Nella sua interminabile routine, momentaneamente stravolta dai suoi amici, il pomeriggio lo passava in ufficio a lavorare e lavorare, stavolta però aveva chiesto un giorno di pausa, voleva dedicarsi completamente ai suoi amici, infatti ora erano seduti ai tavolini di un bar in piazza San Carlo.
Ieri sera lei e Benedetta erano tornate tardi dalla serata con le sue nuove amiche così si concedettero di svegliarsi più tardi e di pranzare fuori tutto e quattro, dopo aver pranzato fecero un giro turistico ma senza evitare di entrare in qualche negozio e poi decisero i due ragazzi della compagnia di sedersi da qualche parte per recuperare le poche energie sprecate.Nel frattempo Carlota si teneva in contatto con Federica Pignotti, le due avevano stretto subito trovandosi in sintonia su molte cose e promettendosi di uscire insieme più spesso.
«Quindi finalmente hai allargato i tuoi orizzonti.» Esordì Francesco comodamente seduto mentre sorseggiava un analcolico alla frutta.
«Diciamo di si, ora potete restare tranquilli che quando partirete non mi rinchiuderò nella torre irraggiungibile.» Alzò le spalle ridacchiando.
«Staremo più tranquilli e ci puoi scommettere!» Esclamò Matteo con il suo solito fare esuberante.
«Ti sta squillando il telefono.» Le fece notare Francesco avendo visto lo schermo dello smartphone illuminarsi, Carlotta aveva messo il silenzioso per evitare di rispondere a qualsiasi telefonata di lavoro.
Ma se si trattava di Franco non avrebbe certo riattaccato.
«Ehi, dimmi tutto.» Portò alla bocca la cannuccia tirando un po' di schweppes al limone.
«Dove sei sento casino.» Domandò ma lo stesso chiasso lo percepiva anche lei dal telefono.
«Piazza San Carlo, sono con Benedetta, Francesco e Matteo.»
«Hai un giubbotto di pelle blu?» Aggrottò le sopracciglia, non si spiegava il perché di quella domanda ma si ritrovò ad affermare.
«Si perché?»
«Se ti giri lo vedi.» Dopo aver sentito la risata cristallina di Franco la chiamata venne interrotta.
«Chi era?» Chiese Bendetta incustodita dal tono della migliora amica.
«Franco mi ha detto di girarmi ma non capisco perché...» Si girò come l'amico le aveva chiesto e senza finire la frase si alzò di scatto dalla sedia correndo incontro al suo amico che tanto le era mancato.
Franco, prevedendo quella sua reazione, fu pronto ad afferrarla fra le sue braccia e stringerla a se, Carlotta circondò con un braccio la vita di Franco e con l'altro attirò a se Agostina.
«Los he echado mucho de menos!» Esclamò in spagnolo cosa che spesso le accadeva quando parlava con loro.
«Tú también.» Disse Agostina con la voce ovattata per via della forza di quell'abbraccio.
«Si, hanno ragione sei dimagrita troppo, tocco le ossa.» Franco storse il naso proprio come Paulo qualche giorno fa.
«Mudo! Ti prego anche tu no, prometto che ora mangio di più.» Era felice anche di quel rimprovero, Franco e Agostina erano lì con lei, le erano mancati tantissimo.
«Quando siete arrivati? State bene? Chi vi ha detto che ero qui?» Continuò a guardarli incredula.
«Frena un secondo! Siamo arrivati due ore fa, stiamo alla grande, abbiamo telefonato Benedetta e anche se non lo hai domandato so che vuoi farlo, resteremo tre giorni soltanto perché Franco deve allenarsi e il mister ha già fatto tanto concedendogli tre giorni.»
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Everything About Us ||Paulo Dybala||
FanfictionUna leggenda popolare giapponese, originata da una storia cinese, narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra; questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due perso...