"...The story of us..." - EreMika - AU

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Come ogni volta io cammino da sola davanti e lui con i suoi amici dietro. Come sempre lui ride e scherza con il suo gruppo e io sono davanti sola ascoltando la sua voce tra le tante, che tuttavia riconoscerei tra mille. Sicuramente vi starete chiedendo tante cose ora, o forse avrete già capito tutto della situazione. In ogni caso vorrei raccontare una storia, la mia storia; o, meglio, la nostra storia.
Mi chiamo Mikasa e vado in terza media insieme a quello che, piano piano, sta diventando sempre più importante nella mia vita. Eren Jaeger, è il suo nome. Io ed Eren ci conosciamo da quando andavamo in prima elementare, eravamo in classe insieme e avevamo conoscenze in comune, tuttavia non ci siamo mai frequentati eccetto qualche parola scambiata per ragioni scolastiche. Devo dire che, inizialmente, mi stava anche antipatico. Tutto questo rimase immutato per tutti e cinque gli anni delle elementari. Quando arrivai alle medie, poi, lui non fu piú nella mia classe, andava a scuola in un'altra città e così per un'anno intero non mi ricordai nemmeno della sua esistenza nel mondo. L'unica volta che lo sentii nominare era stato un giorno durante una cena di classe, sentendo parlare del suo canale youtube, che aveva aperto non molto tempo prima. "Che stupido, secondo me è troppo piccolo per certe cose" pensai io.
L'estate alla fine della prima media passò normalmente fino al mio rientro a scuola. Appena arrivata il primo giorno una mia compagna di classe mi venne incontro e mi salutò, poi mi disse una frase che non scorderò mai.
"Sai, da quest'anno abbiamo un nuovo compagno di classe. Si chiama Eren, lo conosci?" La prima persona che mi venne in mente era proprio lui ma poi pensai che non era possibile. Dovetti ricredermi quando, entrata in classe, lo vidi seduto ad un banco. Disse che era venuto nella scuola della nostra città perchè nella vecchia scuola era vittima di bullismo e prese in giro. Quell'anno fu come i cinque anni delle elementari, dunque passammo tutto il tempo ignorandoci. La vera svolta ci fu durante l'estate scorsa, dopo la seconda media. Una mia amica aveva litigato con i suoi due migliori amici e mi chiese di uscire per distrarsi un po'. La cosa che mi stupí è che mi disse che io ero l'ultima sua amica rimasta, insieme ad Eren. Sapevo che ogni tanto parlavano, ma non pensavo che fossero cosí amici. La cosa mi faceva uno strano effetto, paragonabile alla gelosia, ma scartai l'idea e non ci feci caso. Quando io e lei uscimmo per la città fu tutto normale, la seconda volta venne anche Eren. Io e lui non ci parlavamo da moltissimo tempo, infatti l'idea di rivederlo in un contesto così differente rispetto a quello scolastico mi metteva un po' d'ansia. Tuttavia quell'uscita andò bene e scoprimmo alcune cose che abbiamo in comune. Dopo quella e altre uscite per la città, una domenica, andammo noi tre insieme ad un'altro ragazzo di nostra vaga consocenza a magiare sushi ed al cinema. Tutto andó bene e lí io ed Eren scopprimmo molte altre cose che ci accomunano. La scuola riprese e io ed Eren parlavamo un po' di piú, anche se erano ancora molto rare le volte in cui parlavamo noi due da soli, dal momento che la mia amica stava sempre con noi. Poi, lei riappacificó i suoi rapporti con i due ragazzi con cui aveva litigato, stando con me e Eren sempre meno, fino a non frequentarci quasi piú. Lei aveva i suoi amici, Eren i suoi, ma a me non era rimasto quasi nessuno ma ero comunque tranquilla. Fin quando, poi, durante una gita mi resi conto di una cosa che non avrei mai potuto immaginare. Eravamo andati ad una gita scolastica con tutte le classi terze e, non so come, io ed Eren incominciammo una conversazione, da una battutina, e da lì trascorsimo tutta la gita insieme. Abbiamo mangiato insieme, camminato insieme mentre parlavamo e ridevamo insieme. Purtroppo, però, per il mio carattere, feci una cosa di cui mi pento tuttora e di cui non smetterò mai di pentirmi. Dopo tanto tempo di chiacchere e parole scambiate io mi sentivo come oppressa dalla sua troppa presenza, violata nei miei spazi, e così allungai il passo e mi allontanai da lui. Ogni tanto mi raggiungeva provando a parlarmi ancora ma io mi allontanavo. Sull'autobus non eravamo accanto; io ero seduta da sola, lui accanto ad un suo amico. Lì capii il mio errore. Lì, in quel momento l'ho allontanato brutalmente da me, rompendo qualcosa. Il mio cuore? Il suo cuore? Solo su una cosa sono sicura, io avevo fatto un'errore che mi avrebbe fatto pagare salato in futuro. Lì infatti mi accorsi di cosa avevo appena perso, rotto. Io mi ero accorta di essermi innamorata di lui. I giorni successivi furono un'inferno, il mio cuore mi costringeva ad ammettere di essere persa per lui ma la mia mente voleva tutto l'opposto. La mia mente continuava a negare ogni mio sentimento facendomi sembrare ancora piú apatica di quanto già non lo fossi. Passò qualche mese e io, per sbaglio, ho ammesso a me stessa di amarlo. Non l'ho detto a qualcuno o verbalmente, semplicemente, per sbaglio, l'ho pensato. Da quel momento pensavo di essermi tolta un peso, invece il peso me l'ero appena creato. Parlargli è diventato sempre piú difficile dal momento che lui ha tanti amici, io no. Ogni tanto in classe lo guardo con la coda dell'occhio e ogni tanto lui guarda me. Forse è la mia immaginazione, forse qualche occhiata non vuol dire nulla, so solo che quando mi guarda, che siano secondi o decimi di secondo, io sono felice. So solo questo, nient'altro. Siamo così diversi caratterialmente ma anche così simili. Ogni volta che lo vedo sono sempre piú sicura del fatto di essermi innamorata, tuttavia ogni mia certezza si sgretola in un'attimo. Sono così sicura ma insicura al contempo.
Sicuramente siamo ancora giovani per queste cose, vorrei aspettare, anche se comporta perderlo di vista dato il cambiamento di scuola che ci aspetta per frequentare le superiori. Questo però potrebbe condurmi a perderlo di vista solo temporaneamente, come anche per sempre. Spero solo che, prima o poi, mi noti.
Quindi ecco la verità. La solita storia di una innamorata, non si sa se lui ricambia, ma che ci posso fare, io non sono diversa dagli altri. Tuttavia la nostra storia sí. Perchè non è la storia degli altri.
È la nostra storia.
















Ogni riferimento a fatti o cose è puramente casuale, ricordatevelo.
Spero vivamente che la one-shot di oggi vi sia piaciuta, scritta in 40 minuti anche se tecnicamente dovrei ancora fare i compiti but I haven't voglia(I spik inglish veri well) quindi staró a fare la copertina della prossima "one-shot lunga" che incomincerà venerdì pomeriggio.
Come sempre mi sono dilungata con lo spazio autrice, so che non ve ne può fregare di meno dei fatti miei c':
Alla prossima one-shot personcine!!

-Idk

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