Dream

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"Che mal di testa!" disse la dolce Marika alzandosi dolorante dal suo letto. La testa gli girava, non sapeva bene il perché ma si diresse in salotto cercando un'aspirina per rilassare i suoi muscoli e alleviare il dolore. Quel giorno sarebbe restata a casa, il dolore era insopportabile. Ora ci voleva solo un bel bagno caldo, l'immersione nella sua vasca azzurrina con sali da bagno profumato, un tocco di musica come sottofondo ed un a dose abbondante di schocth. La sua vasca era lì, lucida, netta, splendente con la rubinetteria cromata, da un lato una mensolina con i suoi cosmetici, appeso da qualche parte il suo accappatoio blu notte. Sorrise fra se. S'avvicinò ed aprì acqua calda e fredda, miscelandola. Prese un barattolo color pesca, tolse il tappo, ne annusò il contenuto e ne versò un bel po' nell'acqua che si stava raccogliendo rapidamente. Regolo i flussi e ritornò di là. Mise in funzione la filodiffusione, si liberò del pigiama e, nuda, si preparò da bere e poi si diresse verso il suo benessere. In bagno l'ambiente era soffuso di una nuvoletta profumata di vapore. Nell'acqua c'era una bella schiuma, invitante, vellutata. Si osservò nello specchio, compiaciuta. Si scrollò nelle spalle ed entrò nella vasca, calandosi fino al mento. Una sensazione unica. Quasi d'un colpo avvertì la stanchezza sparire. Si sentì il corpo attraversare da una corrente sottile di piacere. Bevve un sorso dal suo bicchiere sentendo la medicina andare in circolo regalandoli un sollievo. La musica era quella giusta, calda, avvolgente, da piano bar, ma da atmosfera. Si crogiolò nell'acqua odorosa, si senti lambire i muscoli, tutte le fibre del suo corpo. C'era molto silenzio quella mattina, tranne per un fastidioso gorgogliò dallo scarico della vasca. Avrebbe dovuto avvertire Liam all'indomani per fargli dare un'occhiata. Non ci pensò più, ma il gorgogliò diventava più forte, fino a diventare un fischio. Che cazzo stava succedendo? Cercò si sollevarsi per uscire e guardare meglio, dopo aver fatto scaricare tutta l'acqua, ma non fece in tempo. Una colonna d'acqua s'alzò all'improvviso, proveniente dall'apertura e tutta l'acqua defluì rapidamente. Si vide nella vasca, di colpo diventata asciutta. Cominciò a percepire uno strano brivido. La griglia dello scarico era saltata del tutto. Ora si scorgeva un buco nero che emanava un fetore pazzesco. Si raggomitolò. Sentì che la paura la stava paralizzando. Marika non ebbe la forza di urlare. Cercò di uscire velocemente da lì, corse a prendere l'accappatoi e uscì lasciandosi il bagno alle spalle. Prese il telefono digitando il nome di Liam comparendo il suo numero e schiacciando il verde per chiamarlo.

"Ehy piccola dove sei?" chiese preoccupato, la ragazza era terrorizzata e non riusciva a rispondere, deglutì molto forte e rispose cercando la voce sotto la sua gola.

"L-Liam.. ti prego vieni da me.." chiese implorante. Il ragazzo le rispose che sarebbe arrivato subito saltando scuola per farle compagnia e chiederle cosa le fosse successo. La ragazza lo salutò correndo in stanza per mettersi un paio di mutande e una maglietta. Dopo 10 minuti il campanello suonò, la ragazza tremò sul posto avvicinandosi al portoncino e davanti a lei si parò Liam con un sorriso preoccupato, lei se si fiondò addosso abbracciandolo e immergendo il viso nel suo stomaco, Marika era molto bassa in confronto a il Gigante Liam. La strinse a se facendola indietreggiare e cercando di chiudere il portoncino. La prese per le cosce prendendola in braccio accomodandosi sul divano con lei a cavalcioni su di lui. Le accarezzava la testa pettinandole i capelli dolcemente e giocando con qualche riccio ogni tanto. Quel gesto la tranquillizzava, la rilassava, non le importava se quella era una delle posizioni più intime che un ragazzo e una ragazza potessero avere, a lei bastava essere protetta e sentirsi amata da qualcuno. Liam era perfetto, era sempre stato con lei, era la cosa più vicina ad una famiglie che la ragazza aveva. E le bastava.

Tic,tac. Tic,tac. L'orologio ticchettava,appeso alla parete bianca e spoglia in un angolo.

Niall seguiva il suo rumore insistente e costante, mentre guardava lei infilarsi la camicia bianca e abbottonarla sul davanti lentamente, in modo quasi distratto. Le dava le spalle e lui poteva vedere le sue braccia magre, le spalle sensibili riempire il tessuto leggero della camicia. Era bella, forse anche troppo bello per lui, con quei capelli rosso dorato, tagliati dolcemente sulla schiena e il fisico ben fatto. Sorrise tra sé e sé. Finalmente lei era sua e ben presto lo sarebbe stata per sempre. La donna si volse, avvicinandosi a lui con fare disinvolto. Lo guardava con quegli occhi profondi, verdi come un mare di smeraldo, le belle labbra piegate in un sorriso dolce, tutto per lui. Si avvicinò ancora, gli diede un bacio, uno di quei baci affettuosi che si danno a un bambino, poi si sedette sul divano, accanto a lui. Niall la fissava rapito, stregato dalla sua bellezza. Si sentiva come perso in un sogno troppo bello, con la paura, l'ansia di potersi risvegliare e capire di aver perso tutto, di non avere lei. Il ticchettio dell'orologio pareva farsi più distante, quel suono ovattato che lo incantava, quasi lo stordiva, disorientava. Quella sensazione però, era piacevole. Dalla finestra del salotto filtravano i colori del crepuscolo, che prendevano uno strano colore rosso sangue attraverso le tende blu- viola.

Si chinò su di lei "Ce l'abbiamo fatta" le sussurrò dolcemente ad un orecchio.

"Si" un brivido di gioia repressa la percorse da capo a piedi, lui lo notò.

"Si" ripeté "ce l'abbiamo fatta"

La sua voce le parve quasi estranea, il tono imbambolato, distante anni luce dalla perfezione di quel momento. Marika, era questo il suo nome, cominciò ad accarezzarlo delicatamente, il suo corpo così vicino al suo da farlo rabbrividire. Lo baciò sul collo più volte, con quella strana dolce passione che solo lei poteva esercitare a quel modo. Lui non poteva e non voleva resisterle, non voleva che lei smettesse. Sarebbe volentieri rimasto lì al suo fianco per sempre, se solo avesse potuto. Si baciarono a lungo, mentre fuori la notte calava e la luce del crepuscolo cominciava a svanire lentamente nella stanza.

Poi lei smise di toccarlo e la magia si dissolse nel freddo che era sceso all'improvviso all'interno della casa. Dovette alzarsi a chiudere la finestra, ma lasciò le tende tirate in parte. Voleva vedere le stelle con lei quella sera, per festeggiare la loro prima notte insieme da fidanzati. Si, perché era davvero successo, finalmente, quello che lui aspettava dal primo momento in cui l'aveva vista. Quella sera Marika aveva tenuto fede all'appuntamento e avevano cenato in uno dei ristoranti più belli e costosi della città, lì nella romantica atmosfera di Londra.

Beautiful -Niall Horan-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora