Zygmunt Bauman, Vite di scarto (Laterza, 2005)
"Nella Modernità liquida, in cui vengono meno i punti di riferimento essenziali per la formazione dell'identità dell'individuo, il ritmo consumistico frenetico costringe ad un continuo ricambio del vecchio col nuovo, finendo con l'applicare questa legge anche alle persone le cui vite non si incastrano nella macchina sociale.
Le vite di scarto sono le vite di coloro ritenuti responsabili del malfunzionamento della società; vite difettate che vanno separate da quelle normali. La miseria di chi viene espulso un tempo era considerata una colpa imputabile alla società e risolvibile con mezzi collettivi. Oggi invece altro non è che la conseguenza di un crimine individualista."
La società liquido-moderna resta, non senza un elemento di intenzionalità, essenzialmente una società fondata sull'insicurezza, sul sospetto nei confronti di chiunque, con la conseguenza di un chiaro disimpegno, di una volontà di concepire gli impegni che si è costretti a prendere solo come temporanei, fragili e sempre revocabili. La transitorietà rappresenta il connotato saliente della modernità liquida, una prospettiva in cui ciò che oggi ha un posto può repentinamente essere trasformato l'indomani in esubero.
È dunque inevitabile che i progetti di lungo periodo, fuori dalla portata dei singoli, perdano di senso, e che ciò si rifletta in molteplici campi della vita umana: dalla ricerca di una soddisfazione immediata dei desideri attraverso il ricorso quasi illimitato all'indebitamento, allo smarrimento di un'idea-guida di bellezza come perfezione, per finire con lo sgretolamento dei rapporti personali.
La preoccupazione principale dei membri della società liquido-moderna sembra dunque quella di diventare produttori di rifiuti per non essere, a loro volta, rifiutati. È dunque un interrogativo, e non una ricetta alternativa, a concludere il saggio: la scelta tra l'esclusione dalla società e l'inclusione sottoposta alle leggi del consumo e della transitorietà è l'unica possibile, o esiste una maniera diversa di concepire e vivere l'esistenza umana in comune?***
I due protagonisti, se osservati dall'esterno, possono apparire così. Sono dei reietti e potrebbero facilmente venire considerati degli scarti della società. Vivono esistenze sconclusionate, tempestate da mille difficoltà e problematiche e, assumendo un punto di vista semplicistico, si sarebbe portati a dire che se le meritano, se le sono cercate e hanno deciso di restare incastrati in un meccanismo di cui sono responsabili.
In realtà però, alle volte la vita capita così come è, senza alcuna colpa. Ciò che però si può fare è provare a migliorare la propria condizione, ma questo è possibile solo se qualcuno è disposto a fornire fiducia all'altro; ascolto, empatia, comprensione, sostegno e incoraggiamento, anche a chi è diverso, a coloro di cui non sempre è facile comprendere le scelte, ma che, non per questo, meritano di essere lasciati soli.
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Questa storia non è centrata sul tema della violenza domestica, un fenomeno drammaticamente reale che necessita di venire denunciato senza alcun espediente di intrattenimento, come potrebbe invece accadere all'interno di un romanzo.
Questo racconto ha lo scopo più ampio di trattare la tossicità di alcune relazioni affettive, data dalla responsabilità attiva di entrambe le parti di trovarsi in una condizione di reciproco sfruttamento emotivo e psicologico.
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VITE DI SCARTO
RomanceLa vita di Trilly è dominata dalla legge del dare per ricevere. È quello che ha imparato interagendo con i clienti dal Night Club in cui lavora, alle porte di Las Vegas. E lo accetta. Sa come sopravvivere in quel mondo. Glielo ha insegnato Mitchell...