47-TESSA

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Andrea ed io eravamo usciti subito dopo aver fatto l'amore. Mi sentivo benissimo, come mai prima d'ora. Sentivo di essere finalmente me stessa, libera ed amata.

«Allora...», mi sussurrò dolcemente all'orecchio Andrea. «Cosa vorresti mangiare?»

Mi strinsi nelle spalle perché per la prima volta ero già sazia così. «Non saprei, a te cosa va?»

Andrea ci pensò su e poi, come per magia, gli venne un'illuminazione. «Per di qua, seguimi!»

Così feci.

Camminammo lungo Corso Vittorio Emanuele II, poi per tutta Via Torino, fino ad arrivare in Colonne. Rimasi per un attimo stupita nel trovarmi davanti ad un'hamburgheria. Probabilmente non ci avevo mai messo piede prima d'ora.

Entrammo nel piccolissimo locale coi tavolini di legno e le pareti color giallo limone, le quali raffiguravano delle mucche vestite da cowboy. Sorrisi all'idea di quanto fosse ironico tutto questo.

Ci accomodammo ad uno dei tavoli e dopo dieci minuti dall'ordinazione, arrivarono i nostri panini. Andrea aveva optato per uno con dentro manzo, uova e ketchup, mentre io avevo preferito, manzo con bacon croccante.

Appena lo addentai mi sentii in paradiso.

«Allora ti piace?», mi chiese sorridendo alla vista della mia faccia in estasi.

«Da morire!», affermai facendo un altro boccone. «Raccontami ancora un po' di Giulia».

Andrea passò la cena a raccontarmi della sua migliore amica ed io non potevo fare altro che rimanere ad ascoltarlo rapita.

Usciti dal locale, decidemmo di fare una passeggiata al chiaro di luna.

«Posso farti una domanda?»

Andrea mi fissò negli occhi. «Certo, non devi neppure chiederlo.»

Mi fissai per un momento le scarpe col tacco largo. «Cosa hai fatto alla gamba?»

Vidi la mascella di Andrea contrarsi e capii che forse sarebbe stato meglio tacere. «Se non vuoi dirmelo... non voglio che tu mi dica qualcosa perché ti senti in dovere. Credo solo che forse ti farebbe bene parlarne.»

Gli occhi di Andrea si fissarono sui miei. Arrabbiati.

«E tu cosa hai fatto al polso?», domandò indicandomi il braccialetto. D'istinto mi portai la mano vicino al petto, in segno di protezione. Andrea aveva ragione, non potevo pretendere che si sbottonasse con me se non ero pronta a farlo io stessa.

Con tutto il coraggio che avevo addosso mi sfilai il bracciale e gli mostrai la cicatrice, parte indelebile del mio passato.

Andrea la prese tra le mani, sfiorandola delicatamente.

Sospirai. «Quattro anni fa... mi sono innamorata, lui mi ha preso in giro ed io non ho reagito bene.»

Andrea assunse un'aria omicida. «Chi è stato a farti questo?»

Mi strinsi nelle spalle. «La sola responsabile di tutto questo... sono io. Lui mi avrà anche lasciata, ma sono stata io a farmi questo. A pensare che fosse meglio farla finita», rivelai con voce tremante.

Era la prima volta che dicevo ad Andrea la verità e sentire che lui fosse dalla mia parte mi rendeva speranzosa per il futuro.

Ci sedemmo sui gradini del Duomo.

Andrea sospirò prima di parlare dopo minuti di silenzio. «E' stato a causa di un incidente», rivelò quasi sussurrando.

Mi avvicinai per poterlo ascoltare meglio.

«L'incidente in cui è morta mia madre», ammise e io sgranai gli occhi per la sorpresa.

Come il Faro nella Notte (5- The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora