Capitolo 17.

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Era nervosa, troppo per i suoi gusti.
Sedeva nei sedili posteriori dell'auto di Franco e si passava nervosamente le mani sui pantaloni bianchi stretti e a vita alta abbinati ad una camicetta di seta, aperta sul davanti, a righe verticali sottili bianche e blu, le scarpe con il tacco blu e un giubbotto di pelle nero a coprirle le spalle.

Tremava, ma non per il freddo, bensì per l'ansia che le attanagliava lo stomaco, lo stava per rivedere, sembrava una cosa così facile a dirsi, tanto l'aveva già visto nel suo ufficio e quel pomeriggio al bar, cosa c'era di diverso?
Non smetteva di domandarselo mentre l'ora di averlo vicino si faceva sempre meno lontana.
Si mordicchiava il labbro inferiore l, muoveva le mani, batteva il piede sul tappetino dell'auto.
Faceva di tutto pur di non concentrarsi sulla serata che stava per affrontare, era sicura che Paulo le avrebbe chiesto di parlarle e lo capiva, ma come poteva affrontarlo?

«Se non te la senti posso riaccompagnarti a casa.» Franco la distrasse dai suoi tic nervosi.

Voleva disperatamente tornare a casa e rifugiarsi nella sua camera, ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare il suo ex-ragazzo, solo che avrebbe voluto ritardare l'inevitabile.
Così nella sua testa l'insegna a beone lampeggiava un SI con tanto di punto esclamativo.

«Io...» Sospirò «...non me la sento, ma andiamo.» Sorrise allo specchietto retrovisore dove lo sguardo di Franco si posava preoccupato su di lei.

«Sicura chupetìn?» Richiese lui.

«Sicura, ma se me lo chiedi un'altra volta cambio idea.» Fece una battuta che aveva un gran fondo di verità ma allentò la pressione.

Finalmente arrivarono al locale, l'auto di Paulo era già nel parcheggio e a lei venne da tremare.
Franco posteggiò la sua auto vicino quella del suo amico e la spense, tutti e tre scesero e si incamminarono verso l'entrata.
A Carlotta tremavano il cuore, le mani e le gambe mentre si avvicinavano verso il tavolo dove Paulo era seduto.

«Ciao ragazzi.» L'attaccante si alzò dal tavolo quadrato dove era seduto, lei cercò di guardare tutto tranne che Paulo vestito con un pantalone  blu scuro e una camicia bianca slim, che gli evidenziava il petto, le spalle larghe e il viso più stretto.

Cercava di distrarsi dall'osservargli il viso, i capelli pettinati, gli occhi chiari di colore indefinito, la labbra sottili, il neo sul lato destro del viso quello sul mento e quello sulla mandibola sinistra.

«Sera.» Sorrise lei un po' timida, per poi seguire i suoi amici che si sedevano al tavolo.

Si sedette e alla sua destra c'era Paulo, alla sua sinistra Agostina e difronte Franco.
Sentiva lo sguardo di Paulo perforarle l'anima mentre prendeva il menù fra le mani e leggeva ogni singola pietanza che il ristorante offriva, si fermò addirittura a leggere la lista delle bevande, cosa che non era solita fare per niente.

«Cosa prendi?» Chiese ad Agostina non sovrastando però le voci dei due uomini del tavolo che parlavano di lavoro.

«Roast beef con speck e spinaci tu?»

«Suppongo lo stesso.» Esalò nonostante ormai sapesse a memoria i piatti scritti -e descritti- sul menù.

Cosa l'aveva convinta a presentarsi quella sera? Cercava di non dimenticarlo, lo sguardo supplichevole di Agostina, l'incoraggiamento di Benedetta, la sfida di Franco, erano tante le cose ma tra queste spiccava il bisogno di vedere Paulo per provare se stessa e sapere come si sentiva ad averlo nuovamente vicino.

«Non ti è mai piaciuto lo speck.» Disse Paulo interrompendo momentaneamente la conversazione con Franco.

«Posso sempre lasciarlo nel piatto.» Carlotta alzò le spalle, sorpresa da quelle parole e dal tono che lui aveva utilizzato.

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora