Capitolo 74: A repentaglio

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"E' andata!" esclama felice Nancy non appena varchiamo la doppia porta a scorrimento e usciamo sul piazzale antistante l'edificio della Guardia Medica

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"E' andata!" esclama felice Nancy non appena varchiamo la doppia porta a scorrimento e usciamo sul piazzale antistante l'edificio della Guardia Medica. Il sole è ormai tramontato e il riverbero della luce fredda della sera che avanza mi costringe a socchiudere gli occhi. "Ce l'abbiamo fatta!" le faccio eco io, contenta e soddisfatta. Abbiamo appena ritirato i nostri attestati di paramedico d'urgenza, dopo aver superato l'ultimo esame di idoneità.

Quando ho cominciato il corso non avrei mai creduto di riuscire a concluderlo ottenendo un'ottima valutazione e soprattutto non mi aspettavo di appassionarmici così tanto. Sono grata di aver potuto condividere questo percorso con una ragazza così in gamba come Nancy, che ora credo di poter considerare un'amica, oltre che collega.

"Dobbiamo festeggiare!" suggerisce con tono squillante. In effetti non sarebbe male alleggerirmi un po' l'animo, considerato tutto quello che è successo negli ultimi tempi, ma devo ammettere di trovarmi attualmente priva della carica adatta ai festeggiamenti. In questi giorni mi sono trasferita in città, a casa di Sienna, in attesa di trovare un appartamento mio di cui possa permettermi l'affitto con lo stipendio che spero riceverò presto in quanto paramedico a tutti gli effetti. 

Ripensare a tutto quello che ho affrontato in questi mesi getta un'ombra sul mio viso e il peso di alcuni ricordi mi costringe ad appoggiarmi al muretto di cemento che delimita il piazzale. Nancy invece si dirige verso l'ambulanza, per accertarsi che sia tutto in ordine. Al momento infatti siamo di turno.

Quando nota la mia aria abbattuta mi domanda: "Che c'è?" Faccio un sospiro profondo e sto per convincermi a raccontarle tutta la parte della mia vita di cui non vado fiera e che le ho tenuto nascosta, ma che ormai appartiene al passato. Spero.

Ad un certo punto però avverto il telefono vibrarmi nella tasca dei pantaloni della divisa. "Scusami un secondo" dico a Nancy ed estraggo il cellulare, sul cui schermo leggo il nome di Sienna. So che questo pomeriggio aveva intenzione di recarsi al SIN per svuotare il suo armadietto dopo che il locale è stato venduto.

Rispondo, istintivamente allarmata, e la voce angosciata della mia amica dall'altro capo conferma i miei brutti presentimenti. "Trilly, devi venire subito: è successo un casino!" Un fiume di parole sconnesse mi investe. "Ehi Sienna, aspetta: calmati e dimmi cosa sta accadendo. Stai bene?" cerco di capire, mentre il mio affanno cresce. Nancy mi osserva attenta, appoggiata alla portiera aperta dell'ambulanza. "Mitch è fuori di testa. È qui al SIN e vuole distruggere tutto. Sono insieme a Matias e Riccardo e le cose si stanno mettendo male. Devi chiamare la polizia" grida Sienna, cercando di sovrastare il frastuono che avverto in sottofondo. "Cosa?! Mitchell?" ripeto confusa. Ma che ci fa lì? Che sta facendo? – mi domando, mentre la disperazione si fa sottilmente strada dentro di me. Tento di riprendermi dallo shock il prima possibile e di restare lucida. "Non preoccuparti, arrivo subito!" assicuro alla mia amica, ma non riesco a terminare la frase prima di sentire il clic che annuncia l'interruzione della chiamata.

"Che sta succedendo?" mi chiede confusa Nancy, mentre mi dirigo verso l'ambulanza e mi posiziono al posto di guida. "Sali, c'è un'emergenza. Mandiamo l'avviso alla polizia mentre siamo in viaggio" le comunico e trovo conferma del fatto che io e Nancy siamo davvero ottime colleghe sul piano operativo quando la vedo fare ciò che le ho chiesto senza battere ciglio.

Guido con le sirene accese lungo la strada che conduce in città, verso il SIN. Abbiamo avvisato la Guardia Medica della nostra iniziativa, anche se so che in realtà dovrebbe essere il contrario. Le ambulanze non potrebbero decidere autonomamente quando e dove intervenire, ma conosco Sienna e mi fido di lei, so per certo che il pericolo a cui ha accennato è reale e concreto. Inoltre sono grata a Nancy per aver deciso di spalleggiarmi, nonostante di fatto stiamo entrambe rischiando la nostra licenza solo pochi minuti dopo averla ottenuta.

"Mi dici cosa è accaduto?" ripete Nancy, un po' preoccupata dalla mia guida nervosa. Merita di sapere come stanno le cose, dal momento che l'ho coinvolta. "Si tratta del mio ragazzo. Cioè, ex ragazzo. Credo stia mettendo in pericolo qualcuno" le spiego. "Centra qualcosa con quel labbro rotto?" azzarda Nancy, accennando con il capo al mio volto. Deglutisco e annuisco il silenzio, grata per il fatto che la mia collega non indaghi oltre.

"Dove siamo dirette?" chiede dopo un po', quando ormai abbiamo raggiunto il centro cittadino. "Al SIN" mi limito ad informarla, non sapendo che altro aggiungere. Prima che tenti di spiegarle di che posto si tratta, Nancy mi precede: "Il locale di strip e gioco?! Come fai a conoscerlo?" Tento di restare impassibile, mentre tengo lo sguardo fisso sulla strada e le mani strette intorno al volante. "Perché ci lavoravo" le rivelo trattenendo il fiato. La mia collega resta in silenzio, ma non si scompone; non sembra scandalizzata e, ancora una volta, sono grata di potermi sentire a mio agio nell'essere onesta con lei.

Spero solo che l'attitudine salda di Nancy non mi abbandoni anche una volta arrivate, perché conosco Mitchell e, da quello che vedo in lontananza lungo la strada che conduce al Club, trovo conferma ai miei sospetti: la presenza di paramedici sarà più che necessaria e, oltre alla polizia, ritengo sarà meglio chiamare anche i vigili del fuoco.

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