Red Eyes

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Stanca per le troppe lacrime versate nel raccontare le sua avventure ai poveri genitori sepolti, Marika si alzò salutandoli e incamminandosi per tornare alla sua piccola dimora. Il celo si scurì mostrando nuvoloni grigi sopra di lei, non le dispiaceva il brutto tempo, assomigliava troppo al suo stato d'animo e si sentiva compresa dalle nuvole, camminava molto tranquillamente sul sentiero quando si trovò scaraventata per terra. Qualcosa o qualcuno l'aveva spinta, si tirò su spaventata guardando dietro di sè, il Nulla. Non riusciva a spiegarsi il tutto, un'altra spinta e di nuovo per terra, ma sta volta si trovò a pochi centimetri da una roccia, era esattamente tra la metà del suo occhi destro. Il panico prese il sopravvento in lei. Che stava succedendo. Non riuscì ad alzarsi perché delle possenti braccia la presero scaraventandola a pochi metri di distanza, un'ombra nera è stata l'unica cosa che vide. I suoi occhi minacciavano una fuoriuscita di lacrime, cercò di alzarsi ma era dolorante, l'atterraggio fu brusco procurandoli ferite in tutto il braccio sinistro, sangue, il suo sangue scorreva lungo esso. Si spaventò ancora di più. Si alzò a stento quando cadde di nuovo per un leggero urto. Si guardava in torno spaventata.

"Aiuto... chi sei?.. lasciami in pace.." disse in preda alle lacrime

Non ricevette risposta ma solo un urto violento alle costole che la fece piegare in due trovandosi con la faccia in un ammasso di foglie secche. Cercò di alzarsi quando una leggera brezza le passò per i capelli, brividi percorsero il suo corpo e il sangue si raggelò quando si rese conto che due puntini rossi la stavano osservando da un ramo, ma non vedeva niente a parte quei due punti luminosi. Mal messa si alzò sostenendosi sull'albero di faggio vicino a lei, quando si sentì stabile cominciò a camminare frettolosamente, il suo passo spedito non la rassicurava molto sapendo che la sua stabilità era pari a zero, si sentiva osservata, si girò per controllare la situazione quando un fumo nero le si parò davanti, si pietrificò. Rendendosi conto che le si stava avvicinando sempre di più cominciò a correre evitando tutto il fogliame che le si fiondava sulla faccia, si guardò i piedi quando quel fumo gli circondò la caviglia facendola cadere in avanti, batté la testa, sangue scuro fuoriusciva da essa, si sentì esausta e stanca, i suoi occhi si chiusero pesantemente e non vide più nulla.

Rideva, rideva di piacere e gusto. Lo spavento negli occhi di quella ingenua ragazza lo eccitava, il suo piano funzionò alla perfezione. Perse, però il controllo esagerando pesantemente, doveva solo spaventarla non ferirla, quando la vide per terra inerme si svegliò dal trans che il demone in lui gli aveva preso il sopravvento, non si muoveva e una folata di profumo ferroso e dolce gli invase le narici, i suoi occhi si iniettarono di sangue, una dolce piacere gli invase lo stomaco e la gola cominciò a bruciare, scese dal ramo e si avvicinò cautamente alla ragazza. Lei distesa su quella distesa di fogli gialle, la rendeva sempre più attraente per il giovane Vampiro, le sue labbra sottili e invitanti, la sua pelle bianca lo appassiva, il suo profilo, scuote la testa aggressivamente e si schiaffeggia il viso per essersi solo permesso di fantasticare su di lei, è un Demone non può permetterselo. Mentre la guardava non si rendeva conto che dentro di lui qualcosa cominciava a rompersi e uscire allo scoperto, ma il Demone che lo custodiva prendeva il sopravvento in tutto il suo corpo reprimendo i suoi pensieri. Si sentì in colpa? Sinceramente nemmeno lui sapeva come descrivere quello che sentiva e stava per fare, la prese ,cercando di non respirare per evitare che la tentazione di morderla diventasse un atto semplice e veloce, e se la mise sulle spalle cominciando a correre velocemente verso casa sua. Sorpassò il bosco passando per la strada correndo anche più veloce di un aereo che sopra di lui volava, si sentiva onnipotente, ma lei sopra di lui cominciava a minacciare di svegliarsi, piccoli mugulii uscivano dalle labbra viola, dal freddo, della ragazza. Dopo nemmeno mezzo minuto di corsa erano già in camera della ragazza, la distese sul letto aprendo la finestra per andarsene quando la voce fece eco nella stanza. Si girò velocemente osservandola, aveva ancora gli occhi chiusi e il suo cuore se pur fermo si sollevò lasciando un sospiro di sollievo dalle sue labbra. Aprì la finestra precipitandosi giù, corse come non mai verso casa sua dove il padre lo aspettava.



La testa le girava e le faceva davvero male, si girò su un lato sentendo il dolce calore delle lenzuola e il morbido cuscino che sapeva di vaniglia. Come diavolo ci era finita li si mise a pensare. Si alzò di colpo, mossa sbagliata, una fitta la portò a piegarsi e mettere le mani sulle costole, si alzò la maglia notando un piccolo livido, non era un sogno. Il panico le si formò tra le labbra lasciandola a bocca asciutta, come diavolo poteva essere successo il tutto, quel fumo nero, quei puntini rossi, quelle spinte invisibili, eppure lei era piena di botte e taglietti su tutto il suo braccio. Si alzò pesantemente dirigendosi verso il bagno. Fece un salto quando la sua figura si riflesse nello specchio. Un taglio superficiale, per sua fortuna, era posizionato sulla tempia destra ricoperto di sangue secco e terrà, il suo braccio anch'esso ricoperto di sangue era di un colorito violaceo per le innumerevoli botte. Decise di farsi una doccia levandosi di torno tutto lo sporco che aveva addosso e cercando di rilassarsi. Accese l'acqua aspettando che diventasse calda per poi regolarla, prese i lembi della maglietta nera che indossava levandola faticosamente, per i molteplici dolori, per poi gettarla nel cesto della biancheria sporca per poi fare lo stesso con il resto degli indumenti. L'acqua che scorre liscia sul suo corpo la rilassa e la distrae da tutto il mondo e la valanga di pensieri e problemi. Dopo una trentina di minuti esce da quel bagno immerso in una piccola nebbia, si dirige in camera trovandosi già i vestiti preparati, non ricorda di averlo mai fatto ma lascia trascorrere, visto che la giornata sembra essere non una delle migliori. Pensa e ripensa all'accaduto di oggi, cosa vorranno mai da lei, che razza di gioco è questo, chi vorrebbe mai farle del male, perché quel fumo nero, non è divertente spaventare una ragazza nel bel mezzo di un bosco. Ma non credo l'avrebbero spinta e buttata per terra, ma nessuno era in quel boschetto. Si ricorda di quei puntini rossi sopra il ramo del pino, sembravano due occhi grandi e arrabbiati. Impossibile, se lo continuava a ripetere tra se e se. Scese in soggiorno prendendo il telecomando accendendo la televisione per distrarsi un po', prese poi delle patatine e un bicchiere d'acqua sedendosi comoda sul divano. Per sua grande sfortuna non facevano niente di interessante, quindi la spense decidendo che sarebbe tornata a letto. Spense tutte le luci assicurandosi di aver chiuso tutto per poi dirigersi in camera e assicurarsi di aver chiuso perfettamente la sua finestra. Si mise il dolce pigiama color blu notte, che lei ama tanto, per poi infilarsi a letto, posò la testa sul morbido cuscino, non si rese nemmeno conto di avere gli occhi chiuse che quando li aprì se ne pentì.

Beautiful -Niall Horan-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora