Cavalcammo per circa venti minuti prima di raggiungere la meta. Avere Tessa tra le mie braccia era la cosa più bella che mi era capitata da quando la mamma era ancora viva. Non parlavo quasi mai di lei. Non volevo... sentirmi responsabile.
Credevo che Stefania avesse avuto il potere di guarire il mio senso di colpa, eppure quella sensazione di calma e pace assoluta, l'avevo avuta solo con Tessa. Mi bastava osservare i suoi occhi chiari e subito mi si scioglieva il cuore. Non sapevo cosa sarebbe accaduto alla fine dell'estate, come ci saremmo comportati in seguito, tuttavia la sola cosa che volevo era vivere ogni momento assieme a lei.
«Che posto è?», mi chiese appena tirai le redini e Asso si fermò davanti alla casa mezza diroccata.
«Era la casa di mia madre, prima di sposarsi.»
Era la prima volta che parlavo a Tessa di lei e la sentii irrigidirsi tra le mie braccia per quell'inaspettata confessione.
Sapevo già quale sarebbe stata la sua domanda, ma dato che non arrivava le diedi io la risposta. «E' morta quattro anni fa.»
Tessa non disse nulla. Smontai da cavallo e l'aiutai a scendere.
Le mie mani strette ai suoi fianchi mi fecero passare una scarica elettrica attraverso la spina dorsale fino a raggiungere il cavallo dei pantaloni.
«Vieni, te la voglio mostrare», dissi prendendole la mano.
Tessa mi seguì all'interno di quel mondo che una volta amavo tanto.
Aprii la porta di legno e mi bloccai sulla soglia. L'ultima volta che ero stato qui, lei era ancora viva. Tessa strinse le sue dita alle mie. «Non dobbiamo farlo per forza.»
Mi voltai e la baciai. Feci un passo dentro alla casa e mi sentii più leggero.
Dieci minuti più tardi io e Tessa eravamo sdraiati su un plaid in mezzo al giardino mentre Asso pranzava con l'erba incolta.
«Mi dispiace per tua madre», esordì Tessa mentre mi accarezzava i capelli.
«Grazie», risposi chiudendo gli occhi.
«So che è un argomento delicato e non voglio forzarti a parlarne. Quando vorrai lo farai tu», mi rassicurò baciandomi la fronte. Sorrisi per quel suo gesto d'affetto.
«Raccontami un po' di te, della tua famiglia. Che tipi sono?», domandai tirandomi sui gomiti per poterla osservare meglio.
Di Tessa non sapevo molto, solo che era in vacanza coi suoi zii per le vacanze estive.
Vidi un lampo di terrore attraversarle lo sguardo.
«Andrea io... c'è una cosa che devi sapere...», stava dicendo quando Asso iniziò a nitrire facendoci alzare di scatto. Mi avvicinai a lui e gli accarezzai il muso, rassicurandolo.
«Buono, buono...», gli dissi calmo e lui si acquietò. Mi voltai verso Tessa la quale stava raccogliendo il telo da terra. «Andiamo?»
Annuì sollevata e montammo a cavallo.
Durante il tragitto ci fermammo a guardare il sole tramontare oltre le colline. Il cielo era tinto di colori accesi e splendenti. Guardai Tessa illuminarsi alla vista di quella tinta arancione e la strinsi tra le mie braccia.
Una volta raggiunta casa, l'aiutai a smontare da Asso.
«Grazie per questa bella giornata e per aver condiviso con me parte del tuo passato», disse spostandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. «Ora vado che la... zia avrà già preparato la cena.»
Annuii. Osservai Tessa ondeggiare verso casa sua, ma a metà strada la chiamai.
Si voltò, osservandomi.
«Cosa mi stavi per dire prima? Cos'è che dovrei sapere?»
Tessa si immobilizzò, guardò di lato poi fissò i miei occhi. «Che sarei onorata di partecipare al matrimonio con te.»
Sorrisi felice e la salutai. Montai nuovamente su Asso e mi avviai verso la stalla. Durante il breve tragitto ripensai alla risposta che mi aveva dato. Qualcosa mi disse che aveva mentito, non sul fatto di venire al matrimonio con me. Ero sicuro che ciò che stava per dirmi non era quello.
STAI LEGGENDO
Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)
RomancePer tutte le persone del mondo Teresa Minelli ha una vita piena e movimentata tra serate in discoteca, uomini e abiti nuovi da postare sui social, ma ciò che non sanno è la verità, ovvero che è totalmente sola. Proprio per questo la sua vita da qua...