15. Forse

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«Non. Muoverti. Mi sto già improvvisando chirurgo e non ho assolutamente voglia di cucirti la pelle in maniera disordinata!».

«Mi dispiace dirtelo, ragazza, ma hai scelto la persona meno adatta per un lavoretto rapido».

«Grazie, Liz, me n'ero accorta» grugnì Maka, aspettando che Kid le trapassasse un lembo di pelle con l'ago, per l'ennesima volta.

Tutto ciò mentre un certo albino dall'aria estremamente soddisfatta, si leggeva un giornale spiaggiato sul divano.

«Attento, hai infilato il filo un millimetro più sotto del dovuto».

«C-C-C-Cosa?!».

«Soul, piantala!».

Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata, sentendosi già le lacrime agli occhi.

«Dio, siete uno spasso!».

«Ti faccio vedere io come me la spasso a schiacciarti la testa con un libro!».

Black*Star osservò incuriosito la ferita di Maka, quasi richiusa.
Lui si era procurato parecchie ferite simili e gli erano rimaste molte cicatrici, ma immaginarsele su una ragazza dalla pelle così delicata, stonava giusto un pochino.

«Mi spieghi ancora una volta come hai fatto?».

La bionda saettò lo sguardo sul giovane maestro, accigliandosi.

«Quel cretino di un uomo che vedi seduto sul divano, mi ha portata in un vecchio magazzino, in cui credeva di trovare la compagnia girasole pronta a comprare il suo 'prototipo' di non so cosa. E quando siamo entrati nel magazzino, guarda un po' te! Non c'era nessuno. NESSUNO! E SI SONO CHIUSE LE PORTE DA SOLE!».

«Forse era una trappola» azzardò stupidamente l'azzurro, prendendosi il mento fra l'indice e il pollice.

«Ma va! Non l'avrei mai detto!».

«Per fortuna non ci hanno rubato la macchina. Almeno quella era al suo posto» si intromise Soul, inumidendosi il dito per voltare la pagina del giornale.

«Potevamo rimanere chiusi lì dentro per sempre e tu pensi solo alla tua stupida macchina!?».

«Be'» ammiccò l'albino. «Non credo ti sarebbe dispiaciuto rimanere da sola con me, da come si sono evolute le cose in seguito».

Maka capì benissimo che si stava riferendo al bacio. E pensando a ciò, diventò rossa di vergogna.

Che le era saltato in testa!?

«Non so di cosa stai parlando» si difese.

Kid tirò delicatamente il filo della sutura, complimentandosi con sé stesso per l'ottimo lavoro che stava compiendo. Perché neanche un chirurgo di fama mondiale avrebbe potuto fare di meglio!

«Hai idea del perché ti abbiano teso una trappola, Soul?» chiese, infilando nuovamente l'ago nella pelle.

L'albino chiuse il giornale e lo piegò in due, buttandolo da qualche parte sul divano.

«No» sospirò. «Ma le persone con cui ho parlato per il prototipo non sanno niente. Pensano che gliel'abbia già inviato».

«Vuoi dire che hanno raggirato anche i tuoi acquirenti?».

«Esatto. Ma non so perché. Ed è anche strano che non abbiano toccato la macchina, il prototipo era lì dentro».

«Per i soldi dei tuoi acquirenti, no?» intervenne Black*Star, incrociando le gambe sulla sedia. «Hai detto che loro pensano di aver già ricevuto il prototipo. Quindi vuol dire che hanno già pagato».

VENOM [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora