Capitolo 41.

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Se Carlotta avesse dovuto descrivere quella situazione con una parola avrebbe utilizzato qualche aggettivo -che ora, un po' per lo stupore, un po' per la contentezza e un po' per tutta quella circostanza, non le veniva- ma per descrivere Dolores il più adatto era, senza ombra di dubbio: esuberante.

Certo, quella esuberanza era dovuta anche alla sua età giovane -non che lei si ritenesse vecchia- ma era anche abbastanza intelligente da arrivare dritta al punto, esattamente come nonna Alicia.
Dolo aveva preferito saltare i convenevoli racconti dell'eterna vicenda amorosa dello zio, doveva parlare con Carlotta di cose ben più importanti degli errori che entrambi avevano commesso, e poi sapeva per filo e per segno cosa era successo.

«Sono qui in missione.» Disse all'improvviso sorseggiando il suo analcolico alla frutta, dopo essere stata la protagonista dell'intera conversazione.

Sedevano in un bar in centro, sotto un gigantesco ombrellone che le riparava dal sole, da più di due ore scaldavano quelle due sedie parlando della vita della più piccola e delle sue vicende amorose, non che a Carlotta dispiacesse, anzi.

«Che significa?» Carlotta alzò un sopracciglio non comprendendo effettivamente la frase.

«Noi fra cinque giorni partiamo per Mykonos, c'è un posto letto in più e scommetto che sarà tuo.»

Per poco la più grande non si strozzò con la sua bevanda, stava sicuramente vaneggiando.

«Dolo ma che stai dicendo.» Le scappò una risatina nervosa.

«Non dirmi che non hai capito che zio è innamorato di te.» Stavolta fu il turno di Dolores di essere sbalordita, cavolo lo sapevano tutti, era impossibile non cogliere lo sguardo del diretto interessato quando parlava della ragazza italiana, innamorato, se possibile anche di più.

Carlotta perse un battito, e se prima pensava di strozzarsi ora era vicina al l'interruzione del battito cardiaco.

«E questo da cosa lo hai capito? Dal fatto che stiamo insieme?» Chiese sarcastica e ironica ma Dolores non demorse.

«Me l'ha detto, anche se mi ha detto di non dirtelo, in realtà non ha fatto proprio il tuo nome ma credevo fosse sottinteso.» Alzò le spalle come se non avesse detto una delle cose più importanti.

«Cosa?» Non sapeva come reagire, e se la domanda era suonata come uno stupore verso quella frase nella sua testa era più un: cosa mi prende?

«In pratica tutto è partito dalla chiamata che gli ho fatto per confermare la presenza mia e di Lauti a Mykonos, sapevo che saremmo dovuti passare a Torino perché zio deve fare delle cose, così ho espresso il desiderio di uscire con te e mi sono fatta dare il numero, ma nello spazio di tempo dal chiedere il numero ad averlo ho punzecchiato zio dicendogli che avrebbe dovuto cambiare i capelli prima che tu scappassi da lui, poi lui ha negato come al solito e allora io gli ho detto che l'avevano capito anche i muri che ti amava e lui sai come ha riposto?»

Dolores mise quella domanda per creare una pausa nel suo racconto allo scopo di controllare che Carlotta non fosse morta per attacco cardiaco dovuto all'emozione, o all'amore che dir si voglia.

«Che mi ama...» Rispose in uno stato di trance quasi completo.

«Si, ma poi ha aggiunto che non significa che tornerete insieme, ed è qui che devo agire io.»

Questa aggiunta se l'aspettava, un po' troppo ma non la scosse più di tanto, era a conoscenza della condizione che le pendeva sulla testa come una spada a doppio taglio.

«In che modo?»

«Non ci ho ancora pensato, ma come prima cosa dovreste vedervi.» Dolores assunse un'espressione pensierosa corrucciando le labbra, ma poi, distratta dal suono del telefono, dovette abbandonare immediatamente il pensiero che le era venuto.

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora