«Il canguro rosso, Macropus Rufus, è attualmente il più grande marsupiale vivente sulla Ter–».
«Provate i nuovi biscotti al cioccolato fondente–!».
«Ed ora passiamo alle notizie di cronaca. A Chicago è stato ucciso l'imprenditore–».
Maka spense la televisione, buttando il telecomando sul divano. Si alzò in piedi di malavoglia e controllò il suo cellulare.
Nessun messaggio.
Schioccò la lingua e lo appoggiò sul tavolo, ma questi iniziò a squillare. La giovane lo prese velocemente tra le mani e se lo portò all'orecchio, dimenticandosi di controllare il numero, tanto era in ansia.
«Pronto?».
«Ehi, Maky!».
La bionda scrollò le spalle. «Matt».
«So che non è un momento adatto per chiedertelo ma... Mia madre questa sera è occupata a lavoro, e mia sorella è via... Non è che potresti venire a prendermi in aeroporto? Devo tornare tra un paio d'ore e non so proprio a chi possa chiedere di aiutarmi col trasporto...».
Maka strabuzzò gli occhi. Matt era partito?
«P-Perché proprio io? Ci sono i taxi... E poi tuo padre?».
«Sono al verde e mio padre diciamo che si è incazzato con me» ridacchiò nervoso il bruno. «Altrimenti non te lo avrei mai chiesto».
La bionda ripensò al vecchio detto 'Gli ex tornano sempre'.
Che situazione azzeccata.
«Va bene» sospirò. «A che ora devi tornare?».
«Grazie, Maky! Ti am– Cioè... Ti ringrazio. Verso le otto di stasera».
Maka riagganciò senza pensarci troppo, non badando nemmeno alla piccola gaffe che il ragazzo aveva appena rischiato di fare dicendole che l'amava.
❖ ❖ ❖
Soul si tolse le coperte di dosso e scese dal letto con un grosso sbadiglio. Controllò la data sul cellulare e cacciò un lungo sospiro.
Cinque giorni.
E ancora si chiedeva come mai non l'avesse chiamata o non le avesse mandato un semplice messaggio per dirle che stava bene.
Però, a pensarci, nemmeno lei l'aveva fatto...
Black*Star bussò alla sua stanza d'hotel, gridando qualcosa che a primo impatto l'albino non fu in grado di capire, visto il pesante post sbornia che stava attraversando. Dopo aver portato a termine la missione, quei tre si erano dati alla pazza gioia in un bar poco lontano da lì.
«Arrivo, arrivo» fu l'unica cosa in grado di proferire, facendo smettere l'azzurro di picchiare sul legno.
Si strofinò il viso e si diede un'occhiata allo specchio, scoprendo di essere messo davvero male. I capelli erano più incasinati di un gomitolo di lana affidato alle grinfie di un gatto, e la sua barba era più incolta di un campo lasciato a maggese.
Sembrava quasi uno zombie.
Uno zombie estremamente cool e con stile, ma pur sempre uno zombie.Indossò velocemente i suoi jeans e andò in bagno a lavarsi denti e viso. Quando chiuse gli occhi per sciacquarsi la faccia, vide la faccia di Maka .
Che stava succedendo, diamine! Non era mai stato così ossessionato da una donna!
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VENOM [Soul Eater]
FanfictionIndebitato fino al collo, Spirit Albarn assegna a sua figlia Maka il compito di diventare la guardia del corpo di Soul Evans, secondogenito della famiglia di musicisti più ricca e influente di Death City. I due giovani si odieranno dal primo istante...