Ogni persona reagisce in maniera diversa di fronte a un problema. C'è chi decide di affrontarlo e liberarsene. C'è chi decide di scappare. Chi ci gira attorno. E c'è chi, come Maka, decide di prenderlo a pugni.
Se c'era una cosa che amava fare il sabato pomeriggio, soprattutto a una certa ora in cui la palestra si svuotava di gente, era quella di scaricare la tensione e lo stress su un buon sacco da boxe.
Maka si infilò un guantone rosso e tirò con i denti il laccetto di velcro, chiudendolo in prossimità del polso. Ripeté l'azione con l'altro e si avvicinò al sacco nero, appeso al soffitto da una lunga catena di ferro.
Per quel piccolo sfogo personale doveva ringraziare Soul, che, da quando era diventato il suo capo, le aveva fornito un istruttore privato e un luogo dove allenarsi.
La ragazza sorrise.
Ultimamente non faceva che pensare cose positive su di lui, soprattutto adesso che aveva iniziato a frequentarlo."Piano, frequentarlo?" si chiese perplessa.
Ripensò alla notte passata insieme e alla mattina in cui si erano svegliati accanto. Si erano rotolati senza tregua fra le lenzuola per poi finire di nuovo a fare sesso.
A quel pensiero arrossì brutalmente e il cuore le scalpitò nel petto.
Davvero si era concessa a Soul? Per ben due volte!?
Dio, faceva ancora molta fatica a crederci...Maka sospirò e si preparò a tirare un calcio contro il sacco da boxe. Il suo collo del piede colpì con forza il rivestimento di barex, facendo oscillare l'attrezzo appena ritirò la gamba. Nel farlo le venne un leggero dolore al piede e si accorse che il sacco era molto più duro del solito, ma pensò semplicemente di essere fuori allenamento.
Iniziò a colpirlo anche con i pugni, prendendo ritmo. Ma nell'istante in cui sferrò l'ennesimo calcio, avvertì un forte bruciore alla caviglia. Maka cadde a terra spaventata, fissando con incredulità il profondo taglio sul piede.
"Ma che–!?".
Alzando lo sguardo, si rese conto che qualcosa di appuntito aveva lacerato il rivestimento nero e spuntava fuori dal sacco ricoperto dal suo sangue.
Maka si mise a gridare spaventata, afferrandosi con entrambe le mani la caviglia che aveva iniziato a tremare senza controllo per il trauma subito.Sid, il suo istruttore, si era allontanato un momento per comprare due bottigliette d'acqua al bar della palestra, ma quando sentì le grida della bionda, si precipitò nella saletta.
Vedendo il sangue sul pavimento e la ragazza impaurita che cercava di fermare l'emorragia al piede, lasciò cadere le bottiglie a terra.«Mio Dio...».
Recuperò in fretta la cassetta del pronto soccorso e raggiunse Maka in un baleno, inginocchiandosi di fianco a lei.
«Come... Come diavolo è successo...!?».
La ragazza serrò la mascella e strizzò gli occhi, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
«Il sacco» disse fra i denti.
Sid verté gli occhi sull'attrezzo, spalancando la bocca appena notò l'oggetto appuntito.
«Che...?».
«Non lo so, Sid, ma se non mi metti qualcosa su questa dannata ferita credo che morirò all'istante!».
L'istruttore afferrò il flacone di disinfettante e lo svitò dal tappo, versandolo direttamente sul taglio.
Perché nel suo sacco da boxe c'era quella roba!? Chi diamine l'aveva messa lì dentro!?
STAI LEGGENDO
VENOM [Soul Eater]
FanfictionIndebitato fino al collo, Spirit Albarn assegna a sua figlia Maka il compito di diventare la guardia del corpo di Soul Evans, secondogenito della famiglia di musicisti più ricca e influente di Death City. I due giovani si odieranno dal primo istante...