Le immagini di quello che era successo con Matthew infestavano la mente di Soul come un parassita. Non riusciva a pensare ad altro. E non riusciva nemmeno a concentrarsi sul suo bicchiere di rum perché la musica del locale era stata alzata al livello "saluta per sempre il tuo buon udito".
Blair si fece largo fra le colleghe bariste, occupate a divorare con gli occhi l'albino, e gli mise una pinta di birra davanti. Lui non gliel'aveva chiesta, ma probabilmente gliela stava offrendo.
«Soul!» civettò, appoggiando gli avambracci sul tavolo e sporgendosi con la testa.
Il ragazzo le lanciò un'occhiata pigra, ignorando apposta la scollatura eccessiva della sua maglietta. Se qualcuno gli avesse predetto che l'avrebbe fatto, non ci avrebbe mai creduto.
«Grazie...» borbottò, afferrando il calice.
«Non ti vedo da un secolo! Come mai da queste parti?».
Soul abbozzò un sorriso per non ricevere ulteriori domande e prese un sorso di birra.
«Non posso permettermi di venire a trovare la mia barista preferita?» ammiccò, con falso pretesto.
Blair sfarfallò stupita le lunghe ciglia nere, sollevando poi gli angoli della bocca fino alle orecchie.
❖ ❖ ❖
«Tu sei un uomo morto!».
«U-Un attimo, Maka, proviamo a ragionare!».
«Sono vent'anni che mi dici di provare a ragionare, papà! Voglio sapere anch'io!».
Spirit abbassò le mani con cui inutilmente aveva cercato di calmare la figlia e appoggiò i gomiti sulle cosce, ancora seduto sul lettino nello studio del medico.
«Le somigli tanto» sorrise, alzando timidamente lo sguardo.
Maka ammutolì.
Ogni volta che Spirit diceva quella frase, si sentiva disarmata. E questo perché aveva perfettamente ragione. Più giorni passavano e più si rendeva conto di quanto era simile a sua madre, e non solo di aspetto fisico, ma anche di carattere.
Maka voltò le spalle e raggiunse la finestra dello studio medico, affacciandosi per guardare le macchine nel parcheggio.
"Oh no, si è arrabbiata! P-Presto, di' qualcosa di intelligente, qualcosa di divertente! Forza!".
«Ahm... Lo sai che le medicine che mi hanno dato ieri sapevano di avocado?» rise nervosamente Spirit, portandosi una mano alla nuca.
"Merda... è la cosa più idiota che abbia mai detto!".
«Papà».
«Si, angelo mio?».
Maka girò la testa di un quarto, guardando Spirit con la coda dell'occhio.
Da quando si era lasciato con sua madre aveva tentato disperatamente di riallacciare i rapporti con lei. Ma non ci era mai riuscito, perché il tradimento era una cosa che Maka – proprio come sua madre, che aveva appunto chiesto il divorzio – non riusciva a perdonare. Soprattutto se quel buon a nulla continuava a vedere donne diverse anche ora.
«Sta' zitto».
«Va bene...».
«Signor Albarn» salutò il dottore, rientrando nello studio. «Ho dato un'occhiata alle sue radiografie e l'ultimo intervento ha sistemato molto bene la colonna vertebrale, anche se ho notato una piccola ernia tra la C1 e la C2. Ma nulla di grave, si può risolvere chirurgicamente, se lo desidera».
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VENOM [Soul Eater]
FanfictionIndebitato fino al collo, Spirit Albarn assegna a sua figlia Maka il compito di diventare la guardia del corpo di Soul Evans, secondogenito della famiglia di musicisti più ricca e influente di Death City. I due giovani si odieranno dal primo istante...