Leggenda del filo rosso

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Sono passate due settimane.
Due settimane da quando ho rimesso piede in casa mia.
Due settimane in cui ho abbracciato i miei amici, ho pianto, sono arrivata in casa ed ho rivisto i miei genitori dopo tanto tempo e mi sono resa conto che non sono mai stata così tanti giorni lontana da casa, si sono ovviamente subito accorti del mio stato d'animo ma non hanno fatto domande. Non sanno niente, solo che ho trovato un buon lavoro a cui dedicarmi qualche settimana.
Mia madre sarebbe morta se le avessi detto "lavoro per Harry" e non so come avrebbe preso quello che ora io stessa giudico come il "mio ridicolo teatrino".
Ho passato il weekend ha letto fingendo di sentirmi esausta per il "lavoro impegnativo" di questo mese.
Hanno continuato a non fare domande.
Il lunedì ho ripreso subito da Max: Quando fai la cameriera fai un po' l'attrice. Devi avere perennemente il sorriso stampato sul volto, devi fingere che le battute dei signori anziani ubriachi alle 9 del mattino facciano seriamente ridere, devi addirittura far finta che la colazione sia invitante, mentre la rifili ai clienti chiedendo scusa a Dio perché ti senti in colpa.
Quindi sì, ho recitato un po', ma non benissimo perché Max si è accorto che i suoi cornetti mi fanno venire la nausea e mi ha proposto uno stipendio migliore se lo avessi aiutato in cucina.
Ho accettato, non di certo perché io abbia bisogno di soldi in questo periodo della mia vita, piuttosto per avere il tempo ancora più occupato.
I ragazzi del gruppo ne gioiscono quando vengono a trovarmi la mattina, e dopo essermi dedicata anche un po' all'estetica del locale, è capitato anche che venisse a trovarci qualche coetaneo in più.
Insomma, in due settimane ho rivoluzionato un bar, conosciuto diverse persone, ho lavorato tutto il giorno, ho finto più o meno una cinquantina di sorrisi, altrettante volte ho pianto.
È strano perché pensi che a vent'anni tu abbia l'età giusta per reprimere determinati impulsi e invece nonostante la parte riflessiva di te esiste e ogni tanto provi a farsi sentire, continui a comportarti come una bambina.
Comunque, questi giorni ho sempre sentito Zayn, con tanti messaggi e qualche chiamata. È stato così presente che mi ha scaldato il cuore, come hanno fatto Nate, Tess e gli altri. E fra l'altro, queste due coppie sono sempre più affiatate anche se davanti a me cercano di contenersi.
La testa mi scoppia per tutti i pensieri che l'affollano, è sabato pomeriggio e sono da poco rientrata, quando il telefono vibra.
Sono stesa sul letto a pancia in giù e con la testa conficcata nel cuscino come se volessi soffocare. In realtà mi sono tuffata in questo modo sulle lenzuola e non sono più riuscita a muovermi, quindi allungo una mano sul letto per cercare il telefono, ottenendo solo una sua caduta a terra. Il premio per l'intelligenza va a? non a me.
Mi alzo pigramente e raccolgo il cellulare ancora intero, per poi sbloccarlo e trovarci una notifica su facebook. Sì, l'ho riattivato e riempito di frasi brutte, con la speranza che lui le legga.
La notifica è di un certo Luca che riconosco solo quando entro sul mio diario e ci trovo un nostro selfie. Luca l'ho conosciuto esattamente stamattina. Nella foto lui è perfetto, pronto ad una lunga giornata in università, simile ai nostri coetanei con il ciuffo in aria – un po' alla Zayn – ed un piercing al sopracciglio.
Io sono palesemente stanca, sorrido un po' perché lui aveva appena finito di farmi un complimento ed infatti ho le guance rosate.
La descrizione della foto è "Ho trovato il mio nuovo bar preferito. Se pensate che sia colpa della cameriera accanto a me in foto siete dei malpensanti, si...".
Rido e scuoto la testa, spulciando anche fra i già numerosi commenti dei suoi amici chiaramente malpensanti.
Digito poi un "Ma sono le persone a cambiarle o noi a non averle mai conosciute?" e lo posto, non fregandomene di cosa i miei contatti possano fregarsi di tutte queste frasi: Il messaggio deve arrivare chiaro ad una sola persona.

«...E quindi lui nel silenzio creatosi in casa se n'è uscito con "Sai come si rompe un orologio? Col – pendolo»
Scoppio in una risata quando Zayn finisce di raccontarmi dell'episodio di ieri, di come Niall sia un appassionato di queste battute. Come quando mentre lavoravo con lui mi ha detto "Sulla riva di un fiume un uomo pesca, sull'altra un uomo banana".
Rialzo la testa verso il pc, trovandomi sullo schermo Zayn che mi osserva. Abbiamo deciso di iniziare a fare anche webcam e ne sono contenta, mi mancava vederlo.
«Tu come stai piccola? Come va a lavoro? Ehi, chi è Luca?».
«Ah, ora mi stalkeri anche tu?».
Si stringe nelle spalle e trattiene un sorriso, rispondendo con "Tutte vorrebbero essere stalkerate dai One direction, stronzetta" al quale io scoppio di nuovo a ridere consapevole.
«Dove sono gli altri?».
«Mhhh, Niall ha costretto Paul a portarlo in gelateria, Louis è in doccia, Liam è ovviamente con la fidanzata... Harry non lo so».
Il dolore al centro del mio petto fa capolinea, così intenso da farmi chiudere gli occhi qualche secondo.
Da quando sono tornata non lo ha mai nominato fino ad ora, così come ho cercato di fare anche io.
«Zayn?». la voce squillante lo precede, prima che un corpo coperto solo da un asciugamano in vita, entri nella visuale della web.
«Ehi, ehm, prima che ti spogli sappi che ci sono anche io».
Sì, Zayn mi ha finalmente detto che bolle qualcosa in pentola con Louis, che sta abbassando la testa per incontrare la mia faccia nello schermo ora.
«Che le hai detto, stronzo? E tu piccoletta saresti solo contenta se mi togliessi l'asciugamano. Effettivamente gran parte delle nostre fans sarebbero contente anche se ci vedessero scop...».
«LOUIS».
Il diretto interessato si stringe nelle spalle come se non stesse dicendo niente di male, mentre Zayn arrossisce ed io sorrido.
«Quindi questo Luca sarebbe?».
«Oh siiii, dicci chi è Luca oltre ad un gran figo!». Un Louis esaltato comincia a fare giravolte nella stanza con strane espressioni sul viso, quando la porta dietro di lui si apre e appare Harry.
Ha sentito probabilmente solo le ultime due frasi, il tempo di aprire la porta. Ha infatti sul viso perfetto una strana espressione corrucciata, quando si guarda intorno e poi incontra me.
Sento addosso tre paia di occhi: uno improvvisamente serio, l'altro indecifrabile, il terzo preoccupato.
Chiudo lo schermo senza neanche preoccuparmi di uscire da Skype, di salutare, di spegnere il pc. Corro solo a stendermi sul letto sperando che il mio respiro possa regolarizzarsi.

È domenica sera e Zayn mi ha inviato trecento messaggi di scuse a cui ho risposto trecento volte dicendo che non doveva scusarsi.
Ora sono a casa nonostante i ragazzi mi abbiano pregata di andare con loro in un pub, quando bussano alla porta della mia stanza.
«Em?».
Riconosco la voce e alzo gli occhi al cielo, mentre apro.
«Nate, vai da Tess...».
«Si, si, ora vado. Ho solo bisogno di parlarti un attimo».
Si passa una mano sul viso come per organizzare il discorso.
«Vedi, da quando sto con Tess mi è capitato di guardare cosa condivide, di spulciare le pagine dei libri che lascia sul comodino e poi dimentica a casa mia, di sentirle raccontare strane leggende. Ora, non mi ricordo in che modo mi sono imbattuto in questa che mi ha colpito particolarmente, ma ho anche fatto delle ricerche perché mi piaceva troppo.
Si tratta di una leggenda popolare di origine cinese, diffusa in Giappone.
Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
Dunque, c'è questa persona a cui sarai legato per tutta la vita da un filo invisibile ed indistruttibile: Al destino frega un cazzo se ci avete provato mille volte e mille volte è andata male, se non avete superato gli ostacoli ma ci avete sbattuto contro fino a cambiare strada e perdervi, se non vi siete trovati. Al destino importa se vi siete cercati, se ci avete riprovato, se poi vi trovavate sempre sulla stessa strada a cercare un modo per raggirare quegli ostacoli.
Nonostante tutto e tutti, perché siamo fatti per una persona sola in questo mondo: Magari ce ne sono di più compatibili, di più semplici, di più vicine, ma non importa né al destino né a te. Tu vuoi quella persona, perché il filo rosso ma invisibile unisce chi è destinato ad incontrarsi indipendentemente dal tempo, dal luogo e dalle circostanze. Il filo si tende, si ingarbuglia, ma non si spezza Emma. Ed io neanche ci credevo a questa leggenda quando l'ho letta, nonostante mi sembrasse davvero bella, ma poi ho pensato proprio a te ed Harry».
Quando Nate finisce di parlare siamo entrambi senza fiato: Lui per il modo lineare e veloce con cui mi ha detto tutto questo ed io per quel che proprio "tutto questo" mi ha causato dentro. Per la prima volta dopo tanti giorni, il mio sorriso non è di circostanza ma è puro, spontaneo e speranzoso. E continua ad esserlo quando, dopo aver ringraziato Nate ed averlo mandato via per non sentirmi troppo in colpa, mi ritrovo a pubblicare parte del suo discorso proprio su facebook.

Gotta be you || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora