Esco dalla porta di servizio e raggiungo il vicolo laterale che costeggia il SIN; mi accendo una sigaretta nella speranza che il fumo allevi la tensione dei miei muscoli dopo essere stata in presenza della madre di Riccardo.
Tuttavia, non faccio in tempo a prendere l'accendino dalla borsa, che un tipo alto e magro mi si avvicina. Ha l'aria stravolta, evidentemente alterata e puzza di alcol. "Ti ho vista ballare e volevo tu sapessi quanto sei bella. Vengo qui ogni sera pur di riuscire ad incontrarti" biascica.
Lo guardo inorridita. Deve aver aspettato qui fuori da quando il locale ha chiuso solo per potermi parlare. Cristo, ecco un altro sfigato represso che si costruisce fantasie sulle ragazze che osserva la notte nei Club, perché è incapace di avvicinarne civilmente una nella vita reale. Lo riconosco, è al SIN praticamente ogni sera, se ne sta sempre solo e non fa avvicinare neanche le altre ragazze che di solito intrattengono i clienti; aspetta l'esibizione mia e di Sienna, senza mai staccarci gli occhi di dosso.
Sbuffo vistosamente, sperando di averci visto giusto e avere ragione nel ritenere che questo tipo sia solo disturbato, ma non pericoloso. Tuttavia non faccio in tempo a reagire, perché la porta di servizio alle mie spalle si apre all'improvviso, facendomi sobbalzare. Sulla soglia compare la testa semi pelata del vecchio Lou, il quale rivolge un'occhiata sprezzante al tizio smilzo. "Fatti un giro" gli intima con un ghigno malvagio e questo, ridicolmente intimorito, si allontana in gran fretta. Dopodichè gli occhietti minuscoli e scuri di Lou si posano su di me. Solleva due dita grassocce e si limita ad indicarmi di seguirlo dentro.
Mi arrendo e, dopo aver gettato la sigaretta, rientro nel locale, attraverso il corridoio e giungo nell'ufficio di Lou. La stanza è buia, illuminata solo dalla luce fioca della lampadina che pende dal soffitto sopra la scrivania di metallo posta al centro. Sulla parete di fondo sono accatastate alcune casse e io preferisco convincermi che contengano le scorte di liquore, pur di non ipotizzare la probabile merce di contrabbando che passa per questo Club. Fortunatamente JJ non mi lascia sola nella stanza e si posiziona alle mie spalle accanto alla porta, con le gambe larghe e le braccia conserte.
Lou si accascia sulla sedia di finta pelle dal rivestimento semi sfondato collocata dall'altro lato del tavolo e io resto in piedi davanti a lui. Solleva i piedi sulla scrivania e vi appoggia un gomito, accarezzandosi il doppio mento. "Vedi Trilly, tu mi sei piaciuta fin dal primo giorno perché, oltre ad essere una ragazza indubbiamente carina che conserva ancora un briciolo dell'apparente innocenza ormai sempre più rara tra le puttane che girano per le strade, mi sei subito sembrata anche sveglia. Mi pare tu abbia una grande forza di volontà, la quale è sicuramente un pregio, perché dovrebbe permetterti di ottenere quello che vuoi. Ecco perché ti ho concesso di ballare unicamente al palo. Quello che non devi dimenticare però è che tu, per quanto sveglia possa essere, continuerai a lavorare per me e dunque a fare quello che dico io. E se io voglio qualcosa e voglio servirmi di te per ottenerla, esigo che la tua grande forza di volontà sia messa al mio servizio."
Trattengo il fiato mentre osservo sospettosa Lou. Non è da lui fare tanti giri di parole, per questo mi domando a cosa possa condurre questa sua inutile premessa e onestamente temo di sapere la risposta. Infatti Lou, dopo aver fatto una pausa per fumare un mozzicone di sigaro, riprende: "Tempo fa ti ho rivolto una richiesta ben specifica e, considerato quanto ho appena detto, stento a credere tu abbia problemi di comprensione. Ti avevo incentivata, se così si può dire, ad avvicinare il Signor Torres per l'interesse del locale ma anche tuo; immagino infatti tu ci tenga a questo posto, quello che ti fornisce di che vivere e con cui tu, non dovrei neppure ricordartelo, hai contratto persino dei debiti."
A questo punto non mi trattengo dall'intervenire. Non posso permettere che gli sconclusionati giri di parole del vecchio Lou finiscano con l'incastrarmi, per questo metto le mani avanti. "Lou, ascolta: sono a conoscenza dei debiti di Mitchell e del prestito che gli hai concesso. Così come so quello che tu chiedi in cambio, ma sappi che preferirei andarmene da qui pur di non fare quello che vuoi. A questo punto preferisco tu sottragga tutta la somma dai miei prossimi stipendi, non mi interessa se per un po' dovrò lavorare gratis." Parlo di fretta, sputando quello che ho da dire tutto d'un fiato e sperando che acquisisca un senso coerente alle sue orecchie. Non posso credere di essere scesa così in basso, tanto da proporre un simile accordo al vecchio Lou solo per riparare i casini di Mitch.
Lou tuttavia alza una mano per interrompermi ed emette una breve risata cinica, che assomiglia più a un rantolo roco. "Che quel deficiente del tuo ragazzo sia un fallito non è una novità e il fatto che sia costretto a venderti per cavarsela non mi interessa. I suoi debiti nei miei confronti sono risolti e non è di quello che devi preoccuparti." Non nascondo l'espressione stupita e sconvolta di fronte ad un simile annuncio, ma non faccio in tempo a chiedere spiegazioni, perché Lou prosegue imperterrito: "Men che meno sei nella posizione per poterti permettere di proporre accordi. Quello che voglio ti sia chiaro è che, nonostante gli ultimi sviluppi potenzialmente positivi, il tuo incarico con Torres non è concluso. Quindi vedi di portare a termine il lavoro e di ottenere il risultato richiesto. Quello di cui voglio accertarmi e che tu non venga nemmeno sfiorata dall'idea di fregarmi."
Le ultime parole di Lou non fanno altro che accrescere la confusione dipinta sul mio volto, ma lui non mi dà modo di ribattere, perché quando provo a dire: "Un momento, stai dicendo che Mitch non ti deve più nulla? E quali sono gli ultimi sviluppi di cui parli?" Lou fa cenno a JJ di condurmi verso l'uscita. Non ho neppure il tempo di ribadire il mio rifiuto di ingannare Riccardo, ma forse è meglio così.
È evidente che gli affari al SIN hanno preso una piega a me ignota. Tutto ciò che voglio è a restare fuori dai guai, anche se ciò risulta quasi impossibile, considerata l'autenticità della mia vicinanza a Riccardo, di cui tento di convincermi Lou non saprà nulla.
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VITE DI SCARTO
RomanceLa vita di Trilly è dominata dalla legge del dare per ricevere. È quello che ha imparato interagendo con i clienti dal Night Club in cui lavora, alle porte di Las Vegas. E lo accetta. Sa come sopravvivere in quel mondo. Glielo ha insegnato Mitchell...