Capitolo 21.

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Lautaro la osservava cercando di capirne ogni nuova sfaccettatura mentre lei finiva di perfezionare la disposizione di una camera da letto.
Avevano pranzato in un ristorante abbastanza lontano dal suo ufficio, ma in compenso avevano mangiato benissimo, si raccontarono i tre anni che avevano passato senza sentirsi e Lautaro fu più che contento di passare del tempo da solo con Carlotta.

«Mi sei mancata lo sai?» Carlotta sollevò lo sguardo e sorrise all'ennesimo ripetizione di quella frase.

«Lo so, anche tu piccolino.»

«Sai anche che Nahuel ti farà scappare?»

Lo sapeva, eccome se lo sapeva, le uniche due persone che avevano preso negativamente l'accaduto di tre anni fa, oltre a Paulo, erano stati proprio Alicia e Nahuel.
Quest'ultimo però non aveva avuto l'occasione di poterle parlare mentre la sue ex suocera si, quindi si aspettava di tutto.

«Spero solo che prenda in considerazione il fatto che ormai sono passati tre anni.» Annuì per poi sospirare e spegnere il computer.

«Zio ti ha difesa ieri sera dopo la telefonata, credo che oggi abbiano parlato, lui non permetterebbe a Nahuel di trattarti male.»

Le si scaldò il cuore, Paulo le voleva bene e nonostante tutto prendeva le sue difese, come poteva? Dopo tutto ciò che lei gli aveva fatto, dopo tutto il male.

«Non me lo merito, Nahuel lo sa e lo dice.»

«Lo so che non te lo meriti, ma ti vogliamo bene tutti, anche Nahuel.» Le fece l'occhiolino.

Di Paulo quel ragazzo non aveva niente esteticamente, ma caratterialmente gli si avvicinava molto in certe circostanze.

«Mi stai fissando.» Lautaro le fece notare assottigliando gli occhi, Carlotta scoppiò a ridere per quanto lui fosse diretto.

«Stavo pensando che non assomigli per niente a tuo zio, ma di carattere qualche volta si.» Ammise non staccando gli occhi dallo schermo del computer.

Quel pomeriggio aveva lavorato molto lentamente a causa della presenza di Lautaro, ma la cosa non le dispiacque, adorava la sua presenza e la sua ilarità.

«Lo so, io sono più bello di lui.»

«Sono d'accordo.»

Il loro momento fu interrotto dallo squillo del cellulare di Carlotta, Paulo la stava chiamando.

«Stavamo parlando di te.» Disse senza neanche dare a lui il tempo di parlare.

«Mi fischiavano le orecchie infatti, comunque siamo giù, quando volete scendete.»

Staccarono entrambi la conversazione e Carlotta si limitò a fare un cenno con la testa a Lautaro per poi preparare la borsa.

«Vado un attimo in bagno, aspetti qui o inizi a scendere?» Domandò lei mettendosi ai piedi le scarpe con il tacco abbandonate -come al solito- sotto la scrivania.

«Vado giù.» Lautaro la lasciò sola e lei fu in grado di evitare il bagno e sistemarsi allo specchio dello studio.

Si benedì per essersi portata un cambio, altrimenti le costava girare con i tacchi per Torino e non le andava.
L'unica cosa che lasciò era la gonna rosso scuro a tubino la sollevò solamente un po' rendendola a vita alta e più copra così da arrivarle un palmo sopra il ginocchio, sostituì la camicetta con una maglietta corta bianca a mezza manica e le scarpe con le Alexander McQueen dal logo rosso.
Si cambiò anche la giacca mettendosi il giubbotto di jeans più lungo del normale e poi si guardò ancora allo specchio.

Strana, si sentiva strana, aveva abbandonato la donna da ufficio nella busta ai suoi piedi e si era trasformata nella ragazza di 25 anni dimostrandone anche di meno vestita in quel modo.
Inforcò gli occhiali da sole e mise la busta sulla sua sedia, l'indomani l'avrebbe ripresa, mise la borsa in spalla e passò dalla reception per salutare Sara.

Everything About Us ||Paulo Dybala||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora