10. L'attrazione non è soltanto una proprietà magnetica

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Kilik adagiò il boccale di birra sul tavolo del bar e girò la testa verso Soul.

«Perché?!» sbottò.

L'albino sospirò arrendevole e mescolò l'alcolico muovendo circolarmente il bicchiere. 

«Hai visto che le è successo».

«Lo so, ma...».

«Suo padre è fuori gioco. Il patto salta».

«E perché?!».

«Volevano ammazzare quel vecchio pervertito, ok? Io e i miei uomini non siamo più al sicuro. E sinceramente non mi va neanche di essere messo in mezzo ai problemi di Spirit!».

«Vuoi rompere l'alleanza?! Ma così farai ripartire la guerra tra le due fazioni!».

«Non me ne frega niente. Voglio il massimo della sicurezza per la mia fazione e non ci tengo ad aggiungere altri nemici alla lista».

Il bruno scosse la testa contrariato. «Ti stai comportando come un paraculo».

«Ci tengo a tutelare me e i miei uomini».

«E per questo vuoi sostituirla con me?».

«Sì» rispose con tono freddo Soul, mostrando per l'ennesima volta la sua maschera di sicurezza e spavalderia. 

Kilik finì di bere la pinta di birra e sospirò: «Ti ucciderà».

L'albino ghignò amaramente e abbassò lo sguardo sui jeans chiari, ripescati a caso dal suo armadio quella mattina. Nell'ultimo periodo aveva perso anche la voglia di abbinare i colori dei vestiti, non gli importava più niente del suo aspetto.

«Molto meglio che vederla morire».

L'afroamericano appoggiò il gomito sulla superficie marmorea del bancone e sistemò la testa sul palmo della mano, avvolta da un guanto nero senza dita.

«Non le piacerà la cosa».

«Lo so. Ma è colpa di Spirit se è finita in questa situazione del cazzo».

«Ricorda che ti ha sempre difeso a spada tratta, Evans».

Soul increspò le labbra con rimpianto. Kilik non aveva detto una cazzata. Maka era sempre stata fedele al patto ed era rimasta al suo fianco anche in situazioni pesanti da sopportare.
Solo un pazzo avrebbe lasciato andare un lingotto d'oro come lei. E lui lo era, per un certo verso. Oltre ad essere anche stupidamente masochista.

«È proprio per questo che voglio allontanarla, Kilik. Questo mondo di merda non la merita».

Il bruno chiese al barman un altro po' di birra e sistemò la berretta sulla fronte.

«Si incazzerà moltissimo».

«Ne sono consapevole».

«Sul serio, pensaci bene. Potrebbe non tornare mai più».

Soul deglutì impercettibilmente, finendo di scolarsi il suo Rob Roy.

«Sto puntando a quello» mentì. 

Venire meno al patto e mandarla via con la forza era come perdere un pezzo di se stesso. Ma doveva farlo. Non poteva essere egoista e farle rischiare la vita un'altra volta.

«E dei debiti di Spirit che ne sarà?».

«Farò finta che non ci siano più».

Kilik iniziò a sgranocchiare la frutta secca che il barista gli offrì e ripensò alla richiesta dell'albino.

«Va bene» disse infine. «Lo farò. Ma sappi che non sono comunque d'accordo».

«Neanche io, Rung, ma è l'unica opzione che ho».

VENOM [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora