42. In gabbia

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«Che schifo! Dobbiamo infilarci un una tomba!» si agitò Maka, seduta in mezzo a Liz e a Kid nell'enorme SUV noleggiato per la missione.

«Ho appena detto che è una cripta, Maka» ribadì il corvino, stringendo il volante.

«Ma fa schifo lo stesso! Sai quante persone seppelliscono in una cripta?».

«Calmati, nessun cadavere ha mai toccato quel posto».

«Ci mettevano le armi chimiche» intervenne Liz.

«Esatto» annuì Kid. «L'hanno chiusa dopo la Seconda guerra mondiale. Le tracce radioattive dovrebbero essere ormai sparite, ma per precauzione vi ho fatti indossare queste tute».

«La mia mi stringe il pacco, Kid» si lamentò Black*Star, stravaccato nella fila dietro con le mani sulla nuca. «Dovevi prendere bene le misure».

«Santo cielo» sospirò Liz.

Tsubaki, di fianco a lui, lo ammonì con lo sguardo, e Soul, schiacciato contro la portiera – perché l'azzurro occupava tutto lo spazio possibile con i gomiti e con le ginocchia – scosse stancamente la testa.

Il SUV proseguì per una lunga strada alberata a senso unico. Il bagliore della luna filtrava tra i tronchi sottili e alcune tombe di pietra erano visibili dai finestrini della macchina.

«Qualcosa mi dice che siamo arrivati» mormorò l'albino, fissando il panorama con una certa inquietudine.

«Sembra più un parco che un cimitero... Non ci sono nemmeno le recinzioni» osservò Liz, e Black*Star allungò curioso il collo per vedere oltre il parabrezza.

«Sono passato dalla parte dove non c'è il muretto, così evitiamo di scavalcare e di camminare per niente. Il cimitero è molto grande» spiegò Kid, continuando per la stradina.

Alcuni minuti dopo, fermò il SUV nelle vicinanze di una rotonda a sei sbocchi e spense il motore invitando gli altri a scendere.

«Chi caspita mette una rotonda in mezzo a un cimitero?» bagolò il cecchino, guardandosi intorno.

Quando Maka appoggiò gli anfibi sull'asfalto, ebbe una strana sensazione. E non perché si trovasse in un luogo di sacra sepoltura e avesse paura che uno zombie spuntasse fuori dal nulla come nei film – finché non ne avrebbe visto uno con i propri occhi, non ci avrebbe mai creduto – ma si sentiva osservata da qualcuno oltre i piccoli boschetti, nascosto nell'ombra.

«Ci sono i guardiani a quest'ora?» domandò a Kid.

«Che io sappia no» rispose lui. «Perché?».

Maka scosse la testa. «Nulla, per sicurezza. Non vorrei che chiamassero la polizia».

«Dunque, dove dobbiamo andare?» si intromise a gran voce Black*Star, con i pugni sui fianchi e un'aria da pro. Lui non sembrava affatto preoccupato di farsi scoprire. Anzi.

«Zona nord-est. La cripta si trova lì».

«Roger!».

I ragazzi affrettarono il passo e proseguirono fra le tombe di pietra.
Anche se il calendario segnava il venti di luglio, il clima non lo suggeriva affatto. C'era la nebbia ai piedi delle lapidi e tirava un vento leggero e fresco che faceva dondolare le chiome degli alberi. I corvi gracchiavano sopra le loro teste e i grilli avevano iniziato a frinire.

«Che luogo sinistro...» biascicò Liz, con la voce traballante.

«Salve, ragazzi!».

L'intero gruppo urlò per lo spavento e Kid puntò la torcia nella direzione da cui era provenuta quella voce allegra e femminile.

VENOM [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora