Capitolo 25.

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Aveva accettato, come non poteva farlo? Infondo -più in superficie di quando credesse- detestava Antonella, ma non per essere stata con Paulo, quando per il fatto che continuasse a sfruttarlo.
Stava fissando la foto seduta nel suo ufficio, l'avevano scattata ieri a casa di Paulo, Nahuel l'aveva scattata riprendendo i due che sedevano alle sedie del tavolo della sua cucina.
Si vedevano a mezzo busto per via del tavolo ma erano molto vicini, Paulo aveva il braccio sinistro posato sullo schienale della sedia dove sedeva Carlotta, lei invece era protesa con il corpo verso di lui, entrambi sorridevano alla telecamera.
Un poco de Palermo en Turín.

Questa la frase, accompagnata da un cuore nero, aveva scatenato commenti di ogni genere, l'avevano riconosciuta, anche se lui aveva evitato il tag.

Fu distratta dal bussare alla sua porta, così diede il permesso di entrare a chiunque fosse dietro di essa.

«La signora Tedesco non viene oggi.» L'avvertì Sara per poi lasciarla ancora sola.

Odiava le clienti che disdicevano all'ultimo momento gli appuntamenti, era rimasta fino alle 20 nel suo ufficio solo per accoglierla e ora non si presentava.

Sbuffò raccattando le sue cose e andandosene velocemente, era stanchissima e l'indomani mattina sarebbe uscita con Nahuel, Fede e Paulo per aiutarli con il completo da indossare al matrimonio.
Nahuel e Fede lo dovevano comprare, quello vecchio era troppo vecchio.

Era stanchissima, ma non solo fisicamente, il ritorno di Paulo nella sua vita l'aveva stravolta ed era stato troppo forte e d'impatto, avevano fatto le cose senza una via di mezzo passando dall'evitarsi -o meglio lei evitava lui- all'uscita senza problemi come se niente fosse, come se lei non l'avesse ferito, come se non fossero mai stati insieme.

Beh, non esattamente, si percepiva ancora quella relazione a Palermo, come un macigno sullo stomaco.

Carlotta rimaneva ogni volta folgorata dalla sua bellezza così naturale e impossibile, era bello, bello da mozzare il fiato.
L'attrazione fisica non si poteva negare, lei l'aveva percepita in quel ballo a casa di Federica, quasi non aveva sentito la fine della musica troppo distratta dai suoi occhi che la attiravano e scrutavano.
Così andò a dormire, con troppi pensieri in testa e la consapevolezza di dover affrontare, il giorno dopo, i suoi occhi.

Aveva sempre avuto un certa puntualità, ma quella mattina se l'era dimenticata da qualche parte, ne era sicura.
Si era vestita di fretta senza truccarsi, con una gonna plissettata rosa carne e una body nero a manica lunga aderente con scollo a barca.
Mise le scarpe e afferrò il giubbotto di pelle nero, prese velocemente la borsa e inforcò gli occhiali da sole.
Una volta arrivata a destinazione parcheggiò per poi pescare una piccola pinzetta nera con la quale raccolse due ciocche dei capelli davanti per fermarli dietro.

Scese velocemente dall'auto per poi dirigersi verso il negozio prestabilito, vi entrò salutando il ragazzo che stava alla cassa vicino l'entrata e girò i vari reparti per poi sentire le voci dei suoi amici.

«Eccomi!» Disse trafelata, aveva corso.

«Finalmente, pensavamo di averti perso ormai.» Paulo la prese in giro ridacchiando.

«Fede e Nahuel? Ho sentito le loro voci.» Si sedette al divanetto esattamente accanto a lui, difronte i camerini.

«Sono dentro.» Indicò con la testa le porte.

«Hai la faccia assonnata.» Riprese a parlare lui scrutandola.

«Non ho dormito molto.»

«Pensieri per la testa o brutti sogni?»

A lei però era suonata come un 'mi dici la verità o la bugia?'

«Pensieri per la testa, il lavoro sempre più straripante, questo matrimonio che non mi posso godere perché sto qui..»

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora