59-TESSA

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«Così... di cosa parlerai questa sera?», mi chiese Luisa mentre stavo provando un paio di sandali Casadei.

Mi alzai, osservandomi allo specchio mentre la commessa mi fissava con occhi speranzosi.

Dopo aver fatto un paio di giri su me stessa, approvai il look.

Mi risedetti al fianco della mia amica. «Sinceramente, non ne ho la minima idea.»

Luisa mi fissò curiosa. «Quindi mi vuoi dire davvero che non te ne frega nulla della Toscana e di quello che è successo la?»

La fissai truce.

Luisa sbuffò. «Scusami, non avrei dovuto farti quella stupida domanda.»

Mi strinsi nelle spalle. «Tranquilla, va tutto bene», mentii.

Presi la scatola di scarpe e raggiunsi la cassa, seguita dalla mia amica.

Camminammo lungo le vie della città, sui nostri tacchi vertiginosi.

Dopo un altro giro di shopping e un caffè in centro, salutai Luisa e mi diressi a casa.

Luciano mi stava aspettando all'auto e, non appena mi vide, mi fece un enorme sorrisone. «Allora signorina, è andato bene lo shopping?», domandò prendendomi dalle mani le buste e mettendole nel bagagliaio.

«Già, non immagini quanto!», esclamai felice.

Mi sedetti al mio posto e fissai fuori dal finestrino per gran parte del viaggio. Quando Say you Love me di Jess Ware si diffuse nell'aria, non potei non pensare ad Andrea e ai nostri momenti passati assieme. Ricordai il nostro primo incontro, il ruscello, la cavalcata con Asso, la canzone sul pozzo e poi le sue carezze sulla mia pelle al chiaro di luna.

«Per che ora pensava di andare via?», mi domandò ridestandomi dai miei pensieri.

«Non saprei, penso intorno alle nove. L'intervista è alle dieci quindi...»

«D'accordo signorina, alle nove», confermò e io sorrisi.

Entrai in bagno e mi immersi nella vasca da bagno che Agata mi aveva gentilmente preparato.

Mi tolsi l'accappatoio e scivolai nell'acqua calda ricoperta da schiuma profumata.

Chiusi gli occhi e ascoltando Take me Home di Nathan Barr's piansi ripensando a tutto quello che avevo perso.

Pensai ai miei amici e alle risate passate in loro compagnia, ad Andrea e all'amore indescrivibile che provavo per lui. Al mio bambino, che nonostante non avessi conosciuto mi mancava moltissimo. Piansi tutte le lacrime che avevo in corpo dopo aver realizzato che la cosa che avevo davvero perso era me stessa.

Quando arrivai in cucina, notai Agata indaffarata ai fornelli.

«Signorina Teresa! Che sorpresa, non pensavo di trovarla qui», sorrise.

Ricambiai. «E' che ho un po' fame», mi giustificai.

Mi sedetti al tavolo e Agata mi servì la cena.

«Ti prego, siede assieme a me, vorrei parlarti», la supplicai.

Agata mi accontentò.

«Sono un po' agitata per stasera. Tutti si aspettano che io racconti la verità, ma è davvero ciò che vogliono? Insomma cosa dovrei fare?»

Agata mi fissò negli occhi. «Lei cosa vorrebbe fare?»

«La verità? Vorrei prendere la macchina e correre tra le braccia di Andrea», rivelai.

«E perché non lo fa?»

Risi. «Non dipende da me. Ho fatto una promessa ad Andrea, sarei uscita dalla sua vita. Se lui mi rivuole deve solo chiedermelo.»

«Vede? Dopotutto la verità non sempre è un qualcosa di brutto», mi fece notare. Mise una mano sulla mia. «Sinceramente, non ci pensi troppo. Stasera parli e basta.»


Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora