"...I Battiti Del Nostro Cuore..." - AruAni - AU

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Non sono un ragazzo normale. Questo è quello che tutti pensano quando mi vedono. La verità è che sto sempre solo, con me non c'è mai nessuno. Nessuno c'è mai per me. La maggior parte del mio tempo libero, se non sono a scuola, la passo nell'antica biblioteca cittadina, ormai frequentata solo da me. Per questa ragione, infatti, hanno anche licenziato la bibliotecaria. Ogni volta che sono qui non c'è mai nessun rumore; si sentono solo le pagine dei libri che leggo che vengono girate da un rapido movimento della mia mano, il mio respiro sottile e il mio cuore che batte. Penso che per tutto il tempo che ho passato e che passo tutt'ora in solitudine, io abbia fatto molto allenamento nello stare in silenzio, nel fare il meno rumore possibile. Non li capisco proprio, i miei compagni di classe, quando all'intervallo vanno a fare baldoria in corridoio o in cortile. Stare i silenzio è così bello; e comunque io non sono completamente in silenzio, solo i morti lo sono. Molti dei miei compagni ironizzano acidamente su quest'aspetto ogni giorno, chiedendomi ridacchiando "ma sei morto o cosa?!" E battendosi il cinque. A volte vorrei dargli certe risposte acide e cattive per dimostrargli che sono anche piú vivo di loro ma cerco sempre di non scompormi, ottenendo risultati ottimali direi. Mi limito infatti ad ignorarli continuando l'attività che stavo svolgendo prima di essere interrotto da quei decelebrati dal pessimo gusto in fatto di umorismo.
Così, immerso nell'odore dei libri e nel silenzio esterno a me, mi immergo nella lettura di "I Pillastri Della Terra"; i romanzi storici mi sono sempre piaciuti.
Mentre annego in quelle parole scritte nero su bianco, un rumore attira la mia attenzione, essendo più unico che raro inserito nel contesto dell'ormai quasi mia biblioteca. Sento il vecchio portone che cigola spezzando il silenzio creatosi, riempito precedentemente solo dal mio cuore che batteva, segno del mio essere vivo.
Una ragazza bionda varca la soglia della porta e richiude il portone d'ingresso facendolo involontariamente sbattere contro lo stipite. Cammina timidamente per la stanza accanto agli scaffali, facendo scivolare i suoi occhi sui dorsini dei libri che ne segnalano il titolo. Appena si accorge della mia presenza che la fissava evidentemente mettendola in soggezione mi guarda e mi sorride timidamente. Io divento rosso in viso e rigetto gli occhi sulle pagine ormai ingiallite del libro che ho tra le mani, facendo finta di continuare a leggere. Mai nessuno ha messo piede in questa biblioteca da quando ho iniziato a venirci costantemente ogni giorno. La presenza di questa sconosciuta, tuttavia, mi fa estremamente piacere, anche se ho sempre pensato di preferire la solitudine. Pensavo che restare solo fosse il mio futuro, il mio destino. Ora, però, devo ricredermi.
La bionda afferra un libro dallo scaffare dietro di me e mi passa accanto per poi sedersi su una sedia di fronte a me, sorridendomi. Al suo passaggio il suo profumo mi inebria facendomi dubitare di essere ancora sulla terra. Poi, inizia anche lei a leggere. Con lei davanti, nonostante ci stia provando e riprovando da un bel po', non riesco proprio a concentrarmi. Non era mai successo prima d'ora che io mi distraessi da una lettura o da ciò che stavo facendo per una persona, lei, però, ce l'ha fatta. Continuo a guardarla di sottecchi con la coda dell'occhio, sperando che lei non mi noti; tuttavia in piú di un'occasione sono stato visto da lei piú che bene, ricambiato da un suo sorriso dolce e accomodante, cosa che mi faceva imbarazzare ancora di piú. Piano piano l'atmosfera di quando ero ancora solo riprende il dominio nella sutuazione, penetrando nella stanza e invadendola con il suo silenzio. Un orecchio poco allenato potrebbe benissimo dire che, a primo avviso, nella stanza non c'è nessuno; tuttavia è piú che falso, qui ci siamo noi. Ormai sento che non ci sarò piú soltanto io qui, perchè lei c'è. Nessuno c'era mai stato veramente nella mia vita, nemmeno i miei genitori o la mia famiglia. Però lei sì.
Io non so come si chiama, da dove viene, dove vive, ma in questo momento tutto questo non importa, perchè qui, adesso, ci siamo solo noi.
Noi e i battiti del nostro cuore.





















E niente, è corta ma volevo fare qualcosa di poetico e credo di esserci riuscita abbastanza bene.
Spero che questa one-shot vi sia piaciuta, così come tutte le altre (poi dipende, se le altre vi hanno fatto schifo è un'altro discorso) e vi saluto perchè non so piú cosa dirvi...
Anzi, so cosa dirvi, (spam moment mode: on) se andate a dare un'occhiata sul mio profilo troverete una raccolta nuova fatta in collaborazione con LUZOMU che si chiama "insulti a colpi di Fandom" quindi andate a leggerla se vi va :3
Alla prossima one-shot personcine!

-Idk

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