Se c'era una persona che sapeva decifrarlo meglio di chiunque altro quella era sua madre, Alicia lo guardava con sguardo interrogativo mentre Paulo parlava animatamente circondato da Lautaro, Dolores, Nahuel e Fede, ma qualcosa non andava, gli si leggeva negli occhi, e non era di certo colpa del mister Sampaoli che non lo aveva schierato durante la prima partita di esordio contro l'Islanda e non era per il pessimo risultato del match, era qualcosa a livello sentimentale.
«Paulo, possiamo parlare un secondo?» Con tono dolce, come era solita fare, distrasse il figlio minore che, alzandosi dopo di lei, la prese sottobraccio per poi dirigersi insieme su una panchina un po' più in disparte rispetto al tavolino dove erano seduti folli altri familiari di Paulo.
«Dimmi mamí.» Lui dal suo canto non era certo stupido, aveva capito che la madre percepiva la sua negatività e confusione, solo che non sapeva se sarebbe arrivata direttamente al sodo o ci avrebbe girato intorno, una cosa era sicura: non avrebbe digerito bene un ritorno con Carlotta.
«Lo sai che puoi dirmi tutto vero?» Alicia aveva deciso di prenderla alla larga, dando così il tempo al figlio di capire ciò che voleva dirgli.
«Si, ma se tu mi dicessi cosa vorresti sentirti dire te lo direi.»
«Cosa ti succede ultimamente?» Prese fra le sue mani quella destra del figlio accarezzandola, proprio come quando da piccolo per raccontargli una storia faceva così seduti sul divano.
«Sono ansioso per le partite, non c'è un bel clima fra di noi, non intendo squadra perché da loro ho tanto da imparare ma proprio a livello di società..» Fu bloccato da Alicia che scuoteva la testa facendo spuntare un sorriso sulle sue labbra, non era ciò che voleva sentire.
«Voglio sapere cosa hai qui tesoro.» Indicò il cuore di Paulo e poi la testa non smettendo di guardarlo con amore.
«In che senso?»
«C'è qualcuna?» Ci era andata molto vicina la donna, peccato che questa fantomatica qualcuna era una ragazza che conosceva fin troppo bene.
«Mamì queste domande non me le facevi neanche quando avevo tredici anni.» Ridacchiò il diretto interessato cercando di evitare il più possibile una constatazione che di lì a poco sarebbe nata.
«Quando avevi tredici anni ci pensava papà a dirti cosa dovevi o non dovevi fare.» Il ricordo del padre gli fece ritornare in mente il motivo per il quale stava in Russia, la loro passione che tanto li aveva uniti in quel breve tempo che avevano avuto a disposizione.
«Ma non c'è niente che devo o non devo fare.»
«Allora perché hai momenti di felicità assoluta alternati ai tuoi occhi che si fissano su un punto e rimangono lì per dieci minuti?»
Sapeva, o almeno l'aveva previsto, che la madre l'avrebbe notato, ma la cosa che non sapeva era come poter rispondere a una domanda del genere.
«Ho delle cose da risolvere ma non a livello sentimentale.»
«E riguardo a cosa?»
Alicia scavava e scavava nel cuore del figlio che aveva scelto di camuffare la più dura verità.
«Niente mamma, andiamo dagli altri dai.» Fece per alzarsi ma la sua mano fra quelle della madre glielo impedì rispedendolo a sedersi sulla panchina di legno.
«Carlotta? Con lei a Palermo com'è andata?» E se lei aveva deciso di prendere le cose alla larga ora non le restava altro che premere sul fulcro del discorso.
«Io...» Era impossibile mentire su una cosa del genere, specialmente a sua madre.
«Lo sapevo che era lei la causa di tutto! Così come tre anni fa!» La voce le uscì indignata perché voleva esternare tutta la rabbia che provava nei confronti della ragazza che aveva considerato come una figlia e che aveva fatto soffrire il minore dei suoi figli.
«È colpa mia mamma, lei stavolta non ha fatto niente.» Abbassando la testa Paulo decise di raccontare quel giorno nel capoluogo siciliano.
Partì però dal descrivere i giorni a Torino dove un segno di un'amicizia stava rivelandosi, raccontò del bacio e delle sue conseguenze, di quando era arrivato a Palermo come un fascio di nervi che poteva essere sciolto solamente da lei, delle promesse nascosti dietro un albero, delle sue suppliche e del cedimento di Carlotta fino ad arrivare alla mattina nella quale quel letto lo aveva lasciato freddamente.
«Oh...» Alicia dal canto suo, aveva sempre colpevolizzato la ex nuora, ma stavolta Paulo, il suo piccolo Paulo, aveva avuto un comportamento non molto esemplare e se prima pensava che lei dovesse ricevere una vendetta da parte di Paulo ora non ne era così sicura.
«Già.»
«Pensavo di averti educato in un modo migliore sai? Non si lascia una donna dopo averci fatto l'amore, anche con tanta confusione in testa, anche se ti ha fatto male, non si fa Paulo.»
«Lo so mamma, me ne vergogno tantissimo ma cosa avrei dovuto fare? Ho tanta paura che possa ferirmi ancora, tutti quanti non fate altro che dirmi così ma io che devo fare?»
Mentre Paulo esternava la sua frustrazione Alicia macinava le parole giuste da dirgli, che non sarebbero state né totalmente contro Carlotta né totalmente a favore di Paulo.
«Devi capire cosa hai nel cuore, non è facile, si rischia di sbagliare perché sicuramente ci sarà una componente della ragione, ma devi isolare tutto. Pensa a come ti senti senza di lei e subito dopo a come ti senti con lei, saprai tu cosa fare.»
Gli occhi di Paulo si fecero lucidi, strinse la madre in un forte abbraccio sentendosi libero dei sentimenti che aveva represso.
«Ti voglio bene mamma.» Le sussurrò baciandole la testa.
«Anche io te ne voglio amore mio.»
Alicia di lascio cullare nelle braccia del figlio, sapeva di aver detto le parole giuste e costantemente sentiva il bisogno del suo Adolfo, ma lo rivedeva sempre in uno dei suoi tre figli, Paulo ne incarnava la parte fragile in quel momento, quella che molte volte aveva dovuto risanare Alicia proprio come ora stava facendo con il figlio.
«Papà è orgoglioso di te, indipendentemente da cosa fai e da chi hai al tuo fianco, ricordalo.»
«Anche tu? Anche se potrebbe significare riaccogliere Carlotta?»
«Si, certo anche se vorrei parlarle da donna a donna.» Gli lanciò un occhiolino.
«Grazie.»
«È il mio dovere in quanto mamma Paulo, ora va a divertirti con i tuoi amici.»
La donna, una volta sola, ripensò a tutte le parole che aveva detto al figlio, erano tutte vere non le importava che vederlo felice avrebbe comportato riavere Carlotta in famiglia perché a quella ragazza teneva più di quanto avesse mai ammesso, era solamente l'orgoglio di una madre di famiglia ferita.
Aveva visto Paulo rapportarsi con altre ragazze, aveva accolto Antonella e l'aveva trattata come meglio poteva, ma sapeva che Paulo sarebbe stato il suo Paulo solamente se felice, indipendentemente da chi l'avrebbe reso felice.MySpace.
Premetto che mi sarebbe piaciuto scrivere un po' di più però questo capitolo doveva uscire così.È conversazione importante quella tra madre e figlio e non mi sembrava giusto macchiarla con un momento tutto di Carlotta.
Quindi, che ne pensate?
Come vi è apparsa Alicia?
Che cosa farà Paulo?
Fatemi sapere nei commenti!
xx
sognavaleggendo.
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Everything About Us ||Paulo Dybala||
FanfictionUna leggenda popolare giapponese, originata da una storia cinese, narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra; questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due perso...