8-ANDREA

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«E' arrivato qualcuno!», annunciò Elisa.

Io e papà la guardammo confusi. «Cos'è? Senti le voci? Ti devo chiamare Giovanna D'Arco?»,mi burlai di lei ed Elisa mi fece un sorriso tirato.

Il medio alzato nella mia direzione. «Cretino, non intendevo ora ma oggi pomeriggio», ci informò. Infilzò una patata al forno e se la portò alle labbra assaporandola. Ingoiò il boccone e riprese a parlare. «Una macchina di lusso, nera. E si sono trasferiti nella casa qui vicino», puntualizzò indicandomi con la forchetta.

Alzai il sopracciglio. «E quindi?»

Elisa sgranò gli occhi. «Ma come? Non sei nemmeno un po' curioso?», domandò incredula e io scossi la testa.

«No, non me ne frega nulla.»

«Che noia che sei!», borbottò concentrandosi ancora sulla cena.

Raggiunsi il bagno e mi feci la doccia. L'acqua mi scorreva sulla pelle, tra i solchi creati dai muscoli, sui capelli neri. Aprii la bocca e ne bevvi un po'. Uscii dalla doccia e mi diressi in camera mia. Infilai i jeans e una Tshirt nera.

«Stasera dove te ne vai?», mi chiese Elisa sulla porta della mia stanza.

«Fuori con Yuri e Davide, perché?», domandai allacciandomi le scarpe.

«Ti prego, posso venire con voi?», mi supplicò e io la guardai storto. «Solo per un po', dai quando sono lì ti prometto che non ti darò fastidio, mi devo vedere con Marianna ma non so come andare da lei e papà ha detto di chiedere a te.»

La fissai nei suoi occhi scuri e annuii.

«Grazie! Sei il mio fratello preferito», gridò saltellando eccitata.

«Se è per questo sono anche l'unico», puntualizzai e lei mi diede un colpetto sulla spalla.


Guidai per le vie buie, strette e tornanti delle colline e raggiunsi il bar del mio amico. Davide era stranamente in orario. Appena vide Elisa la salutò con calore. Entrammo al bar sedendoci al solito tavolo. Elisa vide Marianna, mi diede un dolce bacio sulla guancia e se ne andò subito dopo aver lanciato un'occhiata furtiva a Yuri. Davide frugò in una borsa e tirò fuori dei fogli, porgendomeli.

«E' il libro, si, il primo capitolo», spiegò e io lo tenni tra le dita come se fosse una preziosa pergamena che si credeva perduta.

Davide scoppiò a ridere. «Tranquillo, è solo una copia, non c'è bisogno  che tu sia così premuroso!», scherzò e io risi davanti alla sua espressione da intellettuale.

Yuri si sedette con noi, stravaccandosi letteralmente sulla sedia.

Mia sorella e la sua amica stavano guardando un gruppetto di ragazzi giocare a biliardo.

«Allora ci sono novità?», chiese Yuri intrecciando le dita davanti a sé. Scossi la testa ma poi mi ricordai di cosa aveva detto a cena Elisa. «Si è trasferito qualcuno nella casa affianco alla mia.»

Yuri fischiò. «Dici quella enorme con tanto di piscina?», domandò e io annuì.

«E chi ci vive?», chiese Davide tracannando un po' della sua birra.

«Secondo me un fantasma, ma Elisa sostiene di averci visto una macchina nera di lusso... probabilmente era solo una Panda», scherzai.

«Giusto, la Smart l'hai più venduta?», chiese Davide e io scossi la testa.

«No, pensavo di tenerla per Elisa», mentii. La verità era che ero affezionato a quella macchina perché c'era stata lei... Stefania.

Mi ricordai del giorno in cui ci eravamo incontrati ad una cena di beneficenza.

Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora