26. Ride bene chi ride ultimo

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Gli animali non usano la razionalità, agiscono in base all'istinto. Un leone caccia una gazzella per pura sopravvivenza, subordinandola alla legge del più forte. Perché la selezione naturale premia i più potenti, i più temerari, i più tenaci. Premia chi resiste alla cruda realtà del mondo, scegliendo i vincenti come una divinità malvagia, avversa ai più deboli. 

Lo stesso processo è applicabile all'essere umano, considerato un "animale sociale": chi si adatta vince, e chi non resiste perde. Il potente piega il cedevole. Lo mangia vivo, lo distrugge. Perché l'essere umano è in realtà una bestia repressa, influenzata dalle condizioni sociali.

Il motto di Miller era "I più deboli non sono capaci di governare".
Mentre ora giaceva morto su una barella dell'ambulanza.

Soul prese un sorso di Jack Daniel's dal suo bicchiere di vetro e guardò la televisione con amarezza, fissando senza alcuna emozione il notiziario che annunciava il suo decesso.

Tch, alla fine era schiattato davvero.

«Non era un tuo acquirente?» domandò Kilik, occupato a compilare alcune scartoffie sul tavolo in soggiorno. Era tornato ieri sera dalla missione in Spagna con il suo migliore amico Ox, uno dei poliziotti che lavoravano con Soul. 

Soul sospirò, spegnendo la TV.

«Hai detto bene, era».

«E non ti dispiace nemmeno un po'?».

«Mi preoccupa di più il motivo per cui l'hanno ucciso».

L'afroamericano sollevò lo sguardo con interesse.

«E cioè?».

«La sua banda si è schierata contro le persone sbagliate».

«E hanno ucciso il loro leader come punizione esemplare?».

«Esatto».

Kilik tornò con gli occhi sui fogli. «Che cose contorte».

«Qui se fai un passo falso sei morto» disse Soul, svuotando il bicchiere. «Come sta andando la richiesta, comunque?».

«Molto bene. Mi mancano da compilare trenta pagine».

Soul ghignò dilettato. «Non te lo avrei fatto fare se non fosse stato necessario».

«Mi devi un braccio bionico, amico. Il mio è morto cinquanta pagine fa».

«Senza interessi».

«No, anche gli interessi. Non fare il furbo».

«Mh, va bene. Ma solo perché sei tu».

Kilik sorrise, lanciando un'occhiata a Soul.

«Perché hai chiamato me per compilare questi documenti? Che fine ha fatto la tua guardia del corpo?».

«L'ho licenziata».

La semplicità con cui rispose l'albino preoccupò l'afroamericano.

«Scherzi? Ancora!?».

«È una lunga storia» disse distrattamente Soul. 

Kilik scosse la testa con disapprovazione, ricominciando a scrivere.

«Non ti capirò mai...».


❖ ❖ ❖


Maka si stava per buttare dritta nelle grinfie del nemico consapevole di non poter tornare più indietro. Ma era una cosa che doveva assolutamente fare da sola. Nessuna interferenza e nessuna distrazione.

VENOM [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora