Oldness

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"Hey.. Tutto ok?" chiese il biondino seduto sul suo divano.

"No.. Per niente.. Niall io..." le parole morirono nella sua gola. Impaurita, scossa, quel sogno le aveva scombussolato la mente.

"Tranquilla.. non serve tu ne parli.. se non vuoi.." disse lui con voce quasi dolce, almeno ci aveva provato.

La cucina era fredda, più del solito, preparare un caffè sembrava la distrazione migliore per il momento. Aprendo la mensola e arrampicandosi riuscì a prendere la polvere, che era contenuta in un barattolo, inserita nella macchina. Dopo essersi presa una tazza di latte e dei semplici cereali, si posizionò sull'isola nel centro della cucina, immersa nei suoi pensieri, nelle sue preoccupazioni, nel suo mondo, si rese conto che era lunedì e c'era scuola e nel pomeriggio sarebbe andata dai suoi amati genitori. La cucina divenne un'tratto più lugubre, più fredda e molto più scura, Marika alzò lo sguardo trovando un Niall tutto spettinato seduta davanti a lei. Non si era accorta che si fosse seduto e che nemmeno fosse entrato.

"Scusa ti ho spaventata?" chiese lui con un sorriso beffardo sul volto. Sembrava che averla spaventata lo avesse reso, Felice.

"N..noo.. Cioè non ti ho sentito e non pensavo fossi qui.." disse giustificando la sua faccia quasi sconvolta.

"Eri immersa nel tuo mondo.. e non sai quanto mi piacerebbe farne parte..." queste parole ebbero un forte colpo sulla ragazza.

Invasivo, ecco cosa dovrebbe essere stata la sua affermazione, ma non fu così, la rossa si sentì sollevata, adorata e apprezzata, una sensazione che non provava da tempo. I suoi occhi azzurri erano fissi suoi suo verdi, quel contatto visivo la rendeva fragile e manipolabile, la profondità di quegli occhi lo faceva sembrare quasi infinito, come se dentro di lui ci fosse il nero, il nulla, quel colore e quella sensazione che non da sicurezza, che confonde e rende la tua mente incompleta.

"Sai.. dovremmo andare a scuola ora.. se vuoi puoi usare il bagno o se preferisci puoi usufruire della mia camera.." disse la dolce ragazza, il Biondo annuì dirigendosi di sopra.

Erano appena le tre del pomeriggio e due mountain bikes filavano veloci in mezzo al sentiero che conduceva nelle sperdute radure di Londra.

"Marika" si udì in lontananza e questa fu anche l'unica parola che si riuscì a captare dalla distanza cui era la ragazza. Lei si fermò ad attendere in silenzio. Esattamente alle cinque in punto giunse alla fine del percorso, un'immensa campagna si stendeva davanti ai suoi occhi. Lo si intuiva dalle pecore che pascolavano nei prati poco distanti. Ma erano le uniche "anime" che parevano popolare quel luogo che ad un primo sguardo appariva inquietante. Almeno in quel preciso momento. La rossa era sempre stata una donna di poche parole, non amava molto la conversazione, se non coi suoi pensieri. Vi era una casa oltre il campo con le pecore. Una strana dimora scura che si ergeva in tutta la sua maestosità. Fortunatamente la porta della dimora era aperta, una buona occasione per entrare a cercare qualcuno, voleva sapere dove era finita, non aveva mai sbagliato strada, mai, ma quel giorno non sapeva dove avesse la testa e si era smarrita per quel sentiero che la portò qui. Nella sala principale, tutto era buio, la poca luce che si poteva intravedere era quella di deboli candele oltre una porta semi aperta. In realtà non si vedeva molto bene ma decisero lo stesso di tentare la sorte e raggiungere la stanza dalla strana luce. Era un salotto. Un elegante salotto, da quello che si poteva capire, con un grosso tavolo al centro ed una poltrona sul lato opposto. Nessuno parlava in quella stanza, non riusciva a pronunciare alcuna parola. Quello che si udiva era solamente lo scricchiolio della poltrona, che ondeggiava senza sosta, e la causa non poteva essere il vento perché nella stanza non vi erano finestre. La poltrona fece un giro su se stessa ed ecco che comparve un uomo dal manto NERO come la pece, che gli copriva i lineamenti del volto, sembrava un uomo vissuto.

"Sapevo che alla fine saresti arrivata"

"Chi è lei?" chiese Marika "E come fa a sapere che sarei arrivata?" chiese in preda al panico, non capiva cosa stesse succedendo. Lui scoppiò in una sadica risata.

"Io so tante cose... Le so dal momento in cui sei caduta sulle braccia di mio figlio... e sei... Morta"

Gli occhi della fanciulla in quel momento si fecero meno luccicanti e sentirono le forze abbandonare il corpo. Come poteva essere morta, e chi era suo figlio. Rincorrendo il passato un volto demoniaco le venne in mente, quegli occhi rossi, Niall, il suo modo di fare, ma non poteva essere lui, era così diverso, con lei si era permesso di toccarla e lei si sentiva viva con lui. Questo era solo un altro dei suoi incubi.

"Oh piccola e ingenua creatura... ti stai sbagliando.. e sai benissimo che Lui è una minaccia per te.. Lui.. il tuo dolce e amato Niall lavora per me, sotto il mio COMPLETO controllo.." con sorriso beffardo si alzò dalla sedia lasciando cadere il mantello nero che lo avvolgeva.

"BENVENUTA all'inferno." Disse poi puntando i suoi grandi occhi rossi su di lei.

Milioni di ricordi e tensioni presero spazio nella sua mente, quei due puntini rossi era i suoi occhi, erano proprio quelli, ma quando si osservò notò di essere seduta sul suo banco di scuola, affianco a lei un Niall preoccupato per il suo aspetto. Gocce di sudore erano presenti su tutto il suo corpo, la schiena ricoperta dalla pelle d'oca e un'immagine pietrificata nella sua mente. Quell'uomo era completamente identico a Niall solo un po' più vecchio, sembrava suo padre, stessi occhi azzurri, stesse labbra sottili un po' a papera, stessi lineamenti duri e profondi e lo stesso modo di parlare. Solo non capiva come cavolo la sua immaginazione fosse stata in grado di sognare o immaginare un uomo così uguale a Niall, i suoi occhi rossi, quei due insulsi puntini che la perseguitarono per un periodo quasi infinito, fino a quando lui non entrò nella mia vita. Ma ora, ora che comincia a riflettere, tutto può essere una semplice coincidenza, ma potrebbe essere, nel modo peggiore, che sia proprio lui il problema, proprio lui il mio persecutore, lui i miei Occhi Rossi.

Beautiful -Niall Horan-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora