"Non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di entrare nel bosco"
~A. Salvaje"Ho sempre amato le favole e ho sempre desiderato di vivere la mia. Da piccola ricordo che passavo serate intere a leggere favole con mia nonna davanti al camino. Durante la notte sognavo avventure fantastiche con amici incredibili, paesaggi incredibili... tutto iniziava sempre da un bosco. In ogni mio sogno vedevo sempre la stessa foresta, e da quella la mia avventura partiva. Ogni volta che stavo in campagna con mia nonna mi volevo sempre avventurare nella foresta che c'è poco distante dalla sua casetta, ma lei me lo impediva. Comunque sia io non avevo mai avuto abbastanza coraggio per fare un passo in piú verso quel fitto bosco, dunque non mi sarei nemmeno allontanata piú di tanto. Un giorno, però, uscii di notte di nascosto e iniziai a correre verso l'imboccatura della foresta con solo un vestito, una mantellina e del pane. Sapevo che sarei stata lì qualche oretta, volevo finalmente vivere la mia favola. Inizialmente avevo paura di entrare in quella buia e fitta foresta, ma spinta dalla curiosità e con fiducia in me stessa con anche molta incoscenza, entrai nel buio bosco. Avevo solo 15 anni, non potevo conoscere tutti i rischi che evrei corso avventurandomi in quella selva sconosciuta.
Appena entrata sentivo l'adrenalina che mi correva in corpo senza che potessi fermarla e ero davvero eccitata, non ero mai andata così lontana da casa, da sola per di più! Ero la figlia di una nobile famiglia, ero sempre stata trattata con i guanti e certamente nessuno mi avrebbe mai permesso una cosa del genere, nemmeno la mia modesta nonna che viveva ancora come ai vecchi tempi, in campagna a coltivare l'orto; tuttavia io ero determinata, nessuno avrebbe potuto fermarmi, nessuno tranne qualcosa di inaspettato e pericoloso, che non si fece attendere troppo.
Stavo camminando con passo felpato per la buia foresta, ero riuscita tuttavia ad accendere una torcia grazie ad un fiammifero che avevo preso dalla stanza di mia nonna senza che lei se ne accorgesse. Ad un certo punto un colpo di vento fece frusciare le fronde degli alberi sopra di me, facendo cadere alcune pigne il cui impatto risuonò per tutto il bosco. Il rumore delle foglie di un cespuglio non troppo lontano da me iniziava a mettermi agitazione mentre quello stesso rumore iniziava a distribuirsi tutto intorno a me. L'ansia saliva mentre mi fermai guardandomi intorno; il sottofondo rilassante del silenzio che c'era non molto tempo prima nella selva venne rotto dal rumore felpato di passi che facevano scricchiolare le foglie nel sottobosco, mentre sentivo dei ringhi, sempre più forti. Presa dal panico iniziai a correre sentendo improvvisamente ululare dei lupi in lontananza e abbaiare quelli che mi stavano inseguendo. Mentre correvo con il cuore che batteva a mille vidi una luce che illuminava da lontano, decisi quindi di raggiungerla, correndo il più in fretta possibile. Appena raggiunsi quella luce non mi fermai, ma sentii una voce di cui non riuscii però a riconoscere cosa stesse dicendo. Continuai a correre finchè non raggiunsi una piccola grotticella riparata da tutto, dove decisi che avrei dormito, ormai ero lontana da qualsiasi cosa. Mi sdraiai, accesi un piccolo faló e chiusi gli occhi, sperando solo di non morire.
...
Quando aprii gli occhi la luce solare filtrata dalle fronde degli alberi quasi mi accecò, svegliandomi definitivamente. Mi alzai in piedi a fatica, il calo di adrenalina mi aveva fatto sentire gli arti pesanti e molto stanchi, non ero nemmeno abituata a correre tanto. Uscii dalla grotta provando ad orientarmi per tornare a casa, l'avventura del giorno prima mi era bastata per dire di averne vissuta una, tuttavia quel posto, per me, era totalmente sconosciuto. Mi guardai intorno ma nulla da fare, mi ero persa. Presi le mie cose addentando un pezzo di pane preso dal fagotto e iniziai a camminare pensando a una soluzione, finchè non fu la soluzione a trovare me. In lontananza sentii gli zoccoli di un cavallo che cadevano pesanti sul terreno mentre andava al passo. Poco dopo riuscii ad intravedere il cavallo e anche il suo cavaliere. Appena i due si avvicinarono a me, approfittai dell'occasione per chiedere aiuto, volevo, dovevo tornare a casa. Guardai attentamente il cavaliere; era un ragazzo con la carnagione leggermente ambrata, con le lentiggini e con degli occhi verdi scuro e molto sottili. Aveva i capelli castani e corti e indossava una maglietta verde scuro, come i suoi occhi. Quella persona mi incuriosiva molto, stavo anche mettendo in dubbio il fatto che fosse un ragazzo, dato il leggero rigonfiamento del suo petto e la voce bassa ma chiaramente femminile. Domandai subito a quella persona di accompagnarmi fuori dal bosco e essa acconsentì, così mi aiutò a salire sul cavallo, dicendomi di tenermi aggrappata a lui/lei per evitare di cadere, aveva capito subito che non avevo mai cavalcato in vita mia. Cinsi così le mie braccia attorno alla sua vita e, accidentalmente, ebbi la conferma dei miei dubbi: era una lei. Appena appoggiai la mia testa sulla sua schiena arrossì di colpo e una leggera scarica elettrica mi attraversò la spina dorsale, non capendo come fosse possibile una cosa simile. Molti mi avevano parlato di questi sintomi, dicendo di essere innamorati di qualcuno, ma non poteva essere quello, eravamo pure due ragazze! Durante la prima parte del viaggio nessuna delle due disse nulla, poi, ad un certo punto, lei parlò;
<<posso sapere come mai una donzella come te se ne va in giro tutta sola, di notte, per una foresta?>> dalla sua domanda capí che la voce sentita la notte precedente era certamente la sua, riflettendoci suonava molto simile.
<<ho sempre desiderato venire qui... volevo vivere la mia favola...>>
<<intendi incontrare il principe azzurro, sconfiggere draghi, sposarti e vivere da principessina per il resto della vita? Non pensavo ci fosse cosí tanta ignoranza al mondo...>>
<<hey non intendo affatto questo!! Volevo solo vivere un'avventura, come in una fiaba, tutto qui...>>
<<comunque sia, non penso troverai quel che cerchi qui... le foreste non sono posti raccomandabili per delle ragazzine come te>>
<<parli come se fossi chissà di quanti anni piú grande di me>>
<<mentalmente lo sono, chi dei due è entrato in una foresta a notte fonda senza nulla contro i lupi?>>
<<che ne sapevo io che c'erano i lupi qui!!>>
<<questa foresta è famosa per l'alta concentrazione di animali selvaggi che ci vivono... è già tanto se non sei stata mangiata mentre dormivi...>>
<<beh sarà anche così ma almeno ho avuto il coraggio di entrarci!!>>
<<coraggio... vorresti dire incoscenza>>
<<coraggio. Non potrei vivere la mia favola se mi manca il coraggio>>
<<perchè, tu staresti vivendo la tua favola? E dove l'hai messo il principe azzurro, in tasca?>>
<<io non voglio il principe>> dissi stringendomi ancora di più a lei
<<a me vai bene tu>>
Non pensavo che l'avrei mai detto, tuttavia l'ho fatto.
Non pensavo nemmeno che un giorno avrei davvero vissuto la mia favola, eppure.
La ragazza si irrigidí inizialmente ma poi si lasció andare sorridendo leggermente. Intanto, eravamo arrivate. Guardai verso la casetta di mia nonna e vidi lei tutta agitata che urlava il mio nome. La ragazza davanti a me fece una risatina e mi sussurrò <<forse hai scordato di avvisare qualcuno della tua favola, sai?>> e a quelle parole mi misi a ridere anche io. Io scesi dal cavallo e appena mia nonna ci vide mi corse incontro abbracciandomi e urlandomi contro per la paura che le ho fatto venire. Quando fu piú calma ringraziò tanto la ragazza che mi aveva salvata, e lei si presentò ufficialmente. Ymir Fritz, era il suo nome.""E poi cosa accadde?"
"Beh iniziammo a vederci, io e Ymir, io riuscii anche a farla trasferire in città per me! Quando compii vent'anni andammo a convivere anche se purtroppo, dal momento che siamo due donne, lei ha dovuto spacciarsi per uomo" dissi ridendo ai due bambini davanti a me.
"È la favola migliore di tutte!!" Esultó la bambina.
"Hai ragione!" Esultò il suo fratellino.
"Grazie ma non gridate!"
"La prossima volta ce la racconterà ancora?" Mi domandó speranzosa la bambina.
"Certamente, ma ora e tardi e devo tornare da Ymir. Buona notte bambini" dissi io in modo dolce uscendo dalla stanza.
"Buona notte signorina Reiss!!" Esclamarono all'unisono i due ragazzini. Io salutai i padroni di casa che stavano anch'essi per andare a dormire. Mi incamminai successivamente per la cittadina arrivando finalmente nella mia casa. Aprii la porta e Ymir mi venne incontro abbracciandomi e appena lei lo fece le lacrime mi uscirono di getto e mi immersi tra le sue braccia.
"Mi dispiace Historia... mi dispiace tanto..." disse Ymir con tono triste dandomi un bacio in fronte.
"Non preoccuparti... dispiace a me farti sentire così in colpa" ammisi io asciugandomi le lacrime che tuttavia continuavano a scendere.
"Sai... forse lavorare con i bambini non ti fa bene... fai così ogni sera... forse dovresti provare a dimenticare la faccenda... mi dispiace non poterti dare quello che vuoi Historia... non sai quanto..." anche a Ymir scese una lacrima, così io la baciai per tranquillizzarla.
"Forse hai ragione... credo che cambierò lavoro. So che sarà dura farmene una ragione ma... va bene. Lo faccio per noi" dissi baciandola di nuovo.
"Mi dispiace cosí tanto... ho promesso di farti felice sempre, ma... il fatto che questa volta proprio non posso mi distrugge!!" Io la abbracciai con tutta la forza che avevo in corpo.
"Non fa niente Ymir... va bene cosí. E poi, l'abbiamo già avuta... la nostra favola..."
Se ci sono errori vi prego di perdonarmi, sto davvero male oggi. Spero comunque che questa storia vi sia piaciuta e ditemi la ship per il prossimo capitolo!
Detto questo ci vediamo alla prossima OS personcine!-Idk
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Attack On Titan One-Shots Ita
FanficRaccolta di One-Shots sull'anime/manga Attack On Titan/Shingeki No Kyojin. NOTA BENE le ship che saranno centro delle storie narrate sono mie otp (che trovate quindi nella mia bio) oppure altre che mi piacciono comunque, e che trovate nei tag. COPYR...