Interweave

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Il sole penetrò fisso dalla finestra di quel dolce salotto, tutto profumava di lei, era un disgustoso odore di fragola e vaniglia, un miscuglio fatale per quel povero vampiro. Fame, ecco cosa sentiva, aveva fame, la gola bruciava, le vene sotto i suoi favolosi occhi erano rosso fuoco e in rilievo, erano solo le sei della mattina, e non sapeva che fare, sarebbe scappato e poi sarebbe tornato senza far rumore. Aprì la finestra del soggiorno e saltò fuori, l'aria gelida di Londra lo penetrò nel suo candido viso, qualcosa dentro di lui era cambiato, sentì un fortissimo odore di sangue dietro casa della ragazza, si accorse a vedere cosa ci fosse, svoltato l'angolo notò un povero uomo completamente addormentato sul ciglio di quel vicolo. Si guardò intorno per poi avventarsi su quel povero cinquantenne privo di vita da ormai qualche ora. Si sentiva sollevato per essersi dissetato e anche per non aver causato lui la morte di quel uomo. Niall era spaesato, non si sentiva così da molto tempo, era sollevato. Sollevato. Si ricordò di aver lasciato la finestra aperta e correndo come un missile si avventò nella casa della fanciulla. La casa era silenziosa, la ragazza stava ancora dormendo per sua fortuna. Ma questo non era del tutto vero dato che sentì un forte odore di vaniglia avventurarsi verso la cucina dove lui aveva appena lavato la bocca dal sangue residuo.

"Buongiorno" disse una dolce voce roca, il vampiro si girò ammirando la bellezza di quella ragazza, avrebbe tranquillamente potuto scambiarla per un vampiro per la sua candida pelle, ma l'odore del suo sangue era incredibile, sarebbe stata una preda favolosa per qualsiasi Vampiro. La sua esile e piccola figura si avvicinava molto lentamente a lui, che non prometteva niente di buono per la sua espressione da duro, ma Niall era sempre così, era difficile rubarli anche solo un sorriso. Continuava ad osservarla, la semplice canottiera blu notte le cadeva dolcemente sui fianchi e mostrava con molto piacere le suo meravigliose curve, poi un corto pantaloncino nero la sciava scoperta la coscia elegante e eccitante della rossa. Le sue gambe snelle e provocanti risvegliarono il demone che c'era in lui, da molto riposto lì. La vista cominciò ad annebbiarsi, i suo occhi giaccio diventarono scuri, la sua pelle sempre più bianca e tutti i muscoli si indurirono, non voleva farle del male. Respirò affondo, ma un gemito strozzato lasciò la sua gola pronta per assaporare il dolce sangue della ragazza incurante di quello che potrebbe capitarli da un momento all'altro.

"N..Niall tutto bene?" chiese lei preoccupata appoggiando la sua dolce e piccola mano sulla spalla del Demone in subbuglio. Lui con un gesto brusco la scansò uscendo da casa e cominciando a correre furiosamente in cerca di qualche piccola creatura da distruggere per placare la sua ira.

Fuggito, era fuggito. Non si aspettava una reazione del genere, era appena scesa per prepararsi una tazza di latte quando un gemito strozzato uscì dalla bocca di quel ragazzo strano e biondo. Lei premurosa gli aveva espresso il suo aiuto ma come risposta era solo scappato. Non riusciva a capirlo, forse era stata invadente in qualche maniera, forse lui non era abituato a certe cose, forse aveva solo bisogno di andare in bagno ma era troppo timido per chiederlo, troppe ipotesi per il suo povero cervello a solo le 6.30 della mattina. Lasciò stare, sapeva che sarebbe tornato perché aveva lasciato tutto qui, e aveva deciso di non essere mai tornata nel discorso su quello che le era appena successo. Doveva darsi del tempo e dargli del tempo, alla fine era solo ora come ora, il padre l'ha cacciato e oltre tutto era un nuovo ragazzo per tutti. Le dispiaceva così tanto per quel inconveniente, non voleva creare queste situazioni. Continuando a pensare, corse di sopra per prepararsi e andare a scuola accompagnata da Liam. Raggiunta la camera aprì l'armadio cercando la divisa pulita, si sfilò i pantaloncini per poi ripiegarli e sistemarli sotto il cuscino facendo lo stesso con la canottiera, restando poi in intimo sistemò il letto ripiegando le lenzuola e il piumone come le aveva insegnato la sua magnifica mamma. Il suo sguardo scivolò fuori la finestra rendendosi conto di essere osservata. Era di nuovo lì. Due. Rossi. Non era possibile, non potevano essere sogni, erano reali, quei maledetti puntini rossi apparteneva a quella maledetta ombra che ora era scomparsa visto che l'avevo colta in flagrante. Il suo cuore finì nella sua gola quando lo sbattere della porta del soggiorno si chiuse.

"Marika!" sentii chiamarsi, la voce era roca e rude, non poteva essere Liam. Si rese conto di essere ancora in intimo quando la porta della sua camera si aprì e due occhi ghiaccio la fissarono maliziosi e desiderosi. Lei arrossì di colpo non sapendo come comportarsi, con due veloci colpi di mano si infilò la camicia e la gonna. Sorrise imbarazzata a il biondo divertito davanti a lei, lo vide avvicinarsi intimidatoriamente, lei abbassò la testa sorpresa che il ragazzo si stesse avvicinando di sua spontanea volontà.

La mani del ragazzo scivolarono lungo il braccio della ragazza per poi ripercorrerlo e trovarsi poi nel suo petto, il suo cuore pulsava interrottamente, lui lo sentiva, sentiva l'effetto che aveva su di lei, immobile, era completamente impietrita. Ma i gesti di lui la meravigliarono e si meravigliò anche se stesso. Prese ad abbottonare la camicia di lei cercando di essere il più lento possibile e godendosi quel contatto indiretto su di lei. Dopo aver finito prese la cerniera della gonna della ragazza aprendola, non era sua intenzione spogliarla ma solo sistemare il suo look. La stava osservando, il suo viso era completamente rosso per l'imbarazzo e la sua testa era immersa in pensieri, ma non smetteva di fissare le grandi mani di lui che armeggiavano con la sua gonna. Niall spostò la gonna verso il basso, non voleva farla cadere ma gli scivolò lungo le gambe di lei, lei sorrise vedendo l'espressione perplessa di lui. Incantato, era incantato dal suono della sua risata. Sorrise forzato sistemandoli la camicia e mettendogli apposto la gonna, lasciando la camicia dentro.

"Grazie mille... sei stato molto gentile.." disse lei un po' impacciata, lui annuì come suo solito, e la vide corrugare la fronte, lui assunse un'espressione come dire "Che c'è?" e lei sorrise, l'attenzione si posizionò sulle carnose e rosee labbra di lei, era una fottuta droga per lui, non capiva cosa lo stesse spingendo a interessarsi a tutti i suoi particolari, non aveva senso per lui. Ma lei aveva come una fottuta calamita che lo attraeva a soffermarsi sul suo corpo, su i suoi gesti, su tutto quello che la riguardasse.

"Sai in questi casi... be si risponde con un prego.. oppure con.. non c'è di che.." disse lei indispettita dal suo sonoro silenzio.

"È stato un piacere ammirarti e vestirti..va meglio?" Lei sorpresa lasciò perdere e si diresse verso la porta andando verso il portoncino.

Hey Baby!

allora eccomi di nuovo con un'altro capitolo, non sono la tipa che scrive ogni volta a fine capitolo, mi piace lasciarvi con la storia e immerse nella lettura.

volevo solo invitarvi a votare e commetare dicendomi la vostra opinione, non sono una professionista ma cerco di dare il meglio!

ancora grazie a chi la lagge! bacioni

Marika!

Beautiful -Niall Horan-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora