Shadows

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Era stato a cena conclusa che il suo amore, dopo undici appuntamenti e la bellezza di ben quattro mesi insieme, le aveva fatto la fatidica domanda. Niall non aveva pensato a nulla in quel momento, solo a lei e all'anello con quel grosso diamante che brillava davanti ai suoi occhi e che ora lei portava rigorosamente all'anulare della mano sinistra. No, non erano stati troppo frettolosi, entrambi ne avevano parlato più di una volta probabilmente. Ma Niall nemmeno ricordava se ne avevano parlato. A lui, da mesi ormai, non importava di niente che di lei, della sua bocca e i suoi occhi Verdi, profondi come l'oceano. Voleva solo baciarla, fissarlo per ore e stare immobile mentre lei le baciava il collo in quel suo modo irresistibile. Si, la amava e non vedeva l'ora di sposarla e vivere tutta la sua vita insieme a lui. Perché Marika ora era tutto. Il resto, inutile e banale, scontato come il sorgere del sole al mattino. Diede un'occhiata alle stelle che spuntavano nel nero della notte, poi alla sua donna, che si era alzata dal divano in pelle color carbone e ora avanzava verso di lui. No, non verso di lui, si accorse con delusione, ma in direzione della cucina. Per un attimo si sentì quasi offeso, mortificato, poi però vide il sorriso malizioso e accattivante che gli rivolse e capì. Si, un altro brindisi ci stava eccome! Rimase lì a guardare il cielo in parte coperto, nero e minaccioso, le stelle che facevano capolino qua e là da dietro le nubi scure. Sentì passi felpati dietro di lui. Era incredibile come Marika riuscisse a muoversi come silenziosamente. Niall non si volse a guardarla, lasciò che fosse lei ad accostarsi con dolcezza al suo corpo, facendolo sussultare di piacere a contatto con lei. La sua vicinanza lo faceva stare bene, con lei si sentiva VIVO. Lei lo cinse da dietro con le braccia forti, ma delicatamente, come piaceva a lui e la baciò appena sul collo, per un attimo rimase ad annusare il profumo dei suoi capelli e del suo sangue. Le sue mani grandi indugiavano sull'incavo del collo di lei, scivolarono lentamente sui seni. Marika sentì un brivido correrle lungo il corpo come una scarica d'elettricità. Sorrise, rispondendo alle sue carezze. Niall faceva sempre così dopo che se l'era portata a letto, la coccolava, la baciava. Niall non riuscì ad immaginare la sua vita senza la sua Marika. Le poche volte che riusciva ad immaginarlo, lo figurava nella sua mente come un inferno. Poi lei si staccò da lui e la sentì prendere una bottiglia dal tavolino. Si volse e sorrise, lei stappò la bottiglia e versò vino bianco sul suo calice e un sangue sul suo. Poi gli sorrise di rimando. Brindarono a loro e alla vita che presto, con il matrimonio, avrebbero cominciato insieme. Poi lei si volse verso la finestra e lui la cinse di nuovo con le braccia. Gli piaceva stare così, con Marika che l'abbracciava, gli carezzava teneramente i capelli biondi. Niall continuava ad abbracciarla e lei si abbandonò alle sue effusioni, sorridendo, persa in quel momento. Pareva proprio un sogno. L'orologio ticchettava ancora.

Tic,tac. Tic,tac. Tic,tac. Quel leggero rumore costante le distendeva i muscoli, ma poi il suono cominciò ad essere troppo forte, la bellezza davanti a lui si polverizzò come piccoli pezzi di polvere magica. Si voltò guardando la stanza e tutto era buio. Si alzò di colpo dal letto, sudato e spaventato. Niall si strofinò gli occhi cercando di capire cosa fosse successo. Il suo cure ormai privo di vita sembrava essersi fermato per la seconda volta. Fuori le nubi sembravano diradarsi, il cielo nero appariva più limpido, le stelle meno numerose e brillanti. Puntò il suo sguardo vero est, intravide la torre che si stagliava alta verso il cielo, illuminata di migliaia di luci dorate e blu. Si, un sogno magico, non può essere realtà. Tutto questo era surreale, quella ragazza non sarebbe mai stata sua, non lo avrebbe mai accettato. Lui voleva mangiarla assaporare il sangue di lei, ma sotto sotto qualcosa gli diceva che il suo cuore si stava riattivando.

"Tranquilla Marika.. la vasca l'ho sistemata, si era staccato un tubo.. ora puoi lavarti tranquilla." Liam le sorrise rassicurandola e cercando di confortarla. Lei gli sorrise e si diresse in bagno aprendo l'acqua della doccia per sentire la temperatura.

"Liam potresti restare fino a quando non ho finito? Ti prego.." gli chiese esitante e sperando in una affermazione positiva. Liam le sorrise annuendo.

Lei entrò in doccia mentre il suo amico la aspettava in divano, i vapori riempirono il bagno e lei aprì la finestra per rinfrescare l'ambiente. L'acqua scivolava sul suo candido corpo mentre si insaponava dolcemente quando sulla porticina semitrasparente della doccia apparve un'ombra e quei maledetti occhi rossi che la fissavano maliziosi. Lei cacciò un urlo e Liam si precipitò in bagno, la coprì con un asciugamano e la tirò a se consolandola, quando lei cominciò a tremare. La accompagnò in camera sua e le diede cinque minuti per potersi vestire, uscì con i capelli che le ricadevano bagnati sulla schiena, bagnando la magliettina azzurra che le si attaccò mostrando le sue perfette curve. Liam le offrì una camomilla e le chiese cosa fosse successo, lei bevve piccoli sorsi dalla tazza ormai bollente, e raccontò al suo migliore amico di aver immaginato un'ombra. Lui sorrise e la tirò a se: " devi essere ancora scossa per quello che è successo nella vasca, stai tranquilla, ci sono io qua adesso a proteggerti." Lei lo guardò negli occhi e posò le sue labbra su quella mascella morbida con un accenno di barba, poi andarono insieme sul divano, accesero la televisione e si addormentarono guardando un film.



Niall corse nel bosco furioso, aveva visto il bacio tra i due e qualcosa di forte e maligno crebbe dentro di lui ma non capiva il perché. Lei era solo un suo giocattolo, una sua pedina, la sua sacca di sangue, eppure si sentiva morire dentro, voleva mettere le sue possenti mani attorno al collo del ragazzo che in questo momento stava facendo chissà cosa con colei che lui stava tormentando, e spezzarglielo sentendo le sue fragili ossa frantumarsi in mille pezzi. Doveva tornare a casa ma non poteva in quello stato, suo padre lo avrebbe raggiunto a momenti e doveva essere sobrio, e non assente per non destare sospetti. Sentii un rumore sotto di lui, e vide suo padre sorridergli, la sua strana posizione appollaiato sull'albero di una casa, il panico prese il sopravvento, cosa gli avrebbe detto? Perché era li? Non poteva assolutamente dirgli che da giorni spiava una ragazza con cui voleva solamente divertirsi, ma ultimamente non riusciva a fare nemmeno quello, nonostante lo volesse con tutta la sua anima, perché sta iniziando a provare qualcosa...rabbia, gelosia, amore?! Un sentimento che se suo padre l'avesse scoperto non gli avrebbe più dato la stima e la protezione di cui necessita, essendo l'ultima cosa che gli rimane in questa sua ''non vita'', doveva nasconderlo con tutte le sue forze ma allo stesso tempo sapeva che doveva proteggere lei dalla furia di suo padre nel caso venisse a conoscenza di lei e dei suoi sogni, sempre più comuni e sempre più profondi. Non sapeva cosa fosse ma era forte e nessuno doveva scoprirlo, o sarebbe stata la fine.

Beautiful -Niall Horan-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora