Capitolo 2.

6.7K 187 18
                                    

A Torino era tornato il freddo, una settimana di caldo, relativo caldo rispetto alle normali temperature piemontesi, era stata spazzata via velocemente.
Carlotta, di fatto, era stata colpita senza preavviso da quella ondata di gelo, appena uscita dall'ufficio l'unico contatto con l'esterno che aveva avuto era stato il tragitto dall'ufficio alla macchina e dalla macchina al portone di casa.
Ora fortunatamente si stava godendo il caldo della sua abitazione accompagnato dal pollo arrostito che si era cucinata per cena.

Televisione accesa su un canale sportivo, ahimè l'abitudine che aveva preso a 19 anni non l'aveva più persa, quando era sola a casa non c'era minuto che passava senza sentire notizie sportive, naturalmente saltava quelle che potevano farle più male del dovuto.
Si ritrovò però a pensare a come sarebbe stato un possibile incontro, le iniziò a battere il cuore solo al pensiero anche se sapeva che l'amore ormai per lui non lo provava più.

Appena finì di mangiare e dopo aver sistemato la cucina si rifugiò nello studio della sua casa per abbozzare la cabina armadio che Maddalena le aveva commissionato, fra mobili, colori, prezzi e quant'altro aveva iniziato a far prendere forma alla cabina sul suo computer.
Amava da impazzire immergersi nel lavoro, le faceva staccare la spina da tutti i pensieri che le scorrevano nella testa.
Amava di più però la chiamata della mamma alla sera tardi, Anna infatti sapeva che la figlia a quell'ora era sveglia per via del lavoro che amava anticipare.

«Vituzza mia, stai lavorando?» Esclamò la donna con il chiaro accento siciliano.

«Si mamma, sai che amo anticipare il lavoro e che oramai non dormo più.»

«Perché prendi troppi caffè, ma dimmi come va?»

«Come ieri mamma, tutto bene anche se mi mancate tanto.»

«So che hai sentito i ragazzi, hanno l'idea di salire da te.»

«Non vedo l'ora che vengano, ma tu e papà come state?»

«Bene, anche se sai che papà è quello che l'h presa peggio di tutti.»

«Lo so mamma lo so, sta dormendo vero?» Ridacchiò Carlotta conoscendo le abitudini del padre, alle 23 era già sotto le coperte solo Anna rimaneva sveglia ancora per finire di guardare la televisione.

«Certo, volevo chiederti una cosa però..» Carlotta aveva già indovinato cosa la madre volesse chiederle dato il tono un po' tentennante della madre.

«Dimmi tutto.»

«Ma lui l'hai visto? Lo so che te l'avranno già chiesto i ragazzi ma ho resistito un po' per chiedertelo e sono preoccupata.»

«No mamma, non l'ho visto ancora, ma non c'è bisogno di essere preoccupata non provo più. niente per lui sono passai tre anni.»

«Ma me lo dici se stai male vero? Non voglio più sentirti come tre anni fa...»

Anna aveva vissuto il peggior momento della vita della figlia standole accanto, alcune volte stava più male di lei non potendola aiutare in nessun modo.
Non riuscì neanche a farla uscire dalla camera o a farla mangiare, potè solo vederla dimagrire a vista d'occhio e sentire il chiamare insistente dell'argentino, ma lei aveva ormai preso la sua decisione.

«E non mi sentirai, siamo nella stessa enorme città per di più non è la spiaggia di Mondello quindi c'è una piccola probabilità che io possa incontrarlo e poi a ciò aggiungi il fatto che lui fa Vinovo casa, casa Vinovo, ha allenamenti tutti i giorni e ha le trasferte.»

«Però se lo vedi me lo dici vero?»

«Certo mamma.»

«Vituzza vado a dormire che domattina esco con Angela per un caffè, ci sentiamo domani.»

Le due donne si salutarono e Carlotta dopo aver chiuso la chiamata salvò il progetto, non aveva più la testa per continuare.
Si infilò sotto le coperte e navigò un po' sui social, su Instagram molti dei suoi amici postavano storie della sua amata città, altri di viaggi e altri ancora di serate in discoteca.
Le balenò l'idea, ad un certo punto, di sbirciare fra le sue storie, lo cercò e cliccò sul cerchio a sinistra, apparve subito un collage di tre foto che raffiguravano la sua esultanza, indicava con le dita al cielo, lei sapeva cosa significasse e sorrise, non si preoccupò di non seguirlo e di  avergli visualizzato la storia, tanto chissà quante visualizzazioni aveva sicuramente il suo nome non l'avrebbe notato di certo.

Uscì da Instagram, attivò la sveglia e posò il cellulare sul comodino, si mise a pancia sotto con la testa girata verso sinistra e provò ad addormentarsi, pensava alla sua amata città ricordando i momenti di gioia che aveva vissuto lì, pensava ai suoi amici che presto sarebbero venuti da lei, pensava a come sarebbe stata la sua vita se non avesse fatto determinate scelte e si addormentò.
Tranquilla poiché non sapeva ciò che il destino aveva in serbo per lei.

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora