Capitolo 11.

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2014.

La luce del sole che passava dalla finestra e attraversava le tende, si era appena posata dolcemente sul viso di Carlotta, ancora addormentata con un leggero sorriso ad incresparle le labbra.
Paulo, accanto a lui, fu svegliato da quel timido raggio di sole, aprì piano le palpebre rivelando i suoi occhi, li chiuse però velocemente a causa della luce.
Si girò verso il comodino per leggere l'orario sulla sveglia: le 9:15.
Posò poi lo sguardo sul soffitto, spettatore silenzioso di quella notte, sorrise come uno stupido prima di osservare la ragazza che era poggiata a lui completamente nuda sotto le lenzuola.

Avevano fatto l'amore, per la prima volta.

Ne osservò i lineamenti rilassati, le labbra schiuse in un sorriso leggero, i capelli che si posavano sul suo petto scoperto dalle lenzuola, le quali mentre a lui cingevano solo dal bacino in giù, alla ragazza l'avvolgevano completamente.
Paulo pensò che avrebbe voluto essere tanto quel lenzuolo per bearsi ancora del calore che la sua ragazza emanava.

Decise, egoisticamente, di toglierla dal mondo dei sogni, avvicinò il suo viso a quello di lei, le baciò le labbra più volte, poi coi il naso le solleticò il collo, le braccia andarono a circondarla per poi avvicinarla a lui.
Le baciò la fronte per poi posarle un bacio dietro l'orecchio, come aveva fatto quella notte.
Lei si mosse leggermente stringendosi ancora di più a lui, poi lo beò dei suoi occhi aprendoli.
Lo beò del suo sorriso che si espanse subito nel constatare che Paulo la stava abbracciano e baciando.

«Buenos días amor.» Paulo le sussurrò con la sua voce roca e lei pensò che avrebbe potuto morire in quel momento, quel tono, quell'accento la facevano morire e allo stesso tempo avvertì un fremito nel basso ventre.

«Quanto sei bello appena sveglio.» Stavolta fu lei ad ammirarlo, era tutto suo, completamente suo, il cuore le scoppiava di gioia.

«Te amo mucho.» Le rispose lui unendo le loro labbra in un semplice bacio a stampo, troppo innocente per la notte appena trascorsa.

«Mi fanno un po' male le gambe, forse dovresti coccolarmi di più.» Sorrise maliziosa al suo ragazzo al quale, quella stessa notte, aveva donato la sua verginità.

«Potremmo stare a letto tutto il giorno, così mi assicuro che non ti facciano più male.»

«Dovrei andare a lezione oggi pomeriggio.» Mormorò Carlotta un po' controvoglia.

«A che ora?» Chiese lui che era già intento a baciarle il collo con più impeto di prima.

«Alle 16.» Riuscì semplicemente a dire ammaliata dai baci di Paulo.

«Quindi possiamo stare a letto fino alle 16.» Constatò lui, ma lei ebbe la forza di spingerlo un po' via da lei per poi sedersi sul letto con la schiena poggiata alla testata del letto.

«Devo vestirmi e dovrei tornare a casa e spiegare anche a papà che sono rimasta a dormire da te.» Ridacchiò immaginando la reazione di suo padre quando sua madre gli avrebbe detto che non sarebbe rimasta a dormire da Benedetta.

«Ma hai ventun anni.» Disse semplicemente Paulo.

«Quando avrai una figlia femmina sarai geloso anche tu, non importa l'età.» Lo prese in giro, Carlo Ferrara non era eccessivamente geloso sia chiaro, ma sapere che la sua bambina era rimasta a dormire da un ragazzo per la prima volta lo aveva preso alla sprovvista.

«Il convento è sempre un'ottima soluzione.» L'argentino alzò le spalle facendo scoppiare a ridere Carlotta.

«Posso farmi una doccia? Sai non vorrei andare così a casa.» Si indicò e poi notò la macchia rossa che era troppo evidente sulle lenzuola bianche.

Ne rimase un po' colpita e rimase a guardarla per un po', quello era il chiaro segno di ciò che avevano fatto; non sapeva se sentirsi bene o sentirsi...non sapeva neanche lei come.
Paulo la vide cambiare espressione e poi seguì lo sguardo della sua ragazza.

«Ehi.» Si avvicinò a lei mettendosi nella sua stessa posizione ma lei non rispose.

«Sono offuscato dall'idea che tu ti sia fidata così tanto di me da donarmi tutta te stessa, per la tua prima volta. Non guardare quella macchia così male, per me significa tanto.»

Sperava di aver usato le parole giuste, voleva farle davvero capire che aveva il cuore pieno d'amore per lei,

«Ti amo.» Gli rispose semplicemente e Paulo, che non si era accorto di trattenere il respiro in attesa di una sua risposta, prese a respirare.

«Incluso yo, bebé.» La strinse ancora a se per poi baciarle la testa.

«Quindi posso farmela la doccia?» Domandò lei timidamente.

«Pensavo di farla con te io in verità.»

«Preferisco farla da sola, ti spiace?» A Paulo non parve un rifiuto anche perché la conosceva abbastanza bene da sapere che voleva pensare da sola.

«Va bene, ma non sai che ti perdi.» Le fece un occhiolino per poi ammirarla mentre cercava di scendere dal letto.

Carlotta era indecisa se proseguire lei nuda in bagno così lasciando il lenzuolo sul letto, oppure portarsi fino al bagno l'enorme pezzo di stoffa bianco e lasciare così Paulo nudo sul letto.
Paulo la percepì indecisa sul da farsi e, come ci si poteva aspettare, bloccò il lenzuolo attorcigliandoselo addosso.
Così si mise comodo per osservare Carlotta che, prendendo coraggio, si alzava dal letto per poi fare il giro del letto e uscire dalla camera dove Paulo ne era rimasto completamente incantato.

«Sicura che non vuoi che venga?» Le gridò.

«Prepara il caffè scemo!»





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Dai, quanto sono dolci?
Belli i vecchi tempi, Palermo, 2014, mare, sole ma soprattutto niente Torino!
Che ne pensate?
Grazie per i voti e i commenti, vi adoro!
xx
sognavaleggendo.

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