19. Intemperie

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Maka camminò fra gli invitati che si erano ammassati in giardino, grata di aver rimesso la maschera bianca sugli occhi. Fece per andare oltre, ma una mano rude e potente le afferrò un avambraccio, cambiandole i piani.

«Trovata!» si rallegrò la voce alle sue spalle.

La bionda si girò di scatto, con il cuore a mille.

«Pensavo quasi di mandare un cane a cercarti, lo sai?».

La ragazza cacciò un sospiro di sollievo e Soul allentò la presa, ma senza lasciarle il braccio.

«Ti sei persa la faccia che ha fatto Miller quando gli ho portato la copia della collana e gli ho detto che poteva ficcarsi l'originale su per il culo».

Maka si voltò con tutto il corpo, liberandosi dalla stretta.

«Gliel'hai ridata!?».

Soul sospirò e scrollò le spalle, infilandosi le mani in tasca.

«Che altro potevo fare? Ti eri arrabbiata con me...».

La guardia del corpo rimase a bocca aperta, con la mano avvolta nel punto in cui l'albino l'aveva afferrata.

«Soul fottutissimo Evans!» sbottò, tirandogli un pugno al petto. «Perché l'hai fatto?!».

L'albino la fissò scioccato.

«Scusa? Prima fai una scenata perché non vuoi che ridia la collana al museo di Hong Kong ed ora ti incazzi perché ho dato la collana a Miller!? Cazzo, Albarn! Non ci capisco una merda!».

La bionda fu in procinto di strattonarlo per il colletto della camicia, ma l'essere circondata da gente sconosciuta le fece cambiare idea.

«Dannazione, Evans! Ti odio!».

«Cos–? Perché!?».

 «Perché ti comporti come un coglione! Non puoi cambiare idea con niente!».

Soul le ghermì bruscamente il polso tirandola a sé.

«Io non so che cosa ti abbia preso, Albarn, ma mi stai friggendo i neuroni» mormorò al suo orecchio, dandosi un'occhiata intorno e assicurandosi che nessuno avesse prestato attenzione alla loro conversazione.

«Voglio andare a casa, Soul» sussurrò flebilmente Maka.

L'albino la allontanò leggermente, in modo da poterla vedere in viso.

«Oh, cazzo...  Stai piangendo!».

La bionda tirò su col naso. «Maledizione» imprecò, asciugandosi in fretta le lacrime.

Quella giornata era stata talmente stressante, che alla fine non era riuscita a tenersi tutto dentro. Era scoppiata a frignare abbassando completamente le barriere di fronte al suo 'nemico' numero uno.

La visita di Soul nel suo appartamento, quella di Matt, la misteriosa busta dorata, la festa...

Il bacio.

Maka alzò gli occhi, incrociando quelli confusi di Soul.

Come aveva fatto a finire in quella disperata situazione sentimentale?
Era così folle da pensare che avrebbe potuto provare qualcosa per Soul?

«V-Va bene. Allora ti porto a casa...» disse il ragazzo, avvolgendola con le braccia. «Ti porto a casa...».

Evidentemente sì. Era proprio pazza. 


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VENOM [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora