Ci stava pensando a cosa dire, a come spiegargli che aveva viaggiato fin lì per lui, che era stata male per lui e che gli era mancato, ma puntualmente la paura di affrontarlo si faceva sentire accompagnata dal mal di stomaco tipico del nervosismo che aveva da un po' di giorni.
Aveva appena ricevuto un messaggio di Fede che l'avvisava del suo imminente arrivo ma le parole fino a quel momento non le aveva trovate, o meglio non riuscivano a farsi avanti nella sua testa.
L'unica cosa di cui era veramente sicura era che da quella conversazione qualcosa sarebbe cambiato, anche se non aveva la benché minima idea di come volesse che le cose finissero.«Sube tu? Así resto en doble fila.» Buttò lì Fede per far salire Paulo a prendergli il portafogli, la scusa che si era inventato pur di farlo rimanere solo con Carlotta.
«Va bien.» Annuì per accompagnare quella frase e ignaro di tutto scese dall'auto per dirigersi al portone.
Una chiave si fece sentire girando nella toppa, Carlotta si mise sull'attenti seduta sul divano, le tremavano le mani in modo imbarazzante, la porta si aprì, sentiva il cuore in gola quando la porta si chiuse, i passi si fecero sentire per tutto l'ingresso della casa.
Paulo fece la sua apparizione nel salone puntando fin da subito gli occhi su di lei, si lasciò scappare le chiavi dalle mani che fecero rumore quando atterrarono sul pavimento, sbatté gli occhi più volte cercando di capire se fosse vero che l'oggetto dei suoi desideri era lì difronte a lui.«Imposible..» Non aveva mica tutti i torti, Carlotta non era mai andata in Argentina quando stavano insieme figurarsi che lo facesse quando erano in astio.
«Lo pensavo anche io fino a ieri.» Ridacchiò lei imbarazzata.
Restarono in silenzio per qualche minuto impegnati ad osservarsi, a studiarsi e a scusarsi con gli occhi.
Carlotta fu inevitabilmente attratta dal piccolo -non tanto ma glielo avrebbe fatto notare più tardi- particolare dei capelli platino, come era possibile che anche con quei capelli colorati a lei venisse la voglia di mangiarlo di baci?«Non so cosa dire...lo ammetto, credevo di poter avere più tempo e magari soffocare la paura che ho in questo momento ma che ho avuto prima, non...» Si bloccò perché avrebbe voluto dire tante di quelle cose ma appunto per la loro quantità non riusciva a metterle in ordine.
«Paulo senti, sono venuta qui...» Anche lei si bloccò ma per un gesto intenzionale di Paulo che si sedette accanto a lei.
«Sarei dovuto venire io, avrei dovuto prendere un volo per Palermo o Torino o in qualunque altro luogo ti trovavi, chiederti scusa e magari baciarti ancora perché mi sei mancata da morire.» Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo, era troppo imbarazzato di dover rivelare quelle cose così velocemente.
Era imbarazzato perché provava vergogna per non essere stato capace di andare lui da lei, l'aveva ferita con quel gesto ignobile e ora Carlotta era seduta accanto a lui, forse l'aveva perdonato.
«Non ho bisogno di scuse, so perché lo hai fatto.»
Con quella frase Paulo si rese conto che non era né la vecchia Carlotta, né la nuova Carlotta, era un meraviglioso mix capace di scuotergli il cuore perché se la Carlotta di una volta regina di pancia proprio come aveva fatto in quel momento volando da lui senza rifletterci, la Carlotta che sarebbe dovuta essere la nuova aveva una maturità più da donna.
Paulo non l'aveva mai sentita più sua di quel momento, non aveva pensato ad etichettarla con un aggettivo generalista, era semplicemente Carlotta, certo lui l'avrebbe voluta più sua.«Il punto è che nessuno ha più ragione di nessuno, e nessuno ha più torto di nessuno, sono venuta qui per parlarti.»
Certamente Carlotta mostrava più sicurezza di Paulo avendo avuto più tempo per metabolizzare che avrebbe dovuto averlo davanti.
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Everything About Us ||Paulo Dybala||
FanfictionUna leggenda popolare giapponese, originata da una storia cinese, narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra; questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due perso...