43. Ultime gesta

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Tsubaki era rimasta vicino all'attrezzatura elettronica. Avrebbe potuto tranquillamente raggiungere il portatile del corvino allungando la mano, se soltanto gli uomini alle sue spalle non le avessero rivolto tenacemente i fucili contro.

Accidenti, poteva creare un'interferenza così forte da far fischiare i loro auricolari e assordarli per un minuto!

«Avete intenzione di tacere ancora per molto, ragazzi? Ci fissiamo negli occhi finché spunta il sole e magari dopo andiamo a berci una tazza di tè?» commentò Xavier con cinismo, stringendo il braccio intorno al collo di Kid. «Ho chiesto un po' di collaborazione, su!».

«Se non taci ti faccio ingoiare i denti con un pugno, pezzo di merda!» ruggì Black*Star.

L'uomo rimase talmente colpito, che proruppe in una risata forte e ironica.

«Hai del fegato, ragazzo! Quasi quasi mi dispiacerebbe ucciderti».

Il cecchino fu sul punto di scagliarsi all'attacco, ma Maka gli mise un braccio davanti come barriera, ammonendolo con lo sguardo.

«Che... Che cazzo ti prende!?».

«Vuoi forse che uccida Kid, testa di cazzo!?» sbraitò la bionda, voltandosi furiosa e abbassando il braccio. «Gli può riempire la testa di piombo da un momento all'altro!».

Black*Star sembrò ritrovare di nuovo il controllo e fece un passo indietro, soffiando come un toro messo a bada.

«Vedo che ragioni, Maka. Sei davvero intelligente come raccontava Matthew» ghignò Xavier.

La ragazza mosse gli occhi verso di lui.

«L'ho fatto per Kid, non per te» biascicò.

«Lo so. E infatti lascerò libero il vostro amico, se mi portate dalla formula» propose l'uomo, indicando la cripta con la testa.

«Non conosciamo il codice».

Xavier sollevò le sopracciglia e tirò indietro il mento.

«Oh, allora questo è davvero un bel problema...».

L'uomo strinse bruscamente la presa intorno al collo del corvino e a questi si mozzò il respiro, aprendo la bocca in cerca di aria.

«KID!» urlò Liz, trattenuta dalla sorella.

Il corvino si agitò per sfuggire dalla morsa, artigliando le braccia muscolose di Xavier. Ma l'uomo era nettamente più forte.

«So che potete collaborare. Siete dei ragazzi intelligenti» rise sadicamente lui. «Non volete che lo uccida, vero?».

Qualcuno sarebbe anche intervenuto, se soltanto Tsubaki non avesse gridato per prima: «Fermati! Io conosco il codice!».

L'uomo si arrestò di colpo permettendo al corvino di respirare di nuovo, e spostò l'attenzione sulla camelia. Sulla sua bocca nacque un sorrisino compiaciuto.

«Mi piacete sia tu che Maka. Avete capito proprio tutto».

Alla ragazza tremavano le mani e la mandibola, l'adrenalina nel corpo era impazzita. Ma non avrebbe mai permesso a uno dei suoi amici di morirle sotto gli occhi, nemmeno se cento uomini addestrati a uccidere la attorniavano da tutte le parti.

«Su, apri la porta, dolcezza. Non ho tempo da perdere» comandò Xavier, tenendosi stretto Kid.

«Tsu... Tsubaki... Non farlo...» mormorò il corvino, ancora stordito.

La ragazza gli lanciò un'occhiata struggente, urlando con gli occhi che non aveva altra scelta.

«No... Ti prego...» sussurrò Kid.

VENOM [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora