Capitolo 36.

4.4K 174 29
                                    

Qualcosa dentro di lei stava mutando, lo percepiva facilmente dal cuore che iniziava a battere troppo velocemente senza motivo, lo capiva dalla serenità che ad un tratto era diventata padrona del suo essere.
Si sentiva quasi una ragazzina alla prima cotta che spiava tutti i profili del ragazzo che le piaceva fino a scoprire tutti i suoi movimenti, ora lei aveva deciso di fare il primo passo, erano un po' di giorni che Paulo era atterrato a Buenos Aires ma non poteva aspettare che lui ritornasse in Italia per parargli.

Aveva deciso di aprire il suo cuore ai sentimenti, ci aveva impegnato una giornata intera per capire cosa lui le volesse dire ma alla fine un solo nome aveva captato: Paulo.
Lei nel destino ci credeva poco, ma se quello fra di loro non lo era allora non sapeva cosa potesse essere realmente il destino.

La spia delle cinture si spense, sancendo l'atterraggio in terra argentina, Carlotta fu veloce nel slacciarla e attese la fila infinita di persone per poi afferrare la sua valigia, in pochi minuti si trovò nella navetta che l'avrebbe portata, insieme ad altri molti passeggeri, nell'aeroporto immenso della città.
Sono atterrata, fammi un imbocca al lupo! Questo fu il messaggio che inviò a Franco e a Benedetta, i due che l'avevano incoraggiata a fare quel passo.

Aveva colto l'attimo comprando un biglietto per Buenos Aires perché era sicura che se avesse aspettato anche solo un momento in più non sarebbe stata lì.
L'aeroporto era pieno di gente quasi come un formicaio, Carlotta era una delle poche che si stava dirigendo verso il bagno con tutta la valigia al seguito, la differenza di temperatura era notevole fra Palermo e Buenos Aires, così si dovette togliere i pantaloncini per sostituirli con un jeans a vita alta e la canottiera con un maglioncino bianco, tiro fuori il giubbotto di pelle dalla valigia per metterselo addosso.

Fuori dall'aeroporto chiamò un taxi, la donna che lo guidava le diede una mano ad entrare la valigia e poi Carlotta le disse la direzione che doveva prendere.
Peccato che ora seduta sui sedili posteriori dell'auto aveva dei ripensamenti: cosa avrebbe detto una volta che avrebbe avuto Paulo davanti?

Per non pensare al futuro imminente che l'attendeva sistemò i pesos che aveva precedentemente cambiato all'aeroporto.
Assorta nei suoi pensieri post-chiusura del portafoglio osservava il paesaggio che le scorreva i disturbato attorno, non era mai stata in Argentina, ma conosceva bene la casa di Alicia dalle tante foto che Paulo le aveva inviato.

«Hemos llegado, son 821,51 pesos.» Per un attimo breve la cifra la spaventò e non poco, ma si ricordò subito che l'euro valeva molto di più della moneta argentina, così pagò la donna che era stata spettatrice inconsapevole della sua confusione e scese dall'auto con la valigia in mano.

Quasi non sentì il rombo del motore che si allontanava troppo impegnata a cercare di calmare il cuore che non voleva smettere di battere freneticamente nella gabbia toracica.
L'unica persona che era a conoscenza del suo arrivo in sudamerica era Fede, difatti ora stava salendo le scale del palazzo dove abitava.

«Sono così contento che tu sia qui!» Esclamò lui abbracciandola e stringendola a se.

«Io invece credo che morirò dall'ansia.» Sapeva di dover affrontare un doppio ostacolo, Alicia si aggiungeva alla conversazione che avrebbe dovuto affrontare con Paulo.

Fede la aiutò ad entrare la valigia e poi entrambi si sedettero nel salone, Carlotta tolse in giubbotto e passò le mani sulle cosce per asciugarle, quando era nervosa le sudavano.

«Perché sei contento che io sia qui? Oltre al fatto che non te lo aspettavi ovviamente.» Sbadigliò, ma non per sonno, aveva dormito per tutta la durata del volo tanto da nina entire il jet lag, in Italia erano le 15 ma in Argentina la mattina era ancora tutta da vivere.

«Perché mi sta davvero risultando difficile sopportare i lamenti di Paulo su quanto lui sia stato deficiente.»

«Spiegati.» Aggrottò la sopracciglia, la sonnolenza dovuta al post-pisolino -troppo lungo per chiamarlo così- non le aveva fatto afferrare pienamente il concetto.

«Non è venuto lui da te in Italia per due motivi: il primo e che sai che appena ha dei giorni disponibili li vuole passare qui, secondo credo che, anzi ne sono sicuro, si vergogna tantissimo di ciò che ha fatto e ha paura di vederti.»

Carlotta non era del tutto stupita, come si diceva anche lei conosceva il suo pollo, certo la reazione d'impatto era stata quella di buttarsi una settimana nella disperazione ma quando ci aveva ragionato aveva anche capito il perché lui l'avesse fatto.

«Ho paura anche io Fede, insomma guardaci, dove possiamo finire?»

Il suo unico desiderio non era quello di tornare insieme con Paulo, quanto parargli il prima possibile per capire cosa provasse per lui.

«Io credo che o tornate insieme o questa storia finisce definitivamente.»

«Non era già finita tre anni fa?»

«A chi vuoi prendere in giro? Non è mai finta Carlotta, il primo anno a Torino voleva scendere ogni volta a Palermo per poteri parlare, l'anno dopo con Antonella si è distratto un po' ma quando sei tornata...non esiste nessuna tranne te.»

Le batteva il cuore come una furia, era sempre stata l'unica ma se ne accorgeva solo adesso.

«Anche lui è stato l'unico.» Quella frase, per quanto potesse essere simile a quella del suo amico aveva una valenza completamente differente, Carlotta non aveva avuto nessuna relazione dopo Paulo, troppo impegnata a cercare di toglierselo dal cuore.

«Mi stai dicendo che in questi tre anni...»

«Si Fede, solo Paulo.»

Fede aveva capito che non era una questione fisica, o almeno non solo quella, quanto sentimentale, se Paulo era riuscito a legarsi per un certo tempo ad Antonella a Carlotta questa cosa non era riuscita per niente.

«Wow, forse ora capisco tante cose.» Le sorrise dolcemente.

«Non so più se è una buona idea che io rimanga qui...forse sarebbe meglio per entrambi andare avanti.»

Il pentimento era arrivato a martellare sulle insicurezze che quella situazione le dava, così stava davvero pensando di dover tornare indietro, specialmente dopo quelle frasi dette a Fede.

«Dios, non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando capirà che sei qui in Argentina per lui.» D'altro canto Fede aveva ignorato completamente Carlotta.

«Hai capito cosa ho detto?»

«Sei solo una stupida insicura, e poi non hai più tempo per ripensarci non credi? Sei qui, tanto vale non rimandare, anche perché quando poi lui tornerà a Torino ti verrà a cercare smuovendo la città.»

Per un momento l'immagine di Paulo che correva per Torino le si materializzò nella testa facendola ridacchiare.

A dire il vero si sentiva un po' patetica, ma questo preferì non dirlo a Fede che ora si stava alzando dal divano per andare a far compagnia a Paulo dal parrucchiere, poi sarebbero venuti qui entrambi.

«Ci vediamo fra un'oretta.» La salutò con un bacio sulla testa per poi chiudersi la porta alle spalle.

Si sentiva patetica perché stava inseguendo il ragazzo che l'aveva lasciata sola dopo averci fatto l'amore, ma doveva seguire il suo cuore e nonostante avesse compreso il perché impaurito aveva lasciato la camera quella mattina, quella sensazione orribile non la lasciava.








MySpace.
Non si capisce niente, lo so, ma voi sapete che adoro tenervi con il fiato sospeso!

Bene, questo è quello che succede quando la nostra Carlotta non pensa prima di fare le cose e così prende un volo di 10 ore per poi pentirsene sul più bello, ma ormai la frittata è fatta, chissà cosa si diranno.

Ve l'aspettavate questa mossa da lei?

Come reagirà Paulo secondo voi?

Alla prossima, spero il più presto possibile!
xx
sognavaleggendo.

p.s. Questo capitolo è solo l'inizio della bomba che vi avevo annunciato nel precedente!

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora