Il clima negli ultimi giorni era straordinariamente migliorato. Cinguettii allegri e vivaci riempivano l'aria fresca di quel mattino, in cui il sole non era ancora sorto completamente. I raggi arancioni coloravano la vegetazione come in una fiaba, che ne risultava rischiarata e accesa dando vita a chiaroscuri pittoreschi.
Black*Star correva su un sentiero di terra battuta, alzando nuvole di polvere rossa nell'aria.
Andava avanti da più o meno un'ora, e si fermò solo quando il petto iniziò a bruciare e a chiedere acqua.Si buttò su una panchina e respirò a bocca aperta, traendo dall'aria tutto l'ossigeno possibile per placare i polmoni. Si tolse la canottiera e se la mise su una spalla, guardando il panorama.
Era giunto in cima a una collinetta, da cui riusciva a vedere il nitido profilo di Death City, ancora silenziosa e addormentata. Il vento che soffiava non era forte, ma donava una piacevole sensazione di freddo sulla sua pelle, imperlata di sudore e di fatica.Rimanere in solitudine era uno dei suoi momenti preferiti. Meditare in silenzio, concentrarsi e non pensare più a nulla. Svuotare la mente da ogni pensiero superfluo che avreb–
«MALEDIZIONE, STUPIDA MOSCA! NON SONO FATTO DI STERCO!».
Black*Star si sbracciò come un disperato cacciando via il fastidioso insetto, che si era impunemente poggiato sul suo naso.
Con uno schiocco di lingua pieno di scocciatura, prese il cellulare e controllò l'ora.
Appena lesse che erano le sette meno dieci, scattò in piedi. Si affrettò a scendere dalla collinetta, correndo addirittura più veloce di prima, e arrivò a casa per farsi una doccia lampo e cercare di arrivare in tempo all'asilo.
❖ ❖ ❖
Liz sedeva alla scrivania dell'ufficio di Kid, che stava segnando alcuni impegni sullo scadenzario, poco più in là su un divanetto bianco.
«Andiamo in vacanza?» propose lei, scorrendo il dito sul touchpad del PC. «Su questo sito ci sono delle offerte abbordabili».
«Lavori qui da un giorno e vuoi già andare in ferie?».
«Be', potete approfittarne anche tu e Patty...».
«Grazie, ma non sono tipo da vacanze».
Liz storse la bocca.
«A me piacerebbe andare a Parigi con soli duecento dollari. Hotel, volo e pasti inclusi» insistette.
«Ed io ora voglio solo pensare al piano e rubare il quadro al museo» fece Kid, evitando di dirle che a Parigi ci poteva arrivare volando gratis con il jet della compagnia e albergando gratis nell'hotel in centro di suo padre. «È da un'ora che sto provando a spostare gli appuntamenti per avere un giorno libero».
La bionda sospirò, chiudendo il laptop.
«Sei fissato con quel piano!».
«Ne va della ditta di papà».
La bionda arricciò le labbra, alzandosi dalla sedia. Si era messa il suo miglior tailleur, quella mattina, e aveva anche indossato i tacchi alti per essere presentabile.
«Mi stai sinceramente preoccupando, Kid» ebbe il coraggio di dire, incrociando le braccia al petto.
Il corvino strinse la penna che teneva fra le dita.
«Sono giorni che pensi solo a quello stupido furto! E non ti sei nemmeno fatto la barba!».
Kid quasi sussultò, realizzando di essersi appena ricordato quello che si era dimenticato di fare. Non aveva mai saltato una seduta dal barbiere!
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VENOM [Soul Eater]
FanfictionIndebitato fino al collo, Spirit Albarn assegna a sua figlia Maka il compito di diventare la guardia del corpo di Soul Evans, secondogenito della famiglia di musicisti più ricca e influente di Death City. I due giovani si odieranno dal primo istante...