Una lussuosa macchina si ferma davanti a noi e attira l'attenzione di Riccardo. E io che ingenua lo immaginavo attendere un volgare e comune taxi! L'autista lascia il posto di guida, fa il giro del veicolo e apre la portiera posteriore, da cui escono Matias e quel coglione di Tim.Alzo gli occhi al cielo e istintivamente mi allontano, collocandomi in prossimità del bordo del marciapiede. Il fatto che sempre più persone possano collegare le mie due professioni mi rende nervosa.
Matias, mi riconosce subito, ma, attento come sempre a non mettermi in difficoltà, mi rivolge solo un cenno cortese di saluto. Mi sistemo due ciocche di capelli dietro le orecchie e stringo le braccia in vita, desiderando di essere invisibile. Ma perché Mitch oggi ci mette persino più del solito ad arrivare?
Riccardo e Matias parlottano fittamente tra di loro e così Tim ha modo di scostarsi e raggiungermi, con fare allusivo e un ghigno d'intesa. Cazzo: mi ha beccata! "Sei proprio tu?" constata con tono viscido. "Quasi non ti riconoscevo, così" mi rivolge uno sguardo disgustoso.
Non so perché io mi senta improvvisamente paralizzata. Al Club sarei in grado di sistemarlo per le feste in quattro e quattr'otto. Adesso invece sono assalita dall'angoscia che ora questo idiota sappia come rintracciarmi.
"Anch'io non ti avevo riconosciuto senza quella bava schifosa alla bocca" provo a ribattere. "Ah be', possiamo rimediare subito" ghigna lui, facendosi sempre più vicino. "Del resto le presentazioni le abbiamo già fatte e forse qui ti sentirai più a tuo agio."
Mi ritrovo ad indietreggiare, accorgendomi di avere il muro di mattoni della facciata dell'ospedale alle mie spalle. Tento di sfuggirgli lateralmente, ma Tim mi spinge contro la parete e piazza un braccio teso a fianco della mia testa. "Quasi quasi mi piaci persino di più quando fai la timida" biascica, mentre preme il corpo contro il mio e porta le mani sulla camicia della divisa. Riesco solo ad afferrargli i capelli unti di gel e a tirarli, nel pessimo tentativo di allontanarlo. "Fai schifo! Stai lontano da me!" grido e mi sorprendo nel far fatica persino a tirar fuori la voce. Mi capita raramente di sentirmi così spaventata.
Nello stesso istante in cui le mie urla attirano l'attenzione di Matias e Riccardo, sento un rombo di motore avvicinarsi rapidamente. In men che non si dica, Tim viene afferrato per le spalle e tirato indietro da Mitch, il quale con un balzo è smontato dalla sua moto e ha gettato il casco a terra.
Ho visto Mitchell fare a pugni tante volte: ogni tanto ho riso, altre volte invece mi sono spaventata per la sua collera furiosa o arrabbiata per la sua eccessiva irascibilità. Adesso però sono estremamente sollevata che lui sia arrivato in tempo e vederlo pronto ad intervenire non può fare a meno di fermi sentire al sicuro, nonostante i suoi gesti violenti.
Mitchell infatti spinge Tim per terra e gli è immediatamente sopra, sferrandogli numerosi pugni sul viso. Conosco quell'espressione e so che in questo momento la sua mente è andata in corto circuito. Digrigna i denti e i ciuffi di capelli scuri gli ricadono sugli occhi pieni di ira. "Quanti per farti capire che tu, lei, non la devi toccare?!" continua a urlare contro a Tim. "Vuoi che ti rovini del tutto la faccia in modo che tutte sappiano di doverti stare lontano, brutto stronzo?!" Mitch lo afferra per la maglietta e lo sbatte nuovamente a terra.
In pochi secondi, Matias e Riccardo sopraggiungono e tentano di allontanare Mitchell. Onestamente credo lo facciano più per lui che per Tim. Del resto, nessuno meglio di me sa quanto un altro arresto sia l'ultima cosa di cui Mitch ha bisogno. Ci vuole la forza di uomini adulti per farlo alzare, ma io lo conosco bene: si ferma solo perché è ciò che vuole; infatti, ho imparato che la sua aggressività è talmente folle da permettergli di avere la meglio praticamente su chiunque, nonostante le premesse.
"Qualcun altro di voi ha un problema da risolvere?" grida, rivolgendosi a Riccardo e Matias. Quest'ultimo mette le mani in avanti e, con il controllo che lo contraddistingue, tenta di convincerlo a restare calmo.
Mentre Tim, striscia a terra e prova a rialzarsi imprecando, Riccardo resta indietro e si volta immediatamente verso di me. Io lo guardo ancora sconvolta, con i capelli sciolti e spettinati e la divisa stropicciata. Non appena Mitchell se ne accorge fa uno scatto in avanti verso di lui, ma io intervengo: "No Mitch, lascia stare. È tutto a posto adesso" lo fermo con voce tremante, tenendo le braccia strette in vita.
Dopodiché corro istintivamente verso di lui e mi stringo al suo petto, lasciando che le sue braccia forti e le mani ancora sporche di sangue mi stringano. Sono felice che Mitch sia arrivato, sono grata che lui sia qui. Si tratta di quel senso di protezione che solo lui è in grado di farmi provare. Tuttavia mi accorgo che servono situazioni drammatiche come questa per portarci vicini l'una all'altro e allora, inconsciamente, mi domando quanto ci sia di davvero sicuro in tutto questo.
Sento Mitch tentare di recuperare un respiro regolare. "Stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?" mi chiede in un sussurro, inclinando il capo. Io lo rassicuro e, mentre lo sento appoggiare la guancia sulla mia testa, tengo lo sguardo, ancora intimorito, fisso su Riccardo, il quale appare sconvolto e affranto.
Si avvicina a noi, cauto, non potendo ignorare lo sguardo minaccioso di Mitchell. "Mi dispiace, si è trattato di un malinteso" ha il coraggio di provare a spiegare. "Se volete, la mia macchina può portarvi a casa" accenna, ma Mitch non esita ad affrontarlo ringhiandogli contro: "E tu chi cazzo saresti, scusa? Credo che voi altri abbiate già fatto abbastanza!" Riccardo mi guarda e io scuoto il capo, invitandolo a lasciar stare e andarsene. Lui acconsente e, con la giacca stretta in una mano, raggiunge Matias, il quale, poco distante, si è preoccupato di chiamare un taxi dentro cui sbattere Tim.
"Certe persone, più cose possiedono e più si credono padroni, persino degli altri" commenta contrariato Mitchell e, per una volta, mi trovo d'accordo con il suo cinismo.
Nonostante la sera, al Club, mi piaccia sentirmi intoccabile mentre ballo sotto gli sguardi degli altri, mi rendo conto solo ora di quanto in fondo io desideri semplicemente essere invisibile per sentirmi davvero al sicuro e trovare così la via di fuga più semplice a questa vita.
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VITE DI SCARTO
Storie d'amoreLa vita di Trilly è dominata dalla legge del dare per ricevere. È quello che ha imparato interagendo con i clienti dal Night Club in cui lavora, alle porte di Las Vegas. E lo accetta. Sa come sopravvivere in quel mondo. Glielo ha insegnato Mitchell...