50-ANDREA

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Erano le sei di sera.

Io stavo soffocando nel mio completo, mentre Tessa era semplicemente stupenda. Per l'occasione aveva indossato un abito sopra al ginocchio color lavanda, il quale faceva risaltare il biondo dei capelli.

Ero agitato, eccitato, emozionato, ma soprattutto orgoglioso.

Si, ero orgoglioso di avere lei al mio fianco. Tessa mi faceva sentire in un modo in cui non mi ero mai sentito prima d'ora.

«Sei pronta ad andare?», le domandai tendendole il braccio che lei prese dolcemente.

«Certo, con te lo sono sempre», sussurrò ad un millimetro dalle mie labbra.

Erano passati circa trenta minuti da quando avevamo lasciato la nostra stanza ed ora ci trovavamo davanti ad una chiesa nei pressi di Via Torino. Era piccola, ma lo splendido affresco dietro l'altare la faceva sembrare più lunga di quanto fosse in realtà. Fortunatamente eravamo appena una settantina, altrimenti non ci saremmo mai stati lì dentro.

Riconobbi immediatamente la madre di Giulia, la quale mi venne a salutare calorosamente. Appena posò gli occhi su Tessa non potei che gongolare dentro di me. Riportò l'attenzione sul sottoscritto e mi strizzò l'occhio come per dirmi "tienitela stretta!"

Sorrisi scuotendo leggermente la testa.

«Perché ridi?», volle sapere la mia dama.

«Nulla», mentii. Alzai lo sguardo nuovamente, e le indicai i vari invitati.

«Quelli sono dei miei ex colleghi, il mio ex capo», dissi salutandoli con la mano, facendogli cenno che successivamente ci saremmo parlati, «Quelle sono Eva, Michela e Federica. Con il tempo sono diventate amiche di Giulia anche se in realtà sono molto amiche di Daniele», appurai.

«Capisco e come l'hanno conosciuto?», domandò lei e in quel momento, alzando lo sguardo verso la navata, la vidi apparire. I capelli erano più chiari del solito, quasi biondi, mentre i suoi occhi, bellissimi, scuri e gentili, sorridevano felici. La sua pelle era decisamente più scura, probabilmente dovuta al sole di agosto ed era senza dubbio messa in risalto dal vestito verde acqua che indossava. Per un attimo il tempo si bloccò, riportandomi indietro di un anno, alla cena di Beneficienza.

Non capii esattamente come, ma quel flashback durò solo pochi istanti, poiché non ero io ad essere rimasto di sasso.

Mi voltai verso Tessa. Non c'erano dubbi, era senza parole, sconvolta, ed era solo colpa di una persona.

Neal Ricci.


Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora