Camminando tranquilla per il bosco, si dirige come sempre al cimitero dai suoi genitori amati, pronta per raccontare quello che le era successo. L'incontro con il nuovo ragazzo e le solite cose. Aveva detto tutto quello che le successe la settimana scorsa ed ora gli avrebbe confessato di quei occhi rossi, delle ombre di tutto quello che la stava spaventando. Semplicemente vestita con dei jeans scuri, una polo bianca e il cappotto che adorava. Camminava tranquilla per il sentiero sovrappensiero, era in ritardo, erano già le sei passate ma non le importava, sarebbe rimasta comunque fino a tardi, il buio la spaventava ma per i suoi genitori questo ed altro. La quercia dietro la lapide di suo padre aveva milioni di radici in torcigliate su di lei, ma la rendeva molto bella anche se lugubre. Affianco a suo padre c'era quella della madre, non avevano abbastanza soldi per permettersi due lapidi in marmo con foto e frasi in oro, ma si accontentò di pietra incisa, la foro la mise lei, un portafoto di media misura ritraeva suo padre, uomo molto grande con un sorriso da mozzare il fiato e capelli bruni, corporatura non molto magra, ma muscoloso alla sinistra, alla destra c'era una dolce figura materna, dolce, occhi castano chiaro, capello biondo e sorriso vissuto, era robusta ma molto attraente, una donna che portava molto bene i suoi 45 anni e si vedeva dall'espressione che era davvero felice, al centro una figura piccola, una bambina di forse 10 anni, sorrideva, sorrideva ampiamente, le sue piccole ed esili mani erano intrecciate ad una molto grande e potente quella del padre e l'altra ad una mano elegante e paffuta, quella della madre. Lacrime amare scesero sulle guance fredde e arrossate della giovane fanciulla, Marika era ritratta in quella foto, era lei la bambina e quelli erano i suoi genitori.
"Oh padre... mi mancate moltissimo, mi mancano i vostri rimproveri.. le sgridate che mi davate per la mia svogliatezza, i baci prima di addormentarmi, le tua carezze, i tuo abbracci, il tuo sorriso. Papà eri il mio principe azzurro, eri la mia vita, eri il mio tutto.. eri e resti l'unico uomo della mia vita.. ti chiedo scusa se quel maledetto giorno avevamo litigato, ti chiedo perdono per essere stata la solita bimba testarda che ero.. ti chiedo umilmente perdono.. non dovevo disubbidire, dovevo stare alla conseguenze che mi aspettavano, ma no! Sono la solita testa dura che non lo fa.. e scappata di casa.. tu e mamma... mi avete cercata... e.." la ragazza scoppia in lacrime non riuscendo a continuare con il racconto.
Eccola, piange, raccontando per la milionesima volta quel giorno che segnò la sua vita. Nascosto dietro la quercia osserva la ragazza, aspetta che le racconti i brutti imprevisti che ebbe questa settimana. La osservava, era davvero una bella umana, forse sotto ma molto sotto non la voleva uccidere, se l'avesse uccisa ora non saprebbe che fare, oltre che a sterminare la popolazione di Londra. Blaterava, blaterava quando la sentii parlare di lui.
"Mamma.. oggi.. bè ho incontrato un nuovo ragazzo... è strano, molto oscuro, ma mi attira, non lo conosco bene so solo che si chiama Niall, un nome bellissimo.. ora te lo descrivo, è alto e possente, biondo tinto penso, occhi color del ghiaccio, le sue labbra... o mamma ha delle labbra favolose, sottili e rosee, il suo profumo è ferroso ma con un accenno di menta... non è così muscoloso ma sai i miei gusti.. ahahah.. peccato tu non lo possa vedere, vorrei un tuo parere.. vorrei sapere cosa ne pensi.. vorrei sentirti dire che non è quello giusto, sono troppo giovane e tutte il resto delle cose che mi avresti detto... oppure sentirti dire che sta a me scegliere, che sta a me decidere cosa fare... sono io che scrivo la mia vita e sono io che la porto al termine.. Mamma.. mi manchi tantissimo.." Niall si sentì sciogliere? Non sa nemmeno lui cosa provò, ma sentirla parlare di lui in quel modo lo fece sentire più leggero e meno oscuro. Scosse la testa ed indietreggiò facendo scricchiolare la foglie secche sotto di lui. Imprecò dentro di se e aspettò che la ragazza dicesse qualcosa.
"Chi c'è?.. vi prego.. lasciatemi in pace..." la sentì implorare con la voce morente. Il ragazzo sogghignò ricordandosi il suo viso lunedì scorso, ma decise di smetterla ed uscire allo scoperto, uscì da dietro la quercia trovando lo sguardo impaurito della ragazza, la vide arrossire, sicuramente avrà intuito che aveva sentito tutto, ma a lui non dava niente a vedere, non dava a vedere che le era piaciuto il modo in cui l'aveva descritto, non si mosse di nemmeno un centimetro, ma abbassò la testa.
"Scusa.. non volevo spaventarti.." disse Niall non guardandola e sorridendo sotto i baffi, oh eccome se gli era piaciuto spaventarla.
"Oh.. Emh.. tranquillo.. da quant'è che sei qui?" chiese la rossa mostrando un po' di più di imbarazzo, lui alzò lo sguardo osservandola, forse non sarebbe mai riuscito a descriverla come lei a descritto lui, non è bravo in queste cose, non sapeva nemmeno da dove cominciare. La guardò per poi avvicinarsi cautamente a lei per abituare il suo olfatto all'odore ferroso del dolce sangue di quella ragazza poi si sedette vicino a lei e la guardò rispondendo seriamente.
"Da quanto basta per sapere la tua tragica storia.." sorrise, la ragazza lo guardò sorpresa, ma poi abbassando lo sguardo sorrise. Niall continuava ad osservarla, e nel suo stomaco qualcosa si muoveva. Desiderava assaporarla, ma non il sangue, ma le labbra di lei, quelle rosse labbra. Niall scuote la testa per tornare in lui e smetterla di pensare a tutte queste cazzate, lui non è così, lui vuole mangiarla, vuole il suo sangue. La ragazza si alza scusandosi, troppo gentile per i gusti di Niall, ma non gli dispiaceva.
"Oh.. Emh.. io ora vado.. si è fatto tardi devo ancora cenare.." il ragazzo la guardò parlare, la vena del suo collo lo incantò, le pulsazioni accelerate, il sangue che pompa, caldo e dolce, un profumo paradisiaco. La ragazza gli si avvicina cautamente, lui si sente un po' in soggezione, troppo vicina per lui, non si è ancora abituato al sangue delle persone così vicino, ma la ragazza come può saperlo, lei insulsa umana. Anche lui doveva ancora cenare, e quindi era ancora più vulnerabile, poteva soggiogarla e assaggiare il suo sangue tranquillamente, ma sarebbe poi stato difficile spiegare alla ragazza cosa ci faceva li con lui, allora eliminò il pensiero.
"Anche io devo ancora cenare.." disse lui non sapendo che risponderle, la ragazza gli si allontanò di scatto, e lo osservò per poi proporgli una cosa mai successa.
"Ti va di cenare da.. me?" titubante e non sicura di quello che diceva lo invitò da lei. Lui sorrise annuendo e cercando di essere il più sciolto possibile, ora il problema restava che lui non si nutriva di altro che non sangue. Se ne sarebbe preoccupato quando il problema si fosse presentato.
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Beautiful -Niall Horan-
FanfictionDue creature si incontrano in una sola persona. Lei una semplice ragazza. Lui un Demone. Un miscuglio di Paura, Angoscia, Terrore ma anche di Passione, Dolcezza e Amore.