Capitolo 23.

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Era sicura di aver sentito qualcosa suonare ma cosa?
Si sentiva tutta intontita ed aveva appena aperto gli occhi, l'unica cosa che era riuscita a rilevare era il fatto di essere nel suo letto, a casa sua.
Mentre, quello che si rivelò essere il campanello, continuava a suonare senza sosta, lei si stava scostando il lenzuolo dal corpo e si mise a sedere sul letto.

«Ma chi è a quest'ora.» Brontolò constatando con stanchezza che erano le 7:30 del mattino e lei sarebbe dovuta andare a lavoro alle 9:30, la sua sveglia era impostata per le 8.

Si legò i capelli in una crocchia disordinatissima e a piedi nudi camminò verso la porta che aprì dimenticandosi di consultare l'occhio magico.

«Buongiorno bellissima!» Scosse la testa a quella esclamazione e sbatté più volte le palpebre prima di riconoscere Nahuel, che aveva allena pronunciato quelle parole, e Paulo che teneva in mano un vassoio di una pasticceria.

La prima cosa che le venne in mente di fare era stata chiudere la porta in faccia ai due poveretti cacciando un urlo dalle labbra.

«Aspettate un secondo!»

Con velocità corse in bagno per lavarsi i denti mentre nel frattempo con la mano sinistra si pettinava i capelli, si spruzzò un po' di deodorante e si lavò la bocca dai residui del dentifricio, rientrò in camera e si spogliò dal pigiama per mettersi il reggiseno -che durante la notte stava sul comodino- e vestirsi di un vestito a maglia che utilizzava per stare in casa, non era corto perché le arrivava alle ginocchia dato il suo 1 metro e 62 centimetri.

Si diresse nuovamente alla porta non prima di aver inforcato gli occhiali da vista che utilizzava in casa.

«Buongiorno.» Disse una volta aperta la porta, fece entrare i due ragazzi e li fece sistemare nella cucina.

«Scusa l'orario ma Nahuel quando si mette una cosa in testa...» Iniziò Paulo la frase ma venne interrotto da Carlotta.

«È impossibile smuoverlo, lo so, ma tranquilli non recate disturbo, mi sarei dovuta svegliare mezz'oretta dopo per andare al lavoro.»

Quel gesto di comportarsi la frase fece rabbrividire Paulo, in senso buono ovviamente, ma il motivo gli era sconosciuto.

«Te l'ho detto hermano doveva andare al lavoro.» Paulo riprese Nahuel che nel frattempo aveva tolto la carta dal vassoio rivelando tre caffè e tre cornetti caldi.

«Va bene, vuol dire che avrai un passaggio da noi.» Nahuel alzò semplicemente le spalle con sufficienza invitando Carlotta a sedersi accanto a lui, come se non fosse casa sua.

Lei si prese il caffè dove era scritta la sua iniziale in modo sbrigativo e sollevò il coperchio.

«Lungo, macchiato e senza zucchero.» Disse Paulo.

«Te lo ricordi.» Sorrise lei in modo dolce.

«Come dimenticarlo, mi hai traumatizzato a Palermo! Come fai a berlo senza zucchero, ancora me lo domando.» Rispose lui scuotendo la testa mentre afferrava un cornetto e glielo porse.

«Nocciola?» Assottigliò gli occhi lei come a metterlo alla prova.

«Straripante di nocciola.» La corresse lui con un occhiolino.

«Per quanto mi faccia piacere riesumare i vecchi tempi e i gusti che ancora si ricordano, ma esisto anche io.» Borbottò Nahuel facendo scoppiare a ridere i due.

«Ti voglio bene amor.» Carlotta gli stampò un bacio sulla guancia e il ragazzo la strinse a se mandando in sguardo dispettoso all'attaccante.

Continuarono a fare colazione spesso prendendo in giro la padrona di casa per i suoi gusti tanto amari e poi lei decise di andarsi a preparare lasciandoli soli.
Dopo essersi spogliata entrò in doccia per poi uscirne accompagnata da una nuvola di vapore, si mise l'accappatoio dirigendosi nella sua camera non prima di aver dato un'occhiata nel soggiorno, Paulo e Nahuel si erano spaparanzati sul divano.

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora