Sentiva un peso sullo stomaco, aveva gli occhi troppo pesanti per poterli aprire e la testa le scoppiava, aveva caldo e sete, tanta sete.
Ma il bisogno di dissetarsi era più forte della fatica di esporre gli occhi alla luce così mise una mando davanti ad essi per proteggersi e la visuale della sua camera si fece spazio davanti a lei.
Appurato di trovarsi nella sua camera, di avere un gran mal di testa e di essersi dimenticata di mettere il pigiama fece per alzarsi e quando lo fece sentì quel peso abbandonare il suo stomaco e cadere con un tonfo sul materasso.«Pensaba de recibir un buen dia mejor.» Una voce, non una qualsiasi, si lamentò facendola sobbalzare dallo spavento.
«Paulo che ci fai qui?» Carlotta si mise una mano sul petto per sentire il suo curie battere velocemente, e non sapeva se fosse per lo spavento o per il fatto di aver visto Paulo appena sveglio.
Disarmante.
Aveva i capelli arruffati e disposti senza un ordine preciso, la guancia destra era percorsa da i segni chiari del fatto che si fosse poggiato non solo sullo stomaco della ragazza ma che la sua guancia avesse toccato anche la parte coperta dal top in pizzo, le labbra erano leggermente più rosse e gonfie del solito e gli occhi chiaramente assonnati.«Se prendi un caffè forse te lo ricordi da sola.» Si alzò un po' con il busto per ributtarsi all'indietro sul materasso, mise le mani dietro la testa così da permettere alla t-shirt nera di solleverai e mostrare un pezzo di pelle ambrata.
«Mi fa male la testa.» Lasciò perdere le spiegazioni che voleva chiedere e mise anche lei la testa sul cuscino.
«Non hai bevuto tantissimo però, forse non sei più abituata.» Le pizzicò un fianco e a lei scappò una risatina.
«Stai dicendo che sono vecchia Dybala?»
«Tu lo dici.» Alzò le spalle osservandola lentamente, dalla testa ai fianchi coperti dal lenzuolo azzurro che celava anche i pantaloni neri di Paulo.
«Mi dici perché sei nel mio letto?» Si coprì il viso con le mani cercando di mettere a posto da sola i pezzi della serata precedente ma l'unica cosa che al momento le veniva in mente era lui che l'aiutava a mettersi a letto.
«Perché sei ancora pazza di me.»
«Paulo fai il serio dai!» Non si trattenne dal ridere, non era andato così lontano dalla verità se era bastato vederlo completamente vestito e appena sveglio per impazzire.
«Ti dovevo accompagnare ma la tua euforia non mi ha permesso di guidare, così ho concesso a Fede di prendere il mio posto per sedermi dietro con te, quando ti ho riaccompagnata eri sobria, ma un tantino euforica e non riuscivi bene a mettere due passi giusti, i trampoli non davano una mano, quindi sono salito con te. Ti ho messa nel letto e mi hai chiesto di rimanere, tutto qui.»
Nel frattempo, mentre moriva dalla vergogna, le immagini le si facevano limpide nella testa, gli aveva sussurrato di restare prima di crollare nel sonno, ma aveva percepito le sue mani toglierle i sandali e metterle le lenzuola.
«Come in quei patetici film zuccherosi.» Borbottò disgustata.
«Si, in effetti ma la sbronza fa questi effetti.»
Ci furono secondi di silenzio scanditi dai respiri dei due, Carlotta non si capacitava del fatto che lui fosse così vicini a lei, che fosse nel suo letto, non capiva il suo cuore che non la smetteva di pulsare troppo velocemente.
Paulo, guardandola di sottecchi, avrebbe solamente voluto prenderle il viso e baciarla dolcemente.L'aveva ammirata dormire e gli era mancato terribilmente farlo.
«Credo...credo di dover andare, devo preparare le cose per la nazionale..» Si alzò dal letto rendendosi conto che non avrebbe retto altro tempo a lottare contro il suo istinto.
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Everything About Us ||Paulo Dybala||
FanfictionUna leggenda popolare giapponese, originata da una storia cinese, narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra; questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due perso...