmi intorno non sapendo bene qual è il posto più adatto, lui continua semplicemente a guidare e Zayn alterna sguardi fra la strada e me.
«Paul!».
L'uomo inarca un sopracciglio e mi guarda dallo specchietto, interrogativo.
«Fermati».
«Qua?».
Si guarda intorno, sembra non ci sia nulla. Ma la zona è particolarmente verde e c'è una stradina interessante e deserta che mi sembra promettente.
Quindi mi prendo le mie responsabilità e annuisco, nonostante lui mi guardi stranito.
«Paul?». Lo richiama gentilmente il moro accanto a me, quindi lui accosta lentamente proprio vicino alla stradina.
Scendo dall'auto e stringo a me la fotocamera, mentre Zayn afferra il cibo.
Mi incammino lungo la stradina un po' rocciosa.
«Zayn, mandami un messaggio se il posto va bene e posso andare.».
Lui mi guarda e con aspettativa e fiducia annuisce.
E beh, non per vantarmi, ma dopo qualche minuto confermo che per questo ho proprio intuito.
La stradina sbocca in un angolo di paradiso.
Per molti può sembrare semplicemente un piccolo parco abbandonato, ma io in queste rovine ci vedo uno spettacolo.
Ho imparato con il tempo che ciò che sembra perfetto annoia, mentre ciò che cade a pezzi ha una sua storia e del fascino.
Zayn sembra essere d'accordo, perché gli brillano gli occhi quando si guarda intorno.
«Sei pazzesca». Dice, prima ancora di metterci a lavoro, mentre chiama Paul.
«Sì. È bellissimo. A dopo».
Sorrido soddisfatta, mentre lui mi fa l'occhiolino «Mangiamo, prima?».
Annuisco e ci sediamo su delle pietre in marmo, l'erba alta che ci fa il solletico alle gambe a ogni passo e qualche fiore sparso.
La prima foto la scatto mentre lui mangia, e mi lancia un'occhiataccia quando se ne rende conto, ma incredibilmente Zayn Malik riesce a uscire bene anche in una foto del genere.
Ride, quando glielo dico.
Lui è cordiale e tranquillo, per niente malizioso e non ci prova in nessun modo.
Mi sento bene in sua compagnia, quasi al sicuro.
Con questi pensieri, finiamo presto un enorme panino e cominciamo a scattare.
Lavorare con lui, risulta incredibilmente semplice.
Ogni scatto è bello, ha il suo perché.
Non è timido di fronte all'obiettivo, ma anzi è così sicuro di sé che rende particolare e sexy ogni immagine.
Sorride, intrappolo il momento giusto in cui si lascia cadere sull'erba che inizia ormai ad essere di un bel verde. Un verde che mi ricorda gli occhi di Harry.
Si muove con sinuosità, quasi a conquistare la macchina fotografica, perché non è me che guarda ma com'è giusto che sia fissa l'obiettivo.
I minuti passano velocemente e non guardiamo mai l'orario, ci rendiamo conto del tempo che passa solo per la luca che cala. Ma questo fa si che dei lampioni si illumino e rendano suggestivo l'ambiente, quindi continuo a scattare e lui inizia un po' a lamentarsi perché lo sto sfinendo.
Sorrido e annuisco quando mi chiede la dodicesima volta se ho finito, quindi ripercorriamo la stradina per trovare Paul davanti che dice di avere fretta e che la bimba a casa sta aspettando la buonanotte. Sono le 22 e non ho mai fatto così tardi a lavoro, qui.
Quindi, mi riaccompagna con urgenza in hotel e non ho neanche il tempo di salutare Harry, che spero non stia aggredendo Zayn per l'orario assurdo.
Sto divorando la mia cena con le ragazze che mi tartassano di domande, quando suona il telefono.
@Zayn: È incazzato nero! Ahaha non so perché. Ha blaterato qualcosa sul fatto che io sia quello sexy. Okay Harry, okay.
Sorrido, "Se vede che mi stai scrivendo ti uccide, incosciente! Ahahaha!"

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora